Genoa-Atalanta ultimo atto del girone di andata 2021/22. Nel mondo del pallone oltre il regolamento ci sono regole non scritte come l’importanza di lasciare il segno prima del Santo Natale.

Contro la Dea sulla carta sarà difficile per il Vecchio Balordo avendo dimostrato nelle diciotto gare del girone di andata, anche con Shevchenko e senza nulla togliere alla sua immagine internazionale, di essere non facilmente compatto e non con la mentalità giusta per affrontare una gara o recuperare un risultato. Feeling che scricchiola anche con i tifosi,  tutti in campana aspettando qualcosa di positivo dalla nuova proprietà entro la Befana: operazione non facile per non abbandonare la Serie A.

La rivoluzione iniziata (senza costruzione) da troppo tempo potrebbe aver influito nei risultati. Ai proprietari americani piacciono gli algoritmi, hanno detto di essere poco esperti di calcio ma sì di risultati, e non solo calcistici.

Il nuovo Presidente Zangrillo, poi, ne ha visto di cotte e di crude. Nel passato genoano è stato al capezzale del Grifone malato e si sarà chiesto come mai, con la gestione Shevchenko, guardando i numeri delle prime sei gare, la squadra abbia incassato 13 reti, ne abbia segnate 2 e continui a giocare con modulo e strategia del “prima non prenderle” anche in svantaggio. Pippo Spagnolo suo grande amico diceva “sei genoano e vuoi anche vincere?”, però qualche risultato arrivava.

Sheva in conferenza stampa ha detto che non ci sono gli uomini per giocare con un altro modulo, ma i sei pareggi prima del suo avvento, anche senza i lungodegenti di prima classe  dai primi di ottobre, sono arrivati. A Sheva, Tassotti e agli altri collaboratori bisognerebbe chiedere perché continuare con l’utilizzo di calciatori che hanno dato poco o niente dal loro arrivo.

Quello scritto non offusca la fame internazionale del Pallone d’oro, motivazione di marketing principale della proprietà americana per aumentare le potenzialità del brand rossoblu e in linea con quanto è stato capace d fare modernizzando il gioco dell’Ucraina.

In queste sei giornate vissute nel campionato italiano, Shevchenko e il suo staff hanno fatto fatica a cambiare strategia anche in svantaggio con un Tassotti in panchina, che basti pensare che assieme ad Ancelotti aveva pensato e strutturato, rendendolo possibile in un periodo di magra del Milan, la costruzione del famoso “Albero di Natale”, utilissimo in questa settimana. Strategia difficile continuando ad utilizzare calciatori che trattano male il pallone e non fanno giocate che ti facciano sorridere, ma piangere.

Sheva a Pegli, visti i tanti collaboratori tecnici, dovrebbe essere come Pitagora attraverso la tecnologia. Grazie al tattico-analista dovrebbe poter cambiare: se fosse su una barca a vela invece che su un prato verde con le onde e i venti che cambiano spesso sarebbe naufragato.

Contro la Dea confermerà il prima non prenderle? Va bene, ma sotto l’Alberto di Natale tutti sperano che Sheva metta in regalo qualche giovane con più grinta, corsa, voglia. Perdere per perdere meglio giocarsela, intanto ormai la salvezza non arriverà con la differenza reti e con gli scontri diretti, per adesso in vantaggio solo con il Cagliari.

Arrivano la Dea e Gasperini al Ferraris. Arriva un Gasperini furibondo per un presunto furto da Var contro la Roma. Arriva un Gasperini che come nel passato, anche genoano, dopo aver spento la luce – anche se i numeri dicono diverso ed è in piena rincorsa scudetto – difficilmente nella gara successiva non ha fatto scintille.

La zampata di Mourinho non lascerà il segno tra i bergamaschi. L’equilibrio tattico del portoghese ha fatto la differenza contro il modulo a trazione anteriore del Gaspe.

Gasp e i suoi ragazzi hanno patito la Lupa che si chiudeva molto grazie al gol realizzato nei primi minuti di gioco e il  famoso catenaccio e contropiede di Mou ha fatto la differenza nelle praterie orobiche. La Dea è sempre la Dea, anche se ha fatto vedere qualche ruga nelle diciotto gare giocate in campionato e in Europa.

Gasperini è un maestro del 3-4-1-2, nessuno gioca in Italia con l’intensità, il ritmo e la qualità dei bergamaschi. Anche in questa stagione Gasperini sta trasformando in oro calciatori con qualità grezze ma importanti.  Via la Champions dalla testa allo scudetto ci possono provare, dopo essere arrivati terzi negli ultimi tre campionati.