Ballardini torna al suo gioco tutto-luminoso, Piatek tutto fuoco, Radu conserva.

Ballardini amato da tutta la tifoseria, consapevole di quello che sta passando tra fake news di un licenziamento e trattative della società con altri allenatori. Preziosi si è molto arrabbiato per le gare in trasferta ma non ha mai dato i 7/10 giorni al tecnico rossoblu.

Ieri il Joker raggiante nel vedere la sua creatura crescere. Piatek ha fatto 6 reti ma anche Preziosi potrebbe avere un record: viste dal campo 5 gare su 5. Preziosi è uomo di calcio, ha capito che la mancanza di quadratura nel cuore del gioco dipende dal ritardo di Sandro e avrebbe dato alto tempo al Balla a meno di altri ruzzoloni, che hanno poco da dividere con la rosa a diposizione. Preziosi con Sandro in campo al 70% è sicuro di vedere un altro Genoa.

Preziosi, anche uomo società di conti, dovendoli pagare sempre e solamente lui, cambiando Ballardini si troverebbe circa 6 milioni di euro lordi sul prossimo bilancio, con lo staff di Juric e Ballardini da pagare e quello dell’allenatore che dovrebbe subentrare: 1 milione circa per ogni staff?

Bene la quinta di Ballardini, terza vittoria consecutiva nel Tempio ed anche questo è un piccolo record ad inizio stagione. La sua mano si è vista. Il calcio del Balla è stato onorato anche sbagliando, per questo il giuoco del Genoa contro il Chievo è stato abbastanza buono  per 98’. Qualche volta il Grifo ha sbagliato ad impostare il calcio del tecnico. Bisogna pretendere di più dopo quasi tre mesi di lavoro, ma rispetto all’ultima trasferta ha coinvolto tutti dentro e fuori dal terreno di gioco perché si è prodigato ed avventato su ogni pallone.

La tattica “durare e ostacolare” senza fantasia e qualità del Chievo, più propenso a rompere che attaccare, non è riuscita per merito del Grifone al tecnico D’ Anna, che dopo 4 sconfitte e 2 pareggi e su 6 partite rischia la panchina. Difficile per i clivensi contrastare, avendo meno mezzi dei grifoni, quando riusciva  la geometria con applicazione quasi perfetta dei rossoblu.

Il centrocampo: non bisogna essere Bertoldo per attendere la forma di Sandro. Sandro è fuori vena. Non è protagonista perché il suo “pennello” di destro e sinistro è in ritado di condizione rispetto al cervello, la sua forza nel gestire le due fasi di gioco. Sandro è un giocatore di qualità. Attualmente, se questo pregio viene esibito senza misura nei passaggi, può perfino tradursi in danno per il giuoco della squadra.

Nella gara con il Chievo spostando Criscito in difesa, anche se a tre, si è visto il vecchio martello intelligente nell’anticipare l’avversario e coprire gli errori dei compagni, sempre lucido e non spompato. Poi Lazovic a sinistra a spingere e coprire il capitano. Meglio di Laxalt i piedi dell’ex capitano della Stella Rossa e Pandev rispetto alla gara con la Lazio: non sono novità ma quello visto dal primo allenamento in Val Stubai.

La partita è iniziata già dentro gli spogliatoi con la grinta la voglia, la cazzimma di fare risultato contro il Chievo o contro qualsiasi altra squadra considerata a torto dai nasini all’insù genoani troppo scarsa come Empoli e Bologna, senza tenere conto di quello messo in atto dal  Vecchio Balordo per tenerle a bada con l’ABC del calcio: tempio e spazio. Tempo e spazio per far funzionare una squadra deve operare agire nella prestazione individuale di ogni calciatore e collettiva nelle due fasi di gioco.

L’eroe è Piatek, l’icona della gara è Pandev che non voleva uscire. Uno spot incoraggiante di voglia di fare e rendersi utile, spot che dovrà girare dentro lo spogliatoio genoano in vista del futuro. Ballardini ha fatto uscire Pandev non per preservarlo ma per equilibrare la squadra dopo l’entrata di Birsa e il quasi 4 2 3 1 clivense. Bessa ad uomo, dopo alcune sbavature iniziali sullo sloveno, con l’altra marcatura fatta tutta di anticipi quasi ad uomo di Biraschi su Giaccherini – la qualità gialla veronese – è stata la carta giocata al meglio per conservare il risultato.

Senza musse volante genoane, i mussi volanti sono rimasti ancorati sul prato del Tempio dove il vento e i cori della nord li hanno rintronati. Radu: due sciocchezze di gioventù con il pallone tra i piedi – ci penserà Scarpi a non farlo più farfallare – ma una parata decisiva. Il 2-1 avrebbe creato tante apprensioni, non solo sugli spalti.

Pereira e Lazovic sono le frecce nel fumetto a colori di Ballardini. Piatek è unico. I suoi gol sono  “rivoltellate” che lo renderanno famoso: smarcamento nello spazio luce colpire di piede e di testa sempre al posto giusto nel momento giusto e non aver paura di tirare. La sua voglia di arrivare è tanta, in coppia con Kouame potrebbe rinverdire una altra coppia famosa dei fumetti degli anni ’60 con capitan Miki-Piatek, la pistola del gol in difesa del bene rosso blu, Doppio Rhum-Kouame non come bevitore ma da ubriacatore dei difensori avversari con scatti e giocate. A tutti e due bisogna aggiungere il Dottor Salasso-Pandev, escogitatore per risolvere intricate questioni sul prato verde non solo dalla trequarti in su.

Tutti è tre potrebbero dire a Ballardini per la prossima trasferta in Ciociaria: “per duemila  appendiciti e cinquecento laringiti” continuiamo con lo stesso gioco in casa e fuori casa, accontentando il Presidente Preziosi che vuole vedere giocare il Genoa anche senza la Mamma e il Papà del Tempio. Anche a dire il vero il Vecchio Balordo non cammina da solo nemmeno fuori casa. Non cammina mai solo:”You’ll never Walk Alone”.