Sarà Mateo Retegui l’attaccante del Genoa della prossima stagione. Dopo aver lavorato sotto traccia per diversi mesi, la società rossoblu è riuscita a ottenere l’accordo con il Boca Juniors, il Tigre e il calciatore classe ’99, regalando ai tifosi quello che a tutti gli effetti è l’attuale centravanti della nazionale italiana.

Retegui nasce il 29 aprile 1999 a San Fernando, una cittadina a pochi chilometri a nord di Buenos Aires, da una famiglia di professionisti di hockey su prato: il padre Carlos José (soprannominato “El Chapa”, da cui deriva “El Chapita” destinato a Mateo) è stato allenatore della nazionale che ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 2016, mentre la madre ha trionfato nel Mondiale del 1993 con la delegazione femminile. Il legame con l’Italia arriva dalla parte materna, con la nonna nata a Canicattì, in provincia di Agrigento, ed il nonno nativo proprio di Genova, come confermato dal papà del calciatore ai microfoni di Sky negli scorsi mesi: “La nonna era del Sud Italia, mentre il nonno di Genova“.

Oltre all’hockey su prato, Mateo inizia fin da bambino a giocare a calcio, entrando nelle giovanili del River Plate – squadra tifata dal padre – e giocando da centrocampista davanti alla difesa, dove trova poco spazio anche a causa della presenza di Exequiel Palacios, attuale giocatore del Bayer Leverkusen e fresco Campione del Mondo dopo la spedizione in Qatar. L’esperienza con la maglia del Millionarios non decolla e lo stesso giovane calciatore decide di appendere le scarpette al chiodo a soli quindici anni. Queste storie sono spesso caratterizzate da un colpo di fortuna o da un segno del destino e quello di Retegui si presenta due anni più tardi, nell’estate 2016. Mentre gioca in spiaggia si fa notare dallo scout del Boca Juniors, Diego Mazzilli, che riesce a convincere lui e il padre ad effettuare un provino per gli Xeneises.

A partire da questo momento l’ascesa è piuttosto rapida, specialmente per un ragazzo che di fatto a 17 anni non era più in attività. Nelle giovanili del Boca viene spostato nel ruolo di centravanti e, proprio con la maglia azul y oro, fa il suo esordio tra i professionisti (dopo aver strappato già un paio di convocazioni a fine 2017), entrando al posto di Carlos Tevez in un match contro il Patronato del novembre 2018. La cosa curiosa è che questa rimarrà la prima e unica presenza con la maglia del Boca Juniors, fino a queste ore ancora proprietario del cartellino. Negli anni successivi, infatti, si susseguono alcuni prestiti, prima all’Estudiantes (29 presenze e 5 reti) e poi all’Atletico Tallares (67 presenze e 7 reti).

La svolta nella carriera di Retegui arriva con il prestito al Tigre, dove sbarca ad inizio 2022. La prima stagione con la maglia del “Matador” supera le più rosee aspettative: l’attaccante classe ’99 trova grande spazio nel 4-3-3 o 4-2-3-1 disegnato da Diego Martinez, diventando un elemento fondamentale per la qualificazione in Copa Sudamericana. La stagione termina con 23 gol totali e, i 19 siglati nelle 27 partite di campionato regolare, gli valgono il titolo di capocannoniere. La stagione attuale non ha portato gli stessi numeri di squadra, ma si è rivelata altrettanto positiva a livello personale con 12 reti in 28 partite in Sud America, che fanno il paio con i 2 gol in 3 partite con la nazionale italiana.

foto Marco Iacobucci / Shutterstock

Il ragazzo gioca titolare da due anni in Argentina e ha qualità che a noi mancavano, lo seguivamo da tempo, ma pensavamo che non volesse venire, invece ha detto subito sì e lo abbiamo convocato“. Con queste parole il commissario tecnico Roberto Mancini, che ha spinto il calciatore a venire a giocare in Italia, ha parlato ai microfoni di Dazn lo scorso mese di marzo, motivando la scelta di convocare in Azzurro il bomber classe ’99, sorprendendo molti tifosi. Il ct, oltre che per gli ottimi numeri registrati, ne ha fatta una questione di caratteristiche. E, quindi, che giocatore è Mateo Retegui?

Un metro e ottantasei di altezza per più di ottanta chili, Retegui è una punta centrale molto fisica e brava nel colpo di testa, che ama giocare spalle alla porta, facendo da sponda e liberando spazi per i compagni. E’ un attaccante che si muove sul tutto il fronte offensivo, che si impegna a pressare le difese avversarie (nelle giovanili del Boca era soprannominato “tabàno“, tafano, proprio per questa caratteristica di disturbare i difensori) con qualche limite che riguarda la visione di gioco e la rifinitura per i compagni. Nelle ultime due stagioni ha sviluppato un ottimo fiuto del gol, che riesce a trovare senza problemi con entrambi i piedi tanto che, nell’ultimo campionato, escludendo i rigori, ha siglato più reti con il mancino – il suo piede debole – piuttosto che con il destro. Rigori che, per ogni numero nove che si rispetti, non possono che essere un punto di forza: in carriera il suo bilancio è di 12 tiri andati a segno su 13 tentativi, con l’unico errore registrato lo scorso mese di maggio. Per farsi un’idea delle sue qualità di rifinitore, si può ascoltare la sua intervista rilasciata alcuni mesi fa ai canali ufficiali del campionato argentino.

Al Grifone arriva quindi un attaccante già pronto, ma con ampi margini di crescita e con il chiaro obiettivo di disputare il prossimo Europeo con la maglia Azzurra, magari con quella da titolare. D’altronde l’Italia è sempre stata nel destino di Retegui, così come l’Argentina lo è sempre stata in quello del Genoa.


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