Brescia-Genoa per il Vecchio Balordo è la quinta sinfonia di Beethoven: “il destino bussa alla porta“. Nicola, come il maestro musicale contro le Rondinelle, sarà la lotta dell’uomo contro il proprio destino e dovrà essere la partita della riscossa dopo la delusione – non solo per i tifosi – patita contro il Parma.

Bastano un brutto risultato e prestazione che intorno al Genoa gira una strana aria. Nicola lo conosceva bene l’ambiente intorno al Genoa e dopo la partita contro i ducali ha conosciuto che sull’altalena sono capaci tutti di salire, ma stare in equilibrio è difficile.

Fino alla fermata del Covid-19 il Genoa era da Europa visti i risultati, ora ci sono tanti musi lunghi in giro. Serve più calma e una sana dose di ottimismo: ma è difficile se si continua ad evocare il passato.

Il Genoa dopo lo stop con il Parma ha ancora la possibilità di guardare alla salvezza con fiducia. Già in passato, anche nei momenti belli, il Vecchio Balordo aveva spento completamente la luce in qualche partita ma la giornata successiva era stata  subito riaccesa.

Nicola e il suo staff prima della gara di martedì scorso chissà, potevano essere anche preoccupati nel preparare la gara essendosi accorti della mancanza di qualche dettaglio non assente prima della pandemia.

Troppi gli errori tipici di una squadra organizzata, ma coi propri limiti. Contro il Parma ha deluso la preoccupazione dei calciatori di esperienza nel sapere gestire certe situazioni di inferiorità non numerica.

Con il Brescia serviranno autostima, serenità, conoscenza, quello che avrà provato a trasmettere Nicola durante questi pochi giorni prima di entrare nuovamente in campo. Nicola avrà preferito il dialogo: il calciatore deve capire, non solo eseguire. Il calcio non è una catena di montaggio.

Non cambierà il modulo, ma l’utilizzo. Dovranno essere i giocatori di qualità a quarti rossoblu, mandati in campo, a cercare e trovare imbucate intelligenti, con un buon palleggio corto e poi palloni anche lunghi, ma invitanti.

I problemi del Genoa come nelle gare precedenti l’arrivo di Nicola sono stati i piedi. Le giocate e gli stop non effettuati. Le combinazioni di gioco non andate a buon fine per questione di metri e velocità.

Il Genoa fisicamente nelle 9 gare giocate in precedenza con Nicola non è mai stato messo sotto da nessuno e il lungo lockdown non può averlo portato a boccheggiare martedì scorso.

Contro il Brescia interessa poco la formazione che verrà schierata in campo: il Genoa deve modellarsi nella tecnica e nella tattica perché la base c’è. Nicola potrà cambiare la batteria nelle tre zone del campo: i giocatori da usare, scegliere e impiegare dovrebbero esserci. Per fare il risultato bisognerà ritrovare il giuoco d’orchestra.

Importante per chi giocherà, oltre alle tre P “pressione, possesso, profondità“, che venga eliminata la quarta: la paura. Il Brescia affronterà questo ritorno di campionato a viso aperto anche se non ballerà con Balotelli.

Il club lombardo è uscito dal Franchi lunedì scorso viola dalla rabbia, ha rimpianto il pareggio contro la Fiorentina per il colpo mancato da Dessena nei minuti di recupero, dimenticandosi di aver giocato in superiorità numerica dal 25’ del secondo tempo senza sfruttarla, dimenticandosi le sciagurate azioni da gol mangiate da Chiesa e compagni.

Credono nella rimonta e tutto passerà nella gara con il Genoa di domani. Vincere per le Rondinelle vorrebbe dire riaprire la speranza salvezza.

Il risultato  di Firenze è solo un brodino ottenuto con assenze importanti della difesa titolare (Cistana e Chancellor) e in particolare nel cuore di gioco col forfait del centrocampista tutto gamba Bisoli. Tutti e tre saranno assenti anche contro il Grifone.

L’assenza di Balotelli è passata in secondo piano considerato che la prova della squadra al Franchi ha fatto ben sperare, sebbene nel momento propizio per fare la partita le energie siano vistosamente calate.

Per il tecnico Diego Lopez con il dente avvelenato con il Genoa, fatto rientrare dall’Uruguay e rimasto in albergo ad aspettare notizie superato da Thiago Motta,  è l’occasione per rifarsi e alla fine della gara di Firenze ha dichiarato: “altra finale sabato contro il Genoa“. Non con il sorriso.

Lopez contro il Genoa potrebbe confermare il modulo 4-3-1-2 sulla carta, in sostanza un 3-5-2 alla ricerca della dinamicità con una  difesa di posizione (non abile nel gioco aereo viste le assenze) e solamente discreta sul piano tecnico, un centrocampo di sostanza con la regia affidata al giovane Tonali che gioca da veterano accompagnato da mezzali come Dessena, Romulo o Bjarnason e un reparto avanzato con uno dei due cecoslovacchi, Spalek o Zmrhal, alle spalle delle due punte Torregrossa e Donnarumma, entrambi trasformati da numeri 10  con compiti da centrocampisti incursori da parte di Corini.

Arbitra Massimiliano Irrati di Pistoia. Assistenti di linea Tegoni e Cecconi, quarto uomo Sacchi della sezione di Macerata. Al VAR c’è Rocchi della sezione di Firenze, Passeri nel ruolo di AVAR.

Diffidati Brescia: nessuno. Diffidati Genoa: Ghiglione, Pandev, Schöne.