Ottantatré presenze con la maglia del Genoa tra 2000 e 2003, Simone Giacchetta, ex difensore rossoblu, ha risposto alla nostra rubrica della “Buonanotte col Sorriso” raccontandoci qualche aneddoto sull’arrivo del Professor Scoglio.

“Sono stato per tre anni un giocatore del Genoa, ho avuto l’enorme soddisfazione di giocare a Marassi sotto la Gradinata dei tifosi del Genoa. Il mio amico Lino mi ha chiesto di raccontare qualche aneddoto simpatico e particolare che ho vissuto nella mia vita: avendo fatto il calciatore ho tantissime cose da raccontare, aneddoti simpatici e non, anche di vita privata legati al calcio. In tema genovese e genoano, mi piace ricordare uno dei tantissimi episodi di quando ci allenava il mitico Professor Scoglio, che in quel periodo fece il suo ritorno a Genova dalla nazionale tunisina. Fu un impatto devastante con un uomo che in quel momento era più misterioso che reale, anche senza la sua presenza riusciva a essere presente. Era affasciato dalla città e dai tifosi, venne in sostituzione di Borghi. Noi vivevamo un clima di guerriglia urbana con contestazioni importanti e paurose, facevamo allenamento scortati dai pulmini della DIGOS: una situazione veramente che aveva poco a che vedere con una partita di calcio e con degli allenamenti.

Detto questo, Scoglio le fece entrare a bordo campo le stesse persone che il giorno prima ci insultavano e ci offendevano, si mise come garante di questa situazione parlando anche con i carabinieri e con la DIGOS: tutti rimasero stupiti di come questo uomo riuscisse a gestire quei tantissimi tifosi che erano venuti al Pio a vederci fare allenamento. Improvvisamente fece aprire i cancelli e li stessi tifosi che magari il giorno prima ci contestavano in maniera molto aggressiva e pesante, quello dopo erano tutti al campo a sostenerci. Fu subito una dimostrazione di grande forza da parte del Professore.

Un altro episodio simpatico è una sera prima del derby: eravamo in ritiro ad Arenzano e non lo vedevamo, prima della partita c’era la riunione tecnica e lui non si vedeva. Allora domandiamo al suo secondo che ci disse che non si sarebbe fatta la riunione tecnica e si sarebbe andati direttamente al campo. Saliamo sul pullman per andare allo stadio, non lo vediamo salire e ci preoccupiamo. L’adrenalina era tanta, durante il tragitto vedevi i tifosi lungo la strada. Arriviamo dentro lo spogliatoio e lui non c’è, intanto incomincia ad avvicinarsi l’orario della partita, ci spogliamo e il suo secondo dà la formazione.

Noi ci guardiamo tutti quanti in faccia, iniziamo a fare riscaldamento e lui ancora non c’era. La partita iniziava alle 20.45, noi iniziamo il riscaldamento alle 20.10 senza di lui. Improvvisamente, verso le 20.20, vediamo aprire la porta e appare lui con lo smanicato blu, il borsello, i pantaloni della tuta e il maglione blu: “Allegri, allegri ragazzi! Si va, si gioca e si vince il derby. Forza!”. La sua presenza ci diede una carica immensa, strepitosa e vincemmo quel derby. Forse fu una strategia per allentare un po’ la pressione prima della gara, per darci quella carica giusta. Mi piace un po’ ricordare questi aneddoti perché è stato un grande allenatore e un personaggio che ricorderemo per sempre“. 


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