Troppo forte l’Inter per il Genoa, appena uscito da San Siro con un 3-0. Per cercare un immediato riscatto questa sera c’è il derby, partita che a Genova ha un sapore particolare, ma di questi tempi anche la stracittadina non viene vissuta dalle due tifoserie in maniera viscerale come solitamente accade, risultando il Ferraris vuoto a causa del Covid.

Uno sguardo d’insieme sulla Samp.

È una squadra in salute, arriva da tre vittorie consecutive contro avversarie di valore. L’allenatore è il riconfermatissimo Claudio Ranieri che, dopo aver conquistato una tranquilla salvezza nella passata stagione, ambisce ad un piazzamento nella parte sinistra della classifica. Ranieri è tecnico esperto, furbo ed intelligente, il suo comportamento sia in campo sia fuori è sempre inappuntabile, è un fedelissimo del 4-4-2, che difficilmente abbandona, e vuole dai suoi giocatori un’attenzione e una partecipazione collettiva. La Samp è una squadra accorta tatticamente, i blucerchiati tengono le linee strette e corte e difficilmente cercano il recupero palla in fase offensiva. Prediligono arretrate tutti sotto la linea della palla e levare spazio agli avversari, facendo densità in mezzo al campo.

L’analisi reparto per reparto. Iniziamo dalla difesa.

Audero, nonostante la giovane età, vanta già numerose presenze nella massima serie ed è stato il portiere titolare nel Venezia di Inzaghi. Dotato fisicamente, è reattivo tra i pali e bravo nelle uscite basse, nel 2019 nelle classifiche Uefa era nelle prime posizioni come uno dei giovani più promettenti nel ruolo. La linea a quattro è formata da Bereszynski e Augello sui lati e da Colley e dal giapponese Yoshida al centro. Il polacco è giocatore di gamba e corsa, e di mezzi tecnici discreti, ogni tanto però incappa in errori grossolani. Augello sulla  fascia opposta, dopo alcune brillanti prestazioni sul finire dello scorso campionato, ha conquistato la titolarità e in questo inizio di torneo sta offrendo un rendimento sempre più convincente. Ha un piede sinistro educato con cui effettua cross precisi e pericolosi, e anche nei tiri da lontano può essere determinante. La coppia Colley e Yoshida è affidabile e continua nel rendimento. Alcune volte difendono individualmente e non di reparto.

Il centrocampo.

I quattro di mezzo sono Jankto, Silva, Ekdal e Candreva, anche se non è da escludere la possibilità di vedere in campo Damsgaard. Jankto e Candreva sono gli esterni offensivi: più corsa e predisposizione al sacrificio per il primo, più estro e più tecnica per il secondo. Jankto, ex Udinese, alterna buone prove ad altre altrettanto opache, è in possesso di una buona progressione e di un buon tiro da fuori area. Candreva, ex Inter, è una macchina da cross e dovrebbe tornare sulla destra dopo il turno in panchina contro l’Atalanta. I due centrali sono Silva ed Ekdal: il primo uomo d’interdizione e di ordine; il secondo è il regista della squadra, anche se il suo apporto nel recupero palla e nel pressing è degno di nota, un giocatore dal rendimento regolare e continuo.

Infine l’attacco.

Le due punte sono Keita Balde e Quagliarella. Balde presumibilmente giocherà in verticale dietro Quagliarella e cercherà così di liberarsi dalla marcatura per giostrare al limite dell’area e in inserimento. Rapido nello stretto, è intelligente nei movimenti e nel capire quelli dei suoi compagni ed è ancora alla ricerca della continuità. Quagliarella, il bomber dei blucerchiati, pericolo numero uno, abile nello smarcamento e nel dettare il passaggio, tira in porta ogni volta che gli si presenta l’occasione e poche volte non la inquadra. Giocatore già avanti con gli anni, ha lo spirito e l’ardore dei ventenni, per lui il tempo sembra non passare.

Altri giocatori?

Potrebbero giocare dall’inizio, o subentrare, Damsgaard o Ramirez e Verre. Candreva, acquistato dall’Inter dove veniva impiegato come esterno a tutta fascia, con Ranieri si è riadattato a fare l’ esterno di centrocampo e con ottimi risultati, anche se è stato frenato da un guaio muscolare. Keita, senegalese con un ottimo dribbling e dotato di una notevole accelerazione, alcune volte ha atteggiamenti che indispettiscono gli avversari. Verre, rientrato alla base dopo un anno proficuo a Verona, ha piedi buoni ed è bravo come assist man, oltre a rendersi pericoloso nell’uno contro uno.

Come si comportano sulle palle inattive?

Su quelle a sfavore difendono a zona. In fase offensiva i corner e le punizioni laterali sono calciate da Damsgaard e Jankto. Tante volte cercano il gioco corto, salgono per colpire di testa anche Yoshida e Colley, ma i veri pericoli vengono dagli inserimenti e da Quagliarella, sempre in agguato su ogni palla vagante. Quando ci sono punizioni dal limite dell’area solitamente l’incaricato è Quagliarella.

In conclusione?

In questa partita, assolutamente diversa da tutte le altre, il cuore e gli aspetti emozionali conteranno come la tecnica e la tattica. Mancando le tifoserie, con le annesse coreografie, gli stimoli e le motivazioni i giocatori dovranno tirarle fuori da soli.


 

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.