C’è stata la sosta ed è stata per Ballardini, il suo staff e i calciatori momento di riflessione  su quello accaduto a Reggio Emilia. Momento di riflessione impostato sull’autostima.

La chiave di tutto, trasmessa ai calciatori dal tecnico, sarà stata sapere di essere modesti. La combattività e le altre estensioni tattiche dovranno essere gli elementi portanti su cu dovrà continuare a reggersi il Genoa in tutto il prossimo campionato. Importante che i senatori facciano capire che altra chiave del successo dello scorso anno è stata entrare sempre in campo preparati e determinati senza mollare mai. Una superficie riflettente, anche se silenziosa, del tecnico genoano.

Avendo seguito tutto il ritiro del Genoa, la gara col Sassuolo non può far dimenticare quello fatto da Ballardini con tutto lo staff genoano. Non solo quello tecnico, ma quello che parte dal team-manager Pellegri e arriva ai dottori Gatto e Stellatelli passando per i preparatori atletici Pilati e Barbero, i magazzinieri, i massaggiatori, i fisioterapisti .

Tutti potrebbero essere avvicinati alle parole di Papa Francesco: Accogliere quelli arrivati da altre parti; Accompagnare tutti i calciatori vecchi e nuovi durante il ritiro in campo e fuori; Discernere quello che sta facendo il tecnico nel cercare la formazione titolare; Integrare quelli che sederanno in panchina perché ci sarà spazio per tutti e chi entrerà dalla panchina dovrà essere pronto a decidere o difendere la gara.

Due settimane di sosta per la nazionale hanno confermato fuori da Pegli che la fiducia nei confronti del Vecchio Balordo è come una manopola, un tasto sul telefonino  o in macchina quando si sente Radio Nostalgia durante le gare: se lo abbassi manca il meglio delle urla strozzate in occasione dei gol,  degli spasimi per i gol mancati o vicini ad essere subiti.

Le sassolate hanno aumentato i mugugni non solo dei tifosi, ma pure di media e opinionisti  sul modulo, e anche interrogativi sui calciatori, il tutto dimenticandosi degli errori lampanti difficili da rivedere durante la gara al Mapei e quello che succederebbe dentro uno spogliatoio se arrivassero delle bocciature dopo due gare di campionato, neanche tre.

Arriva il Bologna, ma il Genoa sarà stato sempre preparato con le stesse modalità: alti e stretti a centrocampo, esterni di centrocampo che aiutano sempre i difensori marcatori laterali, gli avanti subito pronti a pressare le ripartenze e le fonti del gioco avversario, attaccanti non pigri, a centrocampo un mediano si ferma, l’altro va dentro e chi opera sugli esterni pronto  a spostarsi verso l’interno per attaccare lo spazio.

Se in campo i rossoblu a quarti riusciranno a fare una buona percentuale di quello preparato, il sistema di gioco sarà relativo e come sempre scritto conteranno piuttosto impostazioni individuali, marcamenti, inserimenti e, soprattutto, combinazioni di gioco.

La formazione anti Bologna è con tre dubbi. Uno in difesa e due a centrocampo. In difesa, Biraschi o Günter oppure Günter a sinistra al posto di Zukanovic stanco delle prestazioni in nazionale. A centrocampo sulla corsia di destra tre ballottaggi: Lazovic, Pereira o Romulo. Se questo ultimo gestirà la corsia laterale destra, allora Mazzitelli a centrocampo a fare l’elastico con Hilijemark e sulla corsia di sinistra Criscito. Davanti Pandev e Bessa alle spalle di Piatek. Il brasiliano e il macedone non avranno solo il compito di riempire l’area felsinea ma di coprire la fonte principale del gioco bolognese: Pulgar e le ripartenze dal basso.

Genoa-Bologna sarà partita difficile e non ci sarà bisogno di gesti eroici, ma solo di concretezza e atteggiamento positivo, cose non viste al Mapei Stadium per 20’ di gioco.


CAPITOLO BOLOGNA

Il pessimismo non è nel DNA degli emiliani in tutti i casi e gli ambienti della vita. Tuttavia le tre giornate di campionato lo hanno fatto serpeggiare sul futuro del Bologna di Pippo Inzaghi. Addirittura in casa dei rossoblu “americani” si è discusso se la squadra di Inzaghi possa giocarsi la serie B senza tenere conto degli ancora 105 punti in palio.

Arrivano a Genova e al Tempio con l’obiettivo di debellare la crisi, cercando di invertire la rotta di un inizio campionato complicato.

Le sosta, le riunioni tra staff, allenatori e società hanno permesso di studiare diverse soluzioni alle difficoltà tecnico-tattiche e soprattutto all’aria negativa che gira intorno a Casteldebole, quartiere generale bolognese. Tutto deriva dai risultati attuali ma anche da  quelli che provengono dallo scorso anno che complessivamente confezionano 4 pareggi e 10 sconfitte.

