Otto stagioni e mezzo non si dimenticano facilmente, così come le persone incontrate lungo la strada. Andrea Masiello ha vissuto momenti belli e meno felici a Bergamo, dove è approdato nel luglio del 2011 dal Bari. Nei periodi più bui della carriera dell’ex difensore dell’Atalanta, una delle persone a lui più vicine è stata don Fausto Resmini, tra gli uomini di chiesa che hanno perso la vita in questi ultimi giorni in cui il coronavirus ha mietuto centinaia di vittime nella bergamasca. Con don Fausto Masiello aveva instaurato un forte legame. Prima di tornare a calciare il pallone sul rettangolo verde, scontata la squalifica di due anni e cinque mesi, Andrea si recava una volta a settimana alla comunità Don Milani di Sorisole per aiutare, sotto la guida proprio di don Fausto, chiunque avesse un bisogno.

Raggiunto dalla notizia, l’attuale difensore del Genoa ha commentato così la perdita di don Fausto ai colleghi de L’Eco di Bergamo: “La scomparsa di don Fausto mi rattrista molto: era una persona di cuore, che amava aiutare chi era in difficoltà”. Masiello non ha dimenticato le ore vissute con i più deboli: “A Sorisole ho vissuto momenti profondi. L’esperienza nella sua comunità la porto ancora dentro, nel cuore. Io ero in difficoltà sportiva e umana, lui mi ha dato una mano importante. Era una bella persona, che sapeva aiutare tutti”Un ricordo felice, di una persona che sapeva “voler bene”, che “ti accoglieva con un sorriso e con un abbraccio fin dal primo giorno: mi ha abbracciato forte, mi ha sorriso e abbiamo iniziato l’esperienza”. Un uomo sempre al fianco della popolazione, la stessa che ora sta soffrendo ed è in prima linea per debellare il virus.


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