Dal calcio totale degli olandesi al calcio dei nostri giorni è passato tanto tempo da allora, molti nozioni , oggi chiamati principi, trovano spazio e pratica nel calcio che vediamo nei campionati europei e in quello italiano.

Tutto però è orientato su sistemi di gioco più inflessibili per quanto riguarda il mantenimento delle posizioni sul terreno di gioco e il ruolo che devono svolgere in modo particolare alcuni dei protagonisti sul prato verde.

Il menù di quasi tutte le squadre è lo stesso : attaccare e difendere a fisarmonica; inserimento in avanti dei terzini non in contemporanea per qualche squadra; corse in sovrapposizione , sulle corsie laterali; il rientro non solo a centrocampo degli attaccanti; il ruolo del portiere con i piedi quasi in funzione da libero; difensori centrali(in particolare all ’estero) che non rifiutano di partecipare alla fase offensiva per dare collaborazione ai centrocampisti. Marcatura a zona, pressing, fuorigioco, squadra corta non ancorata  ad un sistema fisso con interscambiabilità dei ruoli e funzioni.

Per fare tutto ciò occorrono giocatori in particolare a centrocampo e in attacco dotati di buona resistenza, velocità ,  ecclettismo efficace e disinvolto nelle  varie zone di campo.

L’obiettivo di ogni  allenatore cercare di creare continuamente situazioni di vantaggio numerico.  L’obiettivo  è comune mettere pressione agli avversari per indurli all’errore facendo il passaggio , la transizione anche se facile sbagliarla ,  per  riconquistare il pallone  in modo da verticalizzare subito .

Klopp è il maestro di questo tipo di gioco già dai tempi del Borussia Dortmund e oggi al Liverpool anche se nella sua rosa non c’erano e ci sono ,  Crujff, Neseskens, Van Hanengen, Kroll , Rep. Il  mantra di Klopp è solamente uno : saper correre, tutti al top al forma , carichi di lavoro pesanti . Il fiato rappresenta le fondamenta del gioco di Klopp  consapevole che   a fare la differenza sono la tecnica e la tattica, vedi i tre davanti del Liverpool.

I nomi dei calciatori olandesi nominati erano quasi tutti centrocampisti e Gianni Brera raccontando le partite affermò  : “Il centrocampo è un autentico mare magnum nel quale non  è difficile affogare dopo aver corso invano. Chi vi si trova ha sempre classe , chi si smarrisce non è quasi mai inventore di gioco e solo una aggiunta alla difesa che cerca di anticipare le mosse dell’avversario designato “.

Nel calcio attuale i sistemi di gioco sono tutti derivanti dal 4 2 4 brasiliano e dal calcio totale  olandese  anche se  ogni allenatore cerca sempre di mettere qualcosa di suo dopo aver verificato la rosa a disposizione.

Su queste “dislocazioni di  base “, ciascun allenatore apporta dei cambiamenti tattici conformi ai giocatori a disposizione e agli avversari che deve incontrare.

Diamo i numeri .

4 3 3 il sistema più equilibrato per la presenza di un numero pressoché uguale nelle tre zone  in cui si divide il campo. Si può giocare a zona o con il libero alle spalle in quello a uomo. Gli esterni di difesa, i terzini, devono avere gamba per fare le due fasi di gioco , i due centrali sono bloccati senza libertà di attaccare, a centrocampo ruolo importante il playmaker che deve avere spiccate capacità di coordinare le due fasi di gioco; un centravanti di peso o di movimento davanti, due ali sugli esterni per allargare le difese avversarie.

Il 4 3 3, non solo,  semplicemente potrebbe essere anche  chiamato” sistema a freccia” con  una sola punta affiancata nelle azioni di attacco da almeno due calciatori.

