Con il Napoli sarà importante non perdere la trebisonda, non uscire di testa e non ragionare come successo negli altri primi tempi casalinghi dalla ripresa del campionato.

Perdere la trebisonda, ovvero la bussola, anche contro il Ciuccio, in un particolare momento del campionato, significherebbe perdere il capitale di gioco maturato prima della sosta forzata.

Come nel passato, i calciatori devono dimostrare di essere dentro il progetto di Nicola, di credere in quello che stanno facendo e ritornare quindi a fare ciò che avevano assimilato e digerito dopo la sosta invernale.

Anche con il Genoa all’apice della forma, nessuno potrebbe pretendere di vincere la partita con il Napoli, squadra in forma non solo dal punto di vista tattico e soprattutto tecnico, ma anche psicologico. Ma si può pensare di fare risultato se animati da grinta e carica nel provare a raggiungerlo.

Nicola continuerà con la sua idea di calcio post-Covid? Probabilmente sì, per cercare di fare risultato e abbattere il brutto momento sul piano del gioco che sta attraversando la squadra. Il tecnico rossoblu continuerà a cercare maggiore sicurezza in difesa, ma dovrà  trovare una soluzione nel passaggio dall’azione difensiva a quella offensiva (e viceversa) in modo tale da fare qualche tiro e gol in più prendendone meno.

Per non farsi male, il Vecchio Balordo non dovrà lasciare praterie da cavalcare alle agili  punte del Napoli, tutte veloci e dal dribbling secco. Nicola e lo staff avranno studiato che il Napoli è “sinistro dipendente”: giocano più a sinistra che a destra con Insigne, Zielinski  e Mario Rui.

Contro il 3-5-2 il Napoli cerca sempre ampiezza in fase di possesso e chiede agli esterni di stare larghi per cercare di dilatare i tre difensori cercando la bucata di Mertens o un centrocampista interno.

Il Genoa, quindi, per non perdere la bussola dovrà stare raccolto a chiudere gli spazi dietro la linea del pallone, ma essere anche pronto a ribaltare l’azione e cercare le dormite azzurre in fase difensiva colorate da errori tecnici. Anche asfissiando l’avversario, operazione non gradita al Ciuccio.

Come sempre prima di una gara del Vecchio Balordo bisogna essere positivi. Il sogno è il Teatro dei poveri – da qualche anno lo ripeto -, l’unico nel quale si entra senza biglietto seduti anche in poltrona.

Oltre altra prestazione, in questo post-Covid si aspetta un gol con la tibia, di ginocchio, un errore arbitrale, una rete facile anche se non spettacolare oppure un tiro a giro che ormai viene tentato da tutti. Insomma, che si trovi un fattore “C” assente – e poco ricercato – nelle gare casalinghe. La formazione? Troppo presto per indovinarla.

Sul fronte Napoli, Gattuso sta lavorando ad un progetto futuro importante avendo già capito che il calcio estivo da pandemia può portare risultati importanti. Nell’ultima partita, dopo le sberle di Gasperini, ha agguantato la Roma in classifica  e l’unica squadra a poterlo insidiare potrebbe essere il Diavolo da lui tanto amato, perché Verona e Parma difficilmente risaliranno la classifica non avendo lerose attrezzate e pronte per giocare ogni tre giorni e raggiungere l’obiettivo Europa.

La vittoria nella Coppa Italia dei Ringhio Boys ha dato una scossa positiva, pungolato e risvegliato nell’orgoglio i campioni partenopei. Le idee di Gattuso hanno trovato terreno fertile per il ringhio principale rivolto al Presidente De Laurentiis, più voglioso di carte bollate che di calcio. Le scene nel calcio hanno pochi ciak.

Gli schemi del Napoli non avevano bisogno di qualcosa di particolare, ma solo dei colpi dei calciatori top in grado di fare la differenza. La prova di quanto detto è che quando davanti nel Ciuccio non ragliano Insigne e Mertens, difficilmente arriva il risultato.

Prima di battere la Roma a domicilio nell’ultima giornata hanno perso in casa dell’Atalanta pur tirando di più e avendo il possesso pallone. Dopo la sconfitta con la Dea, Gattuso è stato subito bravo a far capire ed evitare che la mancanza di stimoli potesse diventare una zavorra rischiosa visto che ancora ci sarebbero state nove giornate da giocare.

La squadra ha risposto subito alle sollecitazioni del tecnico contro la Roma prendendo le misure alla squadra di Fonseca scesa al San Paolo con un 3-5-2 inedito. Il Napoli gioca con un 4-3-3 che, rispetto a quello di Sarri, ha forgiato il carattere degli azzurri. Un 4-3-3, quello di Gattuso, inizialmente più difensivo e con baricentro basso, coi terzini bloccati e il pallone sempre coperto. Appena recuperato il pallone, però, subito partenza in contropiede.

Dopo la prima operazione di Ringhio, quella di preservare la squadra e non subire gol abituandola a situazioni di pericolo, ultimamente Gattuso per cercare di scalare la classifica ha optato per una squadra più offensiva, pronta a fare pressing davanti alle aree avversarie per ritrovare il pallone e tentare le giocate dei propri attaccanti, spesso con soluzioni a giro che tante volte fanno arrabbiare la tifoseria napoletana. Turnover forzato per Gattuso domani sera con le assenze di Koulibaly e Demme squalificati. Turnover anche negli altri settori: difesa, centrocampo e attacco.

Sarà Maurizio Mariani della sezione di Aprilia a dirigere la sfida Genoa-Napoli. I due assistenti di linea saranno Baccini (Conegliano) e Santoro (Catania), quarto uomo Piccinini (Forlì). Al VAR andrà a posizionarsi invece Calvarese della sezione di Teramo, AVAR Paganessi (Bergamo). Si tratterà della decima direzione di gara in carriera col Grifone per il fischietto di Aprilia, che in questa stagione 2019/20 ha già diretto i rossoblu altre due volte: nel confronto esterno con l’Hellas Verona e nella gara interna contro il Milan.

Diffidati Genoa: Ghiglione, Pandev, Zapata, Favilli, Cassata. Diffidati Napoli: Mertens, Milik, Zielinski.