Il 120 derby della Lanterna è del Genoa. Fermarsi alle quisquiglie della Sampdoria già salva serve a poco considerato l’ardore fino all’ultimo minuto di gioco con salvataggi e parate di Perin.

La “supercazzola” questa volta è stata fatta dal Vecchio Balordo dopo averla subita negli ultimi quattro anni di Derby pieni di beffe con la frase finale del “vince chi fa gol“. La stessa frase che dovrebbe archiviare il Derby Covid. Nella storia dei derby della Lanterna è sempre esistita una nemesi visto il castigo che ha sempre subito il Grifone e un vecchio Frate genoano, che sotto il saio aveva le maglie dei calciatori alla fine di ogni stracittadina, era solito dire per giustificare il risultato: “se Dio ha creato le zanzare e la Samp dei Derby deve avere avuto le sue buone ragioni“.

La Supercazzola alla Sampdoria è stata fatta da Nicola, uno che probabilmente sarebbe entrato in campo per vincere e non solo per salvare la classifica: un vulcano, una montagna che aveva il mal di stomaco.

La Supercazzola alla Samp è stata data anche da Jagiello, che ha confermato di essere pronto ed è la voglia di arrivare e fare come in tutte le cose della vita che fa la differenza. Non bisogna dimenticarsi di Lerager, non tanto per la “doppietta realizzata”, ma perché tornato in campo dopo aver subito un intervento importante alla sua struttura fisica: altro giocatore, che sta dimostrando che gli 8 milioni investiti non erano una bufala.

A proposito del gol annullato per il dito mignolo del piede destro di Romero più avanti  della linea difensiva doriana, a fine gara mi sono informato con il regista Tv della partita sul come avessero fatto a scovare quel fuorigioco. La risposta è stata lapalissiana e chiara: “non siamo noi o il VAR a trovare le immagini sul  fuorigioco per millimetri, è un’opzione che viene trasmessa in automatico già con le righe di diverso colore. L’uomo al Var deve solo comunicare“. Un meccanismo automatico che ha fatto e sta facendo nessun favore al calcio che vive di gol e non di millimetri.

Non sono solito fare pagelle, ma tutti sono sopra la sufficienza. I Vecchi e nuovi Balordi che oltre il cuore e la “cazzimma giusta” hanno fatto vedere anche tecnica e tattica.

La Supercazzola alla Samp, dopo aver fatto nuovamente la zanzara con un gol arrivato da un rimpallo a Gabbiadini, è arrivata dal portiere Audero non solo nel fallo inesistente di Romero reclamato in occasione del secondo gol poi annullato, ma per il gol bis di Lerager preso sul primo palo. A proposito di difesa: in quella genoana tutti hanno fatto muro, timorosi di nulla, sicuri e spavaldi in certi atteggiamenti agonistici  da Derby. Romero alla Gentile, anche se davanti non aveva brasiliani.

Ranieri ha messo in piedi una signora squadra con identità e gioco precisi che le hanno fruttato una salvezza anticipata di quattro giornate solo desiderabile al suo arrivo a Bogliasco. Calcio semplice, un 4-4-2 lineare con i centrocampisti laterali, inventati e non esterni di ruolo o ali, calciatori capaci di fare la “spola” e dotati di buone capacità offensive e difensive i quali hanno fatto fruttare bene le qualità dei goleador, non solo di Quagliarella.

Finalmente il Vecchio Balordo ha rispettato l’agonismo come vogliono gli astri ed Eupalla rispettando la tecnica e la tattica e giocando da squadra. Prerogative senza le quali non è pensabile, come in altre partite post-Covid, giocare una gara in modo degno.

Parlando del modulo o della strategia di Nicola, già vista in altre gare, ogni discorso potrebbe apparire incoerente, lontano da sembrare in qualcosa cartesiano. Non è fantasia personale, basterebbe chiedere a Nicola in una intervista se il modulo, dando quei numeri che contano poco (non solo del Derby), sia stato il 4-2-3-1.

Tale modulo è risultato estremamente offensivo in fase di possesso con il pallone a terra, fortemente difensivo in fase di non possesso. Il modulo ha privilegiato i fraseggi corti e veloci al lancio lungo e quando veniva effettuato era solo dominato dal difensore centrale doriano, per la presenza di una sola punta che non sarebbe in grado di garantire la profondità e quindi lo scavalcare il centrocampo e attaccare con quella tattica sarebbe risultato poco produttivo. In fase di non possesso questo modulo si trasforma in un 4-5-1 oppure in un 4-4-1-1 per via dell’abbassamento delle due mezze punte laterali. Solo coi cinque cambi (tutti giusti) Nicola lo ha fatto diventare il canonico 4-4-2.

Il 4-2-3-1 studiato da Nicola e il suo staff, posto su quattro linee a differenza del 4-4-2, ha facilitato lo scaglionamento offensivo e in fase difensiva si sono viste più linee di marcamento mettendo il bastone fra le ruote del modulo doriano, che ha avuto difficoltà nel penetrare in direzione della porta di Perin.

Il neo contro la Sampdoria sono stati i corner. C’è la marcatura a uomo, c’è la marcatura a zona, ma qualche avversario arriva sempre a colpire il pallone di testa in solitaria davanti a Perin.

Non sono Paganini, perciò mi ripeto: sono “quisquiglie” le tattiche scritte e raccontate, contava solo la vittoria nel 120° Derby della Lanterna. Vittoria che mancava da troppo tempo, dal maggio 2016, una vittoria importante e preziosa visti i tabelloni del Tempio che continuavano a documentare il risultato di Lecce-Brescia.

Nulla è ancora fatto per l’obiettivo finale, ma due vittorie di fila, non essendo uno statistico, non le ricordo. Adesso arriva l’Inter: peccato per i troppi infortuni e il cartellino  giallo rimediato da Lerager in diffida. Poteva essere – e lo sarà – un’altra partita da Vecchio Balordo con cuore, vigore, spirito di sacrificio. Anche quelli che giocheranno sabato sera non li faranno mancare e Nicola potrebbe attingere nel  serbatoio di giovani centrocampisti primavera che si allenano a Pegli dalla ripresa dei lavori.

Nicola, anche se piemontese, è ormai un marinaio e proverà anche contro l’Inter di “barchezzase”, mettendo in campo perizia nell’affrontare la situazione specifica “barcheggiando” come il marinaio alla guida della barca in difficoltà.