4 4 2 il sistema di gioco più frequentemente applicato dalle squadre italiane nel passato. Difensori in linea o con il libero alle spalle. Zona di centrocampo occupata  da 4 calciatori che possono essere disposti a rombo o in linea. Il centrocampo a rombo prevede due giocatori laterali e due centrali di cui  uno avanzato (fantasista) l’altro arretrato con compiti di permanente copertura  degli altri compagni di reparto, anche regista. Sugli esterni mediani e terzini in grado di fare la “spola” nelle due fasi di gioco. Nel centrocampo in linea , 2 centrocampisti centrali e due che agiscono sulle corsie laterali che potrebbero e dovrebbero essere definiti tornanti in grado  di fare l’ala in fase offensiva e fare copertura nella fase difensiva. Due attaccanti disposti centralmente , una di fianco all’altra o in verticale con quella più avanzata di sfondamento e punto di riferimento,  quella arretrata di movimento.

5 3 2  Difesa composta da 5 calciatori impostata sia a zona o zona mista . Nel primo i tre centrali giocano in linea e si passano a “scalare” gli avversari da marcare. Nella zona mista marcatura ad uomo sulle rispettive punte e libero alle spalle dell’ultima linea. Difensori esterni fluidificanti  di buona gamba e buona spinta con buone capacità difensive.3 centrocampisti di cui uno centrale e due più laterali, due punte centrali  in alternativa una punta centrale e un trequartista.

Il 5  3 2 esprime numericamente  più difensori rispetto ai centrocampisti e alle punte. Si evince che in fase di possesso si trasformi in un 3 5 2 quando i due esterni  diventano centrocampisti sulle corsie laterali proponendosi in fase di appoggio e  di inserimento. E’ chiaro che in questi due sistemi di gioco è fondamentale il gioco dei centrocampisti , dal cui comportamento dipenderà un carattere prevalentemente offensivo o difensivo.

3 4 3 Le caratteristiche difensive sono quasi identiche a quelli descritti prima . E’ un sistema offensivo che consente di sfruttare meglio il fronte d’attacco ma che non assicura adeguata copertura in difesa specialmente sulle corsie laterali. Sistema che deve essere rodato sulla compattezza dei reparti, squadra corta , applicazione del pressing e del fuorigioco.

5 4 1 sistema di gioco prevalentemente difensivo. Tuttavia può essere applicato con intenzioni offensive ,prevedendo la collaborazione continua soprattutto dei centrocampisti ma anche dei difensori. Con l’unica  punta che potrebbe essere un trequartista.

 Non sono sistemi di gioco ma ci sono allenatori che sono passati nelle lezioni della Università di calcio a Coverciano   con le loro novità.

Ancelotti ,  ha trovato l’equilibrio nel Milan con tre fantasisti puri: Pirlo, Rui Costa, Seedorf, due attaccanti e il solo Gattuso con i due centrali difensivi addetti al recupero del pallone. La sua invenzione quella di aver fatto diventare Pirlo regista arretrato e catalizzatore di tutto il gioco.

Spalletti nella Roma che mandò Cassano al Real Madrid mettendo  in campo una settimana prima di Natale del 2015 a Genova una strategia chiamata   l’Albero di Natale con Perotta, De Rossi, Aquilani , Tommasi, Taddei più Panucci e Cufrè a spingere sulle corsie laterali. Nacque il falso nove italiano Totti. I due principi di Spalletti: chi ha il pallone lo giochi  sempre in avanti; il pallone va sempre dato a un giocatore in movimento.

La conferma di tutto quello scritto che i numeri di moduli non contano per gli allenatori.

Tutti i sistemi funzionano se c’è equilibrio. Un efficace gioco di squadra deve basarsi né esclusivamente né prevalentemente su di una particolare distribuzione dei calciatori sul terreno di gioco.  Riesce e conta ed ha la sua importanza quando tutto corrisponde alle caratteristiche tecnico-tattiche dei giocatori a disposizione Trovato l’equilibrio  nel determinare anche la scelta di un particolare schieramento è il “modo di muoversi” della squadra stessa , cioè i rapporti che devono stabilirsi tra i singoli giocatori in relazione all’uomo in possesso di pallone ed al conseguente comportamento degli avversari. Tutte  queste forme di collegamento tra i giocatori dello stesso reparto o di reparti diversi prendono il nome di  “combinazioni di gioco” che portano al risultato con l’impostazione dinamica della squadra.

Questa potrebbe essere una foto del Genoa di Nicola ad oggi non più sfuocata , ancora in bianco-nero lucida, chiara,  peccato che il Coronavirus non ha permesso si colorarla.

Buoncalcioatutti!