La scorsa domenica, che ha creato tante altre malinconie nel DNA dei genoani facendo carceri in area per il Vecchio Balordo in attesa del risultato di Bologna-Lecce, tutto sembrava sparito dopo i gol di Palacio e Soriano alle 17.50. Invece è bastato il recupero dei salentini che subito l’ammoniaca è arrivata sotto il naso fino al gol finale di Barrow. Anche questa volta, anche coi cinque punti di vantaggio, “non è successo nulla” predicherà giustamente Nicola al Pio Signorini. Occorrono due punti in due gare per non continuare a soffrire di idee nerissime e nevrasteniche aspettando i risultati altrui. Il Genoa nelle ultime gare ha dimostrato di non essere una squadra malata, ha dimostrato di poter saper giocare in un certo modo, con il ritmo del post-Covid, e anche con qualità dopo aver ritrovato una giocata oppure un gol. Non è solo una questione di psicologia, ma anche di giocate che nascono e quindi si può determinare un atteggiamento più propositivo. Il Vecchio Balordo al Mapei Stadium domani sera non potrà essere bloccato da nessuna cosa.

Guai essere abulici, piatti, senza idee che vadano oltre il semplice lancio lungo da dietro. Occorreranno smalto, distanze e equilibri. Contro il Sassuolo, una squadra che tende a tenere molto il pallone e dominare il gioco attraverso passaggi continui e ricercati,  la strategia di Nicola sarà dal punto di vista difensivo di non essere troppo intensa, non pressando il Sassuolo su ogni pallone e puntando di più alla copertura chiudendo preventivamente tutti gli spazi. L’attenzione difensiva dei Grifone cercherà distanze più brevi ed equilibri meno rischiosi in fase di attacco con la qualità, si spera, di quelli assenti contro l’Inter, ovvero Pandev e Falque, che hanno dimostrato come la testa e la qualità possono fare più della tattica offrendo linee di passaggio alternative ai compagni.

Per fare risultato contro il Sassuolo tutto si dovrà ridurre per Nicola e i suoi in concentrazione, cercando di accorciare con modi e tempi giusti il possesso pallone di Berardi e compagni e non sbagliare il gioco verticale di rimessa dopo il recupero della sfera  con precisione, il pressing,  la transizione, per non permettere agli uomini di De Zerbi di muovere la difesa rossoblu spostando il pallone. L’altra faccia della medaglia fare rischiare  con  pressione l’esasperazione  avversaria del possesso pallone sempre esposta al pericolo di errori. Per la formazione del Genoa  appuntamento a domani alle 18.30 su Buoncalcioatutti. Il numero 2, due punti alla salvezza matematica e 2 giornate alla fine di questa travagliata stagione sono i numeri degli Angeli del Vecchio Balordo che dovranno dare la carica a Reggio nell’Emilia  per raggiungere l’obiettivo.

Sul fronte neroverde, la garanzia del Sassuolo non è solo De Zerbi, ma tutti quelli che si occupano di calciomercato. Ogni anno lasciano andare via pezzi importanti, ma gli uomini mercato fanno vedere di sapersi destreggiare al meglio in acque ai più sconosciute trovando elementi utili al gioco di De Zerbi, che li trasforma in certezze. Oltre a Berardi, al Sassuolo da parecchi anni e che De Zerbi è riuscito a trasformare da eterna promessa in elemento decisivo in questo campionato, c’è anche Caputo che ha confermato dopo lo scorso anno ad Empoli di essere arrivato tardi in Serie A, ma quando ci è riuscito lo ha fatto alla grande con 15 gol a stagione. Un centravanti atipico per il quale Andreazzoli avrebbe pagato di tasca sua per portarlo al Genoa, ma per gli operatori di mercato del Vecchio Balordo i quindici gol realizzati nell’Empoli retrocesso erano solo un fulmine a ciel sereno in una squadra retrocessa. De Zerbi lo ha preteso ed è stato accontentato, ed è stato – non solo sulla carta – un matrimonio perfetto in una  squadra originale nel modo di giocare.

Il Sassuolo per De Zerbi deve e vuole essere ambizione e possesso. Alla fine di Napoli-Sassuolo, il mister ha dato l’obiettivo alla squadra di arrivare ottavi e migliore il piazzamento dello scorso anno non solo in classifica, ma portando anche ai nuovi acquirenti arabi sulla carta o ai figli della famiglia Squinzi, dopo la morte del patron Squinzi e la moglie in 30 giorni, circa 9 milioni di premio dalla Lega di Serie A. Il calcio identitario del tecnico bresciano si basa su un gioco ricercato, quasi sofisticato, che pretende la costruzione da dietro prendendosi tanti rischi. Quello visto in questo campionato, compresa l’ultima gara contro il Napoli: De Zerbi prova ad imitare la Dea di Gasperini andando in campo per praticare il suo gioco, dopo il Covid fino a che ha fiato, per imporre certi ritmi e certe dinamiche alla gara, indifferentemente dal valore dell’avversario e dalle sue scelte tattiche. Gioca con la difesa a tre oppure a quattro in base alle circostanze e agli avversari.

Il calcio del Sassol è solo questione di tempi e occupazione degli spazi attraverso una organizzazione di gioco, cercando di prendere campo in maniera graduale e salendo in blocco per tenere il più possibile il pallone tra i piedi. Il Sassuolo pratica un calcio desideroso, ma non offensivo in senso assoluto, per cercare la fase offensiva con meccanismi collaudati – ma non ripetitivi –  e di fare arrivare agli attaccanti palloni puliti rasoterra e non sporchi o alti. Il modulo dalla ripresa è stato sempre il 4-2-3-1 alternato in corso di gara al 4-3-3. Contro il Genoa ai box con probabilità Romagna, Defrel, Obiang, Chiriches, Boga e l’ultimo uscito malconcio dal San Paolo, Muldur. Rientra Bouarabia marocchino francese centrale di centrocampo. De Zerbi deciderà domani la formazione anti Genoa, in campo sicuramente Caputo che insegue una rete per raggiungere i 20 gol e Berardi le 15 reti.

Sarà Fabio Maresca a dirigere Sassuolo-Genoa, sfida in programma mercoledì 29 luglio alle ore 19.30 al Mapei Stadium. Il fischietto di Napoli, che in stagione ha già diretto i rossoblu al Ferraris contro Roma e Lazio, sarà assistito di Tegoni di Milano e Colarossi di Roma 2. Quarto ufficiale Abisso della sezione di Palermo, VAR ed AVAR rispettivamente Fabbri e Valeriani, entrambi di Ravenna.

Diffidati Sassuolo: Kyriakopoulos, Locatelli, Muldur, Obiang, Peluso. Diffidati Genoa: Cassata, Favilli, Ghiglione, Goldaniga, Masiello, Pandev, Zapata.