Ventinovesima giornata in archivio con i soliti dolori e poche gioie in cima e in fondo alla classifica. Chi gioca male vince, chi gioca bene pareggia o perde. È un campionato brutto che non digerisce le competizioni europee in testa alla classifica e in fondo sono i colpi di timone a salvare temporaneamente dalla zona rossa. Il colpo più importante è dello Spezia che batte il Cagliari, dando i meriti anche a Thiago Motta.

Dopo l’Europa della scorsa settimana solo la Juventus in campo a difendere la Champions italiana, Atalanta in Europa League , Roma in Conference League, i pareggi non contano più nulla. Godono già Bologna e Lazio che giocheranno con Atalanta e Roma, un pensierino anche per la Salernitana che gioca in casa della Juventus.

Ha ragione Sebastiano Vernazza sull’editoriale di ieri quando scrive in merito alla partecipazione alle Coppe che “conta per la percezione del nostro campionato all’estero, con tutto quello che ne deriva in termini di diritti TV, marketing e vale per il Ranking UEFA, l’indice in base alle quali vengono assegnati i posti nelle competizioni”.

Alle società italiane interessa solo la partecipazione nelle prime giornate e prendere gli euro, altrimenti non si capisce perché dopo tanti anni non siano riuscite a dare il giusto valore alle competizioni. Per giocare in Europa gli allenatori devono finire di essere innamorati dei soliti undici calciatori, hanno più di 4 mesi per  cercare due squadre, avendo anche rose ampie e sfruttando anche i giovani.

La settimana appena finita è passata alla storia per l’elezione del nuovo Presidente della Lega di Serie A. Con soli 11 voti su 20 è stato eletto Lorenzo Casini, vicino al Ministro Franceschini. Presentato da De Laurentiis e Lotito gli ha procurato i voti. Le big del Nord  hanno bruciato candidati uno dietro l’altro. Curiosità nel vedere il lavoro del nuovo Presidente, considerato che le venti squadre sono divise su qualsiasi cosa.

Domani non sarà un mercoledì da leoni per il calcio: il Presidente Gravina farà approvare l’indice di liquidità per iscriversi al campionato. Norma per evitare che il calcio italiano vada in default, che scatenerà fulmini e saette, considerato che i Presidenti delle squadre italiane tirano a campare fregandosene della perdita non solo competitiva, ma anche di attendibilità  verso i tifosi.

Sul campo al sabato basta un piccolo Diavolo per battere l’Empoli. Tra tutti i cannonieri decide un terzino. L’Empoli e Andreazzoli non hanno sfigurato con le loro qualità di un gioco libero da preconcetti. È bastato a Pioli uscire prima dall’Europa per riprendersi il  primo posto in classifica, anche se l’Inter deve recuperare una partita.

Salernitana-Sassuolo 2 a 2. I campani non riescono ad infrangere il tabù Arechi, si consolano e sperano nelle due gare da recuperare. Il Sassuolo frena e si accontenta dovendo giocare 45’ con l’uomo in meno.

Spezia-Cagliari 2 a 0. Vittoria importante nello scontro salvezza dimenticandosi delle 4 sconfitte consecutive per gli spezzini. Bravo Thiago Motta che, capendo il calcio italiano non gioca in modo europeistico, ha messo un mattone importante nella salvezza. Mazzari tira una sola volta in 95’ e non raddrizza la gara, anche se Cragno ha parato un rigore.

Sampdoria-Juventus 1 a 3. Sbaglia troppo la Samp, tra cui un rigore decisivo, e permette alla Signora di gestire la gara non solo con un autogol, ma anche nel momento topico con un errore banale  del portiere, permettendole di gestire i tempi del gioco. La Juve gode, vince pur non giocando al massimo e bussa al terzo posto del Napoli. Giampaolo deve cercare altre soluzioni nel cuore del gioco: il palleggio lento non porta da nessuna parte e con i loro movimenti Quagliarella e Caputo si pestano i piedi cercando una profondità che non arriva mai.

Fiorentina-Bologna 1 a 0. Solo una zampata con l’uomo in più permette ad Italiano conquistare i tre punti. Contava solo il risultato per i gigliati, ma le difficoltà in attacco e sulle corsie laterali alla lunga si pagano. Sacchi di Ravenna con il doppio giallo a centrocampo per Bonifazi al 42’ di gioco ha deciso la partita.

Udinese-Roma 1 a 1. Gioca l’Udinese, si salva la Roma a tempo scaduto con un calcio di rigore: era sulle gambe dopo la gara di Conference, la zona Champions si allontana per Mourinho.

Hellas Verona-Napoli 1 a 2. Giusto così per la dabbenaggine dei tifosi scaligeri che addirittura hanno esposto uno striscione che invitava a bombardare i napoletani. Vergogna. Nella lotta scudetto il Napoli vuole esserci anche se la Juve insegue. Una giusta sconfitta per gli ultras veronesi, non per Tudor e compagnia.

Atalanta-Genoa  0 a 0. Hanno il freno a mano tirato. Il bomber logora chi non c‘è l’ha. Chi non ha la prima punta non fa risultati. Senza Zapata la Dea lascia spazio alla Juventus per la zona Champions e il Grifone non vola in classifica.

Torino-Inter 1 a 1. L’arbitro Guida e Sanchez in extremis evitano il crollo di Inzaghi e dell’Inter. Il Torino e Juric meritavano di più. Juric con il suo gioco martellante. L’Inter non ha patito il calcio champagne del Liverpool in infrasettimanale ma quello tattico, corpo a corpo e pressing feroce di Juric. Inzaghi non sa fare il turnover: ha cambiato tutto il centrocampo lasciando la bacchetta del gioco a Barella assente giustificato. Non è il suo ruolo, può darsi lo sarà fra qualche anno.

Lazio-Venezia 1 a 0. È di rigore la vittoria dell’Aquila e di Immobile che con 144 gol in serie A supera Piola. Rigore concesso per gioco pericoloso, anche se in area una volta veniva concesso il fallo indiretto di seconda. La Lazio ha meritato il risultato perché il  Venezia passivamente ha pensato solo a difendersi in un modo troppo conservativo pur giocando sulla carta con il 4-3-3. Lazio AL quinto posto in classifica supera Atalanta e Roma. Derby di fuoco nel fine settimana con la Roma. Mou deve recuperare forze, giovedì gioca in Conference League. Al Penzo di Venezia arriva La Samp, scontro salvezza, importante per entrambe le squadre.