Domani alle ore 17 Genoa al recupero contro il Torino al Ferraris. Partita importante per Maran che in queste ore deve valutare se fare il turnover quasi obbligatorio viste le condizioni post Covid, oltre la stracittadina, con il Toro o contro la Roma a fine settimana. Al tecnico piacerebbe riproporre la squadra che ha giocato il derby e non fare i conti con il recupero fisico in tutti i settori del campo.

Come tutti gli allenatori, Maran è consapevole che non esiste un modulo migliore ed è la qualità dei giocatori a dare la giusta interpretazione. Il 3-5-2 giocato prima del derby ha dato ampiezza, poche volte profondità e linee geometriche dal centrocampo in su quasi assenti. Ciò poteva derivare dal riferimento dei quattro uomini della linea difensiva? Maran ci sta provando a ricostruire tutto.

Il Genoa con la qualità nel cuore del gioco, in avanti ha la possibilità di sviluppare il gioco attraverso una serie di triangoli che gli possono permettere di attaccare la profondità e trovare l’equilibrio difensivo in caso di perdita di pallone. Maran dovrà lavorare come visto nel derby sull’ampiezza.

Contro il Torino di Giampaolo, soprattutto dopo quello  fatto dai granata nelle 5 precedenti giornate di campionato, piacerebbe al Vecchio Balordo disporre dei difetti con affondi e sovrapposizioni sulla trequarti. Grifo, prova a “fare gioco sopra una scoglio” in questo momento per colpa del Covid che offre pochi mezzi e opportunità. Tutto può riuscire dimostrando capacità e impegno.

La formazione Maran c’è l’ha già in testa, ma dovrà fare ancora i conti fino a domani mattina  con i postumi del virus. Arriva il Torino domani alle 17, ma non nella Plaza del Toro del Ferraris visto che non ci sarà pubblico.

Un Toro scornacchiato non solo dalla sconfitta casalinga dell’ultima giornata di campionato ad opera della Lazio con ben due gol incassati nel recupero del secondo tempo pur essendo passato in vantaggio all’87esimo, ma anche per l’ultimo posto in classifica dopo cinque giornate di campionato con un  solo punto su quindici, con 6 gol fatti, tutti realizzati da Belotti con 2 rigori e 17 subiti.

Marco Giampaolo da profeta di un calcio moderno ad allenatore triste che addirittura dopo il KO laziale ha chiesto l’intervento di un esorcista per guarire il Torino. Sui giornali del Presidente Cairo si interrogano su cosa sia successo, in pochi fanno l’analisi del calciomercato e la sopravvalutazione di qualche calciatore. Marco Giampaolo potrebbe non reggere neanche più dopo l’avventura al Milan il ruolo di far quadrare il cerchio dove arriva ad allenare. 

Gli “amici” del Presidente non velatamente gli fanno recapitare che ha avuto i giocatori che ha chiesto: Linetty e Rodriguez, dimenticandosi della richiesta più importante del tecnico di Bellinzona, ovvero l’ingaggio di Torreira per far girare il centrocampo granata.

L’uomo da lavagna e campo, professore di tattica ha bisogno di tempo per mettere in atto il proprio lavoro e probabilmente l’errore che ha fatto nelle ultime due esperienze è stato quello di andare in società che erano a pezzi e volevano subito risultati sulle macerie dell’anno precedente.

Tatticamente il suo modulo preferito è il 4-3-1-2 e non viene cambiato dai tempi di Empoli quando aveva sostituito Sarri e da quelli con la Samp dove aveva ottenuto successi dopo due anni di lavoro.

Il 4-3-1-2 ha queste caratteristiche: il portiere non deve essere il nuovo libero, ma classico portiere; i due difensori centrali niente marcature; niente copertura solo difensori all’antica; i terzini devono essere bravi nella fase di possesso; il mediano deve essere un porta borracce di peso e quantità; le due mezzali devono favorire la superiorità numerica in attacco e la protezione della fase difensiva; uno deve attaccare la profondità e l’altro, oltre che di fatica, deve essere un tutto fare; il regista avanzato più che un trequartista è il play del rombo avanzato e deve fornire assist ai due attaccanti davanti; le punte devono essere  un uomo d’area pronto a finalizzare il lavoro, Belotti insegna, e il compagno d’attacco non un seconda punta di peso, ma uno di movimento.

Per chi vede il gioco di Giampaolo è lodevole giocare palleggiando, ma a Torino sponda granata sono preoccupati e adesso chiedono concretezza e pragmatismo.  La formazione granata produce poco e subisce troppo, entra poco nelle aree avversarie, ha una media di realizzazione bassa e tutti i guai di Giampaolo e della sua strategia tattica sono quelli di non avere il regista avanzato. Verdi è un adattato e le punte da mettere vicino a Belotti, Zaza e Bonazzoli, non hanno le caratteristiche di attaccare e dare  la profondità rapidamente per portare via un difensore al Gallo.

Il motivo principale del perché il Torino non rende non è tanto nel numero del modulo. I giocatori ci provano a  tradurre i dettami di gioco sul campo, ma è tutto difficoltoso perché fanno fatica ad assimilarli. Il Presidente Cairo è contestato non solo per le campagna acquisti, bensì anche per aver scelto un allenatore dogmatico come Giampaolo.

Giampaolo contro il Genoa – e in particolare  la prossima gara casalinga con il Crotone – rischia nuovamente di abbandonare il campionato italiano in anticipo. Torino senza Belotti al Ferraris? Formazioni o modulo cambiato?

La gara di domani non sarà diretta da Chiffi, inizialmente designato per la gara (prima del suo rinvio a seguito dei numerosi casi di Covid-19 riscontrati all’interno del gruppo-squadra genoano) e reduce dalla giornalaccio in cui era incappato in Torino-Lazio. Toccherà invece a Paolo Valeri della sezione di Roma, assistito da Colarossi e Baccini. Quarto ufficiale Fourneau, VAR ed AVAR rispettivamente Aurelianodella sezione di Bologna e Paganessi della sezione di Bergamo. Per Valeri sarà la seconda direzione nella Serie A 2020/2021 dopo quella della partita fra Bologna e Parma. 14ª volta con il Genoa, arbitrato nella passata stagione al Tardini (5-1).