Pigliamo su e portiamo a casa solamente il risultato, il gol di Balotelli, la traversa e le giocate di Criscito.

Tecnicamente l’incontro tra Arabia Saudita e Italia è da definirsi povero sul piano internazionale tra due squadre, quella araba che ai prossimi mondiali farà da sparring partner agli avversari che dovrà incontrare, e gli italiani, che vista la forza degli avversari si è anche immaginato e capito perché non sarà ai prossimi mondiali.

Due dubbi: se ci fosse stato Balotelli contro gli svedesi e un suo gollonzo come quello contro l’Arabia Saudita – non frutto del gioco di squadra – avrebbe potuto non far fare la figura barbina della mancata partecipazione al prossimo mondiale russo. 2° con Criscito in campo, unico vero terzino-esterno sinistro dopo 6 anni di purgatorio esatti, sarebbero migliorate le possibilità di gioco sulla corsia sinistra rivedendo Insigne formato Sarri.

Tuttavia ribadire concetti polemici ormai così chiaramente scontati sembra ozioso. Il fatto positivo che Mancini non ha sbagliato i cavalli di ritorno Balotelli e Mimmo Criscito.

L ’Italia fino all’uscita dei due, indipendentemente del pallone perso dal Mimmo rosso blù a quarti che ha svegliato Donnarumma con l’unica parata di piede, ha cercato di fare gioco,  mancato successivamente con i tanti cambi a far riprendere fiato, ammosciandosi come nelle precedenti disavventure con Ventura non solo tecnicamente ma anche dal punto di vista di concentrazione che un altro avversario avrebbe quasi con certezza raggiunto il risultato.

La vittoria ci sta contro una squadra veramente povera sia tecnicamente che tatticamente che aveva pagato la FIGC per giocarci in amichevole. Se ci fosse stata goleada anche se gli attacchi azzurri  così poveri e zoppi  nei settori non solo delle punte ma anche dei centrocampisti, avrebbe destato qualche pericolosa illusione per le prossime due amichevoli del nuovo corso di Mancini contro Francia e Olanda.

Bisogna far lavorare Mancini, non si può invidiare in questo momento e non saprei neanche come criticarlo. Mancini ha detto che vorrebbe essere come Bearzot: speriamo che sia così. Ai tempi del Mondiale di Spagna il tecnico razza Piave quando è stato sorteggiato nel presentare Italia Argentina del divino Maradona disse: “Non temo il diluvio.”

Per Mancini non ci sarà da affrontare il diluvio almeno fino al prossimo settembre quando si incomincerà a giocare per punti e qualificazioni non solo all’Europeo ma anche al Mondiale, allora dovrà munirsi di  un parapioggia considerato quello che gli passerà il convento del calcio italiano. Contro l’Arabia Saudita non tutto il possibile è stato fatto per rialzare il prestigio della Nazionale italiana al suo degno livello. Vederli tutti ridere e scherzare in panchina gli azzurri ha lasciato perplessi, anche loro come tutti i dirigenti di FIGC e Lega si sono già dimenticati di essere fuori dal prossimo Mondiale, al contrario dei nostri emigrati sulle tribune non contenti per come è arrivata la vittoria.

Il nostro calcio, quello, non è secondo a nessuno sul piano tecnico e organizzativo: la squadra nazionale al contrario quali attenuanti può addurre ai troppi insuccessi? I troppi stranieri nelle formazioni di club? Probabilmente è vero! Ci sono calciatori in nazionale  che senza il supporto dei Top compagni di campionato si perdono in particolare nel mare magnum del gioco: il centrocampo dove è facilissimo affogare dopo aver corso e boccheggiato invano. Chi si ritrova è sempre centrocampista di classe e qualità, chi vi si smarrisce non è quasi mai inventore di gioco , nel migliore dei casi è un aggiunta alla difesa, della quale anticipa le mosse opponendosi a un avversario designato: la foto amara dei nostri centrocampisti in Nazionale sempre alla ricerca di un altro Pirlo.

Mancini se vorrà eguagliare coloro che hanno vinto un Mondiale si guardi i DVD. Tutte le vittorie memorabili sono dovute al contropiede, alla difesa in forza e al contrattacco veloce, ad oggi e nel prossimo futuro appare l’unica strategia  per fare risultato. Speriamo che il calcio italiano abbia ripreso la sua strada. Nessuno cerchi di fuorviarlo.

LEGA-MEDIAPRO-SKY

L’assemblea della Lega di Serie A, seguendo le parole chiare del Presidente del Coni Malagò dei giorni scorsi, ha approvato all’unanimità la delibera per la risoluzione del contratto con Mediapro che dopo aver vinto il bando e firmato il protocollo dei diritti TV del prossimo triennio come intermediario indipendente non ha presentato nuovamente la fideiussione necessaria. “I club abbiano coraggio e la forza di scegliere una soluzione. Magari non sarà quella ideale ma, all’arte delle cose, non sarà la meno peggio”. 

Mediapro ha presentato solamente documenti per far verificare il patrimonio sulla carta  e solo i 64 milioni all’atto della firma del contratto. Per gli spagnoli-cinesi tutto è stato condizionato dalla  non piena commercializzazione dei diritti TV e alla realizzazione del canale Tv della Lega, uno scenario di alti livelli di incertezza per i club, scottati  dalle precedenti trattative di Milan e Inter con i cinesi.

Ci sono rimasti male Lotito e Cairo che ci hanno provato fino alla fine a non far fallire la trattativa con gli spagnoli che adesso hanno sette giorni, ultimo termine entro il quale, per legge, il gruppo spagnolo può presentare la fideiussione di 1,2 miliardi di euro.

È adesso! La Lega rimetterà i diritti TV sul mercato con trattative private e Sky pronta a tornare in gioco. Anche in questo caso pigliamo e portiamo a casa gli euro, meno ma sicuri di Murdoch! La nuova Lega con Marotta e Lotito mandati dalla FIGC, con Percassi(Atalanta), Antonello (Inter), Fassone (Milan), Campoccia (Udinese) che ha salvato il Grifone dal fallimento nel 2003, consiglieri, dovrebbe avere sulla carta i palloni giusti per fare qualcosa di concreto per il calcio italiano.