Oggi come Redazione eravamo presenti al Tower Hotel di Genova Aeroporto, alla conferenza stampa indetta Manolo Portanova, calciatore del Genoa, suo padre Daniele e l’Avvocato Gabriele Bordoni che lo sta difendendo nel caso che lo ha visto condannato, in prima grado, dal Tribunale di Siena. La conferenza è stata indetta pochi giorni dopo la diffusione delle motivazioni della sentenza di primo grado, nella quale – secondo la difesa – non si è tenuto conto degli argomenti portati a difesa del centrocampista rossoblu. In ogni caso, entro 45 giorni dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza sarà presentato ricorso dalla difesa e si aprirà l’iter di secondo grado.

Noi come Redazione proseguiremo nel documentare sulla vicenda solamente i fatti a sentenze acquisite, concentrandoci sulle questioni di campo che più competono ad una redazione di cronaca sportiva, e non giudiziaria. Documentiamo però un estratto degli interventi di chi era presente in conferenza stampa. 

Ci tenevamo a questa conferenza stampa – ha spiegato in apertura lo stesso Manolo Portanovapenso che il nostro silenzio sia durato troppo. Quello che, ad oggi, posso a dirvi è che continuo a chiedermi perché mi stia succedendo tutto questo. Soffro per tutto quello che sento e leggo e per tutte le persone che ne fanno parte. Fino a poche settimane fa fa il mio sogno, come quello di mio padre, era indossare la maglia più bella del mondo, adesso sto rinunciando anche a quella, al sogno di un bambino che quello che ha ottenuto lo ha ottenuto da solo senza l’aiuto di mio papà che ha fatto il calciatore per tantissimi anni. Anche se avrei diritto di giocare, questa vicenda non è solo di tribunale, ma soprattutto mediatica. Sono qui per dirvi che Portanova non porterà ipotesi, ma prove. Prove che non sono state guardate”. “Ringrazio tutti quanti da padre – ha proseguito Daniele PortanovaIl nostro entourage non voleva una situazione del genere, teoricamente I processi tecnicamente si dovrebbero fare nelle aule. A livello penale in primo grado siamo stati “sconfitti”, per dirla con linguaggio calcistico. La Costituzione dice che ci sono altri due gradi di giudizio per dimostrare l’innocenza di Manolo e degli altri ragazzi. C’è un piccolo particolare: mentre a livello penale tu sei innocente fino al terzo grado, a livello mediatico – sembra, ma è sicuro – che mio figlio sia stato condannato già prima. Anche se a qualcuno può dare fastidio, noi per forza di cose dobbiamo dire la nostra, la nostra verità basata su carta. 

“Se nemmeno di fronte ad una sentenza che è muta rispetto a tutti gli argomenti che la difesa porta, non affiancassi la persona che assisto e rimanessi ancora, ulteriormente in silenzio, allora effettivamente qualcuno potrebbe pensare che Manolo non ha nulla da dire intorno a quegli argomenti, e ciò che è più curioso è che non ha niente da dire neppure il suo difensore tecnico – ha aperto il suo intervento l’Avvocato Bordoni C’è una presunzione di non colpevolezza, ma quando si presume di essere completamente estranei a ciò che viene contestato bisogna anche avere coraggio, coerenza, dignità di spiegare di spiegare perché. Se non lo si fa, l’atteggiamento non è un atteggiamento trasparente. E visto che l’attenzione mediatica su questa vicenda si lega al fatto che Portanova è uomo di sport, sarebbe ancora più particolare che un atteggiamento non trasparente e non leale venisse da un uomo di sport che si trova implicato in una vicenda di questo tipo”.


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