Alla vigilia della sfida contro il Sassuolo, il vice allenatore del Genoa, Mauro Tassotti, è intervenuto in conferenza stampa.

Come è stata questa ripresa degli allenamenti dovendo lavorare senza mister Shevchenko?

“Sicuramente ha dato qualche difficoltà in più perché Andriy non c’era, e poi nello staff avevamo un’altra assenza che tutt’ora abbiamo. E anche qualche problema logistico per i campi allenandoci a Begato sino all’ultimo dell’anno. Siamo riusciti finalmente a tornare qui, nel nostro centro sportivo, ma Sheva ci seguiva tutti i giorni ed era relazionato sul lavoro fatto”.

Domani c’è la sfida col Sassuolo. Il girone di ritorno si è detto che sarà quello che conta per la salvezza, ma sarà segnato. È un campionato falsato visto quanto sta succedendo in Serie A…

“Non so quello che succederà. Se qualche gara verrà rinviata, se le ASL prenderanno qualche decisione. È complesso, sono due anni che viviamo giorni complicati e il calcio, di conseguenza, è diventato più complicato. A seconda dei positivi o meno, ci saranno vantaggi e svantaggi. Credo si debba accettare tutto perché non so se c’è lo spazio per fare diversamente”. 

Partite in questi girone di ritorno con una classifica che lascia aperto tutto, ma che vi vede in una posizone difficile. È anche la fase del mercato, la più complessa dell’anno. Che Genoa ci dobbiamo attendere nelle prossime settimane? Quello delle prime partite o, per esempio, quello con l’Atalanta che ha dato una risposta forte?

Chiaramente andando avanti il campionato e iniziando il girone di ritorno, non c’è più spazio per tanti errori. Si può sbagliare qualche partita, ma non più di tanto. Manca un girone. Prima c’era più spazio. Che Genoa vedremo? Ci piacerebbe vedere sotto l’aspetto agonistico il Genoa visto contro l’Atalanta. In questa settimana, visto che c’ero io, ho detto ai ragazzi che quella deve essere la base, il punto di ripartenza. Quella voglia, quell’attenzione, quell’impegno. Facendo un po’ meglio, perché il tutto non deve andare a discapito dell’ordine. Abbiamo battagliato, come richiedeva la gara, e la gente ce lo ha riconosciuto. Avevamo fatto 0-0 contro un avversario di grande livello. Quella è la nostra base e da lì dobbiamo ripartire, essendo un po’ più ordinati e anche più propositivi”. 

Hefti è potenzialmente già disponibile per domani? E Shevchenko potrebbe aggregarsi domani al gruppo?

“Andriy è in isolamento e con fiducia lo aspettiamo. Hefti si allena con noi già da qualche giorno, ha già una certa esperienza e vediamo se domani farlo partire subito o dalla panchina, ma è scelta prettamente tecnica. Si è inserito, ma arrivando da campionati stranieri ci vorrà un po’ di tempo. Non ne abbiamo molto: l’adattamento speriamo sia veloce”. 

Si era parlato a dicembre di un ipotetico passaggio al 4-3-3. In questo caso, Hefti può essere anche elemento per fare il quinto di centrocampo? 

“Può giocare in quel ruolo sia a quattro che a cinque. Ha buona gamba, copre tutta la fascia. Allo Young Boys giocava a quattro, adesso vedremo qui come adattarlo. Aspettiamo che capisca anche dove è stato catapultato: il campionato italiano è diverso da quello svizzero. Forse meno fisico, ma più tattico. Loro in casa giocavano sempre su un campo sintetico, che rende tutto più veloce, mentre qui sarà differente. Vediamo la capacità di adattamento che avrà”. 

Abbiamo rivisto in questi ultimi allenamenti Fares e Caicedo. Sono due giocatori in questo momento disponibili? Stanno bene e che spirito hanno?

“Stanno rientrando, sono rimasti fermi per molto tempo e che hanno avuto piccole ricadute. Sono a disposizione, magari anche solo per una parte di partita. Vedremo in base a come andrà la partita. Potranno essere scelti e verranno in panchina. Sono in gruppo squadra da giorni, Fares forse anche da qualche giorno in più”. 

Con che spirito vive la possibilità, domani, di essere l’allenatore in prima del Genoa?

“Mi spiace per Andriy. Per me non dico che non cambia niente, perché mi sento anche ulteriormente responsabilizzato dalla cosa, ma spero che ci sia Andriy. Se non dovesse succedere, sono pronto a prendermi la responsabilità di guidare la squadra e farle sentire tutto il mio supporto”.  

A gennaio avrete 3/4 partite con squadre di medio-bassa classifica. Shevchenko disse che sarebbero state un campionato nel campionato queste sfide nel girone di ritorno. Lei conviene che questi appuntamenti siano appuntamenti chiave?

“Sono appuntamenti delicati: i punti fatti con quelle squadre sono appuntamenti tolti a quelle stesse squadre. Poi bisognerà pensare di fare anche qualche colpaccio, come accaduto allo Spezia nell’ultima gara di campionato. Il margine di errore si riduce sempre di più e dobbiamo essere in grado di non sbagliare quelle partite lì, cercando di fare anche qualche colpo altrove, contro squadre che sulla carta sembrano impossibili da affrontare. Ma talvolta, con qualche incrocio di calendario, coppe o non coppe, si può trovare un’avversaria in condizione non ottimale per approfittarne. È un po’ quello che ci è mancato finora? Sono squadre attrezzate per giocare tre volte a settimana sempre e noi non lo siamo. Sono società più abituate a questo genere di sforzo, mentre le piccole sono meno abituate”. 

Vi è mancato anche qualche colpo di fortuna?

“Dobbiamo essere bravi a capitalizzare quelle poche occasioni in gare come quelle contro quelle squadre che hanno un maggiore possesso palla. Tu devi essere bravo a sfruttare quel poco che ti concedono. Se questa dimensione della salvezza è qualcosa a cui vi siete abituati oppure no? La sentiamo fortemente, sentiamo la responsabilità e ne siamo pienamente consapevoli. Catapultarsi in questo tipo di realtà non è semplice, ma siamo consapevoli della situazione e di ciò di cui c’è bisogno per tirarsi fuori. Ci siamo pienamente dentro”.