Per i tifosi felsinei, il Bologna farà fatica a salvarsi perché difficilmente fa gol. Zero reti nelle tre gare giocate in questo campionato: questo potrebbe essere anche un problema minimo se non ci fossero le statistiche a ribadire che il felsinei hanno tirato in porta sempre meno dei tre avversari incontrati: Spal e Inter in casa e Frosinone fuori, sul campo neutro di Torino.

I bomber? Falcinelli si è fermato a Crotone due anni fa con 13 gol in 35 partite, mentre zero con la Fiorentina lo scorso anno. Santander il paraguaiano è andato in doppia cifra – compresi i play off – nel campionato danese. Destro e Palacio in coppia solo 6 reti. A tutto ciò bisogna aggiungere la mancanza di Verdi, assistman e goleador dello scorso anno, passato al Napoli.

Pippo Inzaghi con la panchina traballante già domani e con il sostituto pronto, con tanti Gufi da panchina sulle Tribune del Ferraris, ha poca qualità nel cuore del gioco. L’unico a salvarsi è Pulgar: gli avversari marcando il cileno quasi ad uomo trovano autostrade verso la porta di Skorupski non essendoci un elemento nella fase difensiva in grado di impostare le ripartenze. Dzemaili ritornato dal Canada lo scorso gennaio è l’altra spina del Bologna dopo aver risolto tante grane coi suoi tiri da fuori area, mancati in queste prime giornate di campionato. A Bologna sperano di rifiorire con il ritorno di Palacio, con molte probabilità ancora assente con il Genoa.

Pippo Inzaghi sta cercando di rimediare all’errore del Bologna dello scorso anno con uno score di 9 tiri a partita, la squadra che ha tirato meno di tutti. Pensava di risolvere il problema schierandosi con la difesa a tre e con il 3-5-2 in fase di possesso, operazione che appare nebulosa e dalla quale si capisce che tutte le colpe non erano di Donadoni,  allontanato dal Presidente Saputo e dalla tifoseria che gli gridavano “Donadoni pagaci il biglietto“.

Il tecnico del Bologna, dopo la disavventura con il Milan, è ripartito dal Venezia in Lega Pro. In B ha dimostrato elasticità tattica cambiando spesso la pelle ai lagunari ma sempre con unica costante: l’attenzione alla difesa. Attraverso il suo gioco di possesso pallone, vista anche la rosa superiore messagli a disposizione da Perinetti con un giocatore su tutti, Stulac, rimpianto come qualche altra squadra non avendolo portato a Bologna, fingeva di giocare con un 4-3-3 con tanti compiti difensivi. Dopo solamente un punto in classifica in tre gare contro il Genoa, Pippo Inzaghi adesso vorrebbe cambiare giocando con un 3-4-1-2 spostando Dzemaili dietro le due punte.

“Operazione riscatto” a Genova: così la chiamano sotto le Torri  bolognesi considerato che il calendario successivamente sarà impietoso con Roma in casa e Juventus fuori.

Se non cambierà la risposta dello speaker del Ferraris e se cambieranno invece le condizioni di salute di Falcinelli, fermato ieri da un attacco influenzale e febbricitante (in caso di forfait,  al suo posto Destro), la formazione del Bologna, schierata secondo il consueto 3-5-2 essendo Pulgar tornato per ultimo dalla nazionale cilena e avendo svolto lavoro defaticante senza possibilità di nuove prove tattiche da parte di Inzaghi, come scritto poco sopra, a stamattina potrebbe  essere: Skorupski tra i pali; Gonzalez, Danilo, De Maio in difesa; Mattiello, Poli, Pulgar, Dzemaili, Dijks (difensore arrivato dall’Aiax); Falcinelli (Destro) e Santander.


L’ARBITRO

Genoa-Bologna sarà diretta da Banti di Livorno, classe 1974  e agente di commercio. Arbitro dal 1991, debutta in serie A nel 2005 e dal 2009 è internazionale. 212 gare dirette in serie A con 37 rigori e 55 espulsi. Seconda gara nel campionato in corso.

Con il Genoa 23 gare dirette (6 vittorie, 7 pareggi, 10 sconfitte); con il Bologna 20 gare (5 vinte, 8 pareggiate, 7 perse). Banti di Livorno a giugno ha in predicato di appendere il fischietto al chiodo pronto a giocarsi la riconferma con proroga assieme a Rocchi e Mazzoleni, anche loro all’apice della carriera arbitrale.

Primo assistente Vivenzi di Brescia, secondo Villa di Rimini. Quarto uomo Baroni di Firenze. Al VAR Guida di Torre Annunziata, all’AVAR Alassio di Imperia.


VIDEO – Crollo Ponte Morandi, alle 11:36 Genova si è fermata