Ormai è tradizione, negli ultimi giorni di ritiro in Val Stubai, un’intervista ai preparatori atletici. Quest’anno è un’emozione poter vedere, al fianco di Alessandro Pilati, il collega Filippo Gatto. Da nonno a padre, di padre in figlio.

Un consuntivo sulle due settimane di ritiro a Neustift? 

Pilati: “Sono pienamente soddisfatto del lavoro fatto. Con Ballardini e il suo staff siamo abbastanza collaudati, c’è grande intesa fiducia e il lavoro che ci eravamo preposti come obiettivo è stato svolto. Devo dire che i ragazzi, con un po’ di fatica ma con grande impegno, lo hanno superato a pieni voti” 

I tanti giovani, rispetto alla Primavera, come hanno preso gli allenamenti? 

Gatto: “I carichi di lavoro sono sicuramente aumentati rispetto alla Primavera, ma i ragazzi stanno rispondendo alla grande. C’è stato qualche problema di adattamento all’inizio, ma poi le risposte sono state positive ogni giorno sempre di più e si stanno allineando con i nostri standard, con le caratteristiche che richiediamo. I ragazzi stanno rispondendo alla grande”.

L’obiettivo è sempre lo stesso: correre più degli altri negli ultimi 15′ di partita

Pilati: “Il nostro obiettivo principale è salvarsi, quindi cerchiamo di allenare i ragazzi in maniera tale da superare un campionato lungo e pieno di difficoltà, come al solito. Il ritiro diventa la base per lo step successivo per poter poi eventualmente anche incrementare i carichi di lavoro, senza rimanere solamente sull’idea di aver fatto un ritiro buono ma anche poi poter crescere durante l’anno”.

Foto TanoPress

Dopo 15 anni di ritiri del Genoa, tolto quello dello scorso anno, negli ultimi anni prevalgono palestra e pallone. 

Gatto: “Possiamo stargli più addosso e aggiustare nel migliore dei modi durante l’attività, cercando di non perderli di vista e tenerli sempre sotto occhio, come capitato grazie a strumentazioni che abbiamo. È importante averli vicino e poterli giostrare per il campo, senza lasciarli liberi per i boschi e decidere momento per momento i carichi che riteniamo più idonei”.

Pilati: “Magari non avete visto un paio di allenamenti: se provate chiedere ai giocatori se hanno corso davvero sul prato, potreste essere insultati (sorride, ndr)“. 

Potenza, forza, resistenza, agilità: qual è la caratteristica principale?

Pilati: “Il calcio moderno ha visto aumentare la velocità di gioco e la fisicità. Oggi l’atleta è davvero completo e il compito dei preparatori atletici oggi è di farli crescere sia dal punto di vista atletico, in tutte le componenti, ma anche con la palla con esercitazioni molto rapide e tecniche”. 

Fisicamente sono arrivati tutti tirati a lucido?

Gatto: “Sono arrivati tutti molto pronti, i più ‘vecchi’ conoscevano Alessandro e i suoi metodi di lavoro ma anche i nuovi per partire subito al meglio e andare al massimo nel prosieguo delle settimane, arrivando poi pronti alla Coppa Italia”. 

Pilati: “Vorrei dire che la società ha investito in questo prendendo una figura come una biologa nutrizionista, Laura Mancin, che collabora con noi e segue molto i giocatori. Secondo me per ogni sport serve un allenamento dedicato con caratteristiche ben precise, ma i giocatori sono già atleti. Sta crescendo molto la cultura del lavoro per crescere su tutti i fronti: agilità, forza, potenza, rapidità di azione e velocità in senso assoluto. Il calciatore è una macchina che può esprimere qualità importanti”.