Il portiere del Genoa Mattia Perin è intervenuto ai microfoni di DAZN al termine della vittoria del Genoa sull’Verona, che ha permesso alla squadra di Nicola di raggiungere la salvezza. “Era il nostro obiettivo primario, era sette mesi che lavoravamo per questo – ha esordito l’estremo difensore rossoblu – Abbiamo vinto tutti gli scontri diretti, a gennaio avevano undici punti in classifica: da quando è arrivato Nicola ne abbiamo fatti 28. Parlano i numeri, non devo dire altro su quello che ha fatto la squadra, contro tante persone. Il Genoa è una società gloriosa, siamo riusciti a mantenere il Genoa in Serie A”.

Ancora Perin: “Sto leggendo un libro di Giampaolo Montali in cui si dice che ci sono due squadre: una che entra in campo e una fuori. Se non collaborano, non sono di alto livello e non seguono la stessa strada, gli obiettivi non si raggiungono. Questo è un obiettivo raggiunto grazie a una coesione di idee. A gennaio il presidente mi ha chiamato, così come Pandev e Criscito, per aiutare il Genoa a salvarsi, questo era il mio obiettivo: venire qua, dare una mano. Senza i miei compagni non sarebbe stato possibile, ora siamo gratificati da questo. Sono tornato qua dopo nove mesi che non giocavo, per me era un’opportunità importante, è casa mia: io servivo al Genoa e il Genoa serviva a me”.

Sul futuro: “Non so cosa dire, il mio cartellino è della Juventus. Non decido solo io, staremo a vedere. Spero di giocare con continuità, dimostrare il mio lavoro e tornare ai miei livelli di prima. Lascio tutte le porte aperte”.


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