Sotto con la Roma, con il calcio di Ballardini: aspro, piratesco, incisivo come piace al popolo genoano. Il continuo del primo tempo di Crotone con profonda disciplina, presenza in tutte le parti del campo e motivazioni per cercare un saccheggio di un avversario  di fama non solo italiana ma anche Europea.

Ballardini deve scegliere lo schema perfetto, sapendo che nel calcio non esiste nulla di perfetto, tatticamente e nei numeri dei moduli, e che potrebbe riproporre il calcio quasi matto dello Scida di Crotone senza punti di riferimento per gli avversari. In questa ulteriore settimana di lavoro con tutta la truppa avrà cercato di alzare i livelli e i contenuti. Un Genoa normale, chiuso, pronto a non prenderle, è un Genoa perdente.

Ballardini cerca il calcio totale anche se è consapevole che è impossibile da realizzare perché ci sono troppi fattori che non dipendono dall’uomo-calciatore: non tutti sono in grado di giocarlo. Contro la Roma per fare risultato occorre una buona mescolanza di tecnica, di corsa e di gestione intelligente degli spazi. In poche parole giocare bene il pallone a buona velocità cercando di capire nel minor tempo possibile dove metterlo. Per gestione degli spazi Ballardini non pensa al catenaccio, ma all’intelletto e alla disposizione  sul prato verde.

Cercare di non subire il gioco della Roma a lungo, costringendo gli uomini di Di Francesco al modo di essere del Vecchio Balordo.

Ballardini chiederà mente positiva a tutti quelli in campo e in panchina. I giocatori devono aver fiducia in se stessi e in ciascun altro compagno perché il gioco del calcio è un gioco