Al termine della gara del Bentegodi tra Verona e Genoa, abbiamo raggiunto telefonicamente Andrea Schiappapietra, collega e firma del Secolo XIX, per un rapido commento sulla gara disputata dal Grifone.

Che partita è stata? L’attesa era molta nel rivedere il Genoa in campo…

“Direi che la partita di stasera era più che altro attesa dal punto di vista della reazione fisica e psicologica della squadra, più che dal punto di vista tecnico e tattico. Dopo tre settimane che nessun’altra squadra di Serie A aveva vissuto, con diciassette casi di contagio, una settimana di stop allenamenti col centro sportivo chiuso. Una condizione inedita. C’erano curiosità e preoccupazione: e ha ragione Perin quando dice che questo pareggio è di squadra, raggiunto mettendo assieme le forze a disposizione. Forze che non erano tante, ma sono state sufficienti ad affrontare un Verona che certamente non è ancora quello dell’anno scorso, ma inizia a fare vedere – almeno in parte – l’impronta di Juric, di un gioco collaudato che va insegnato ai nuovi giocatori. Era una squadra che fisicamente stava bene e poteva mettere sotto questo Genoa. Un Genoa senza mezze ali di ruolo e calciatori a centrocampo che dessero un cambio di passo. Aveva Shomurodov all’esordio, Pandev dall’inizio dopo tre gare della Nazionale. In campo Perin e Radovanovic, tra i primi contagiati e tra i primi a rientrare in campo. C’è stata la reazione che si sperava di avere e che, però, non era così scontata”.

C’è stato l’esordio di Shomurodov. Non facile nell’economia del momento della squadra, ma dal vivo che tipologia di attaccante vi siete trovati davanti?

“L’impressione è quella di un giocatore molto grezzo nei fondamentali, con una buona corsa e con lo spirito giusto. Fa fatica nell’intesa coi compagni per quanto riguarda lingua e pochi allenamenti fatti con la squadra. Viene da un campionato completamente diverso per ritmi da quello italiano e dovrà abituarsi: ho visto aspetti positivi e spunti interessanti. Chiaramente non è pronto, va sgraziato e bisogna lavorarci sopra. Intorno serve anche una squadra che lo assista intorno con un gioco più definito rispetto a quello di stasera. La squadra di stasera era in chiara emergenza, con giocatori fuori ruolo, e quello di stasera non è stato un test probante. Vorrei rivederlo con una squadra tipo e una serie di settimane di lavoro alle spalle”. 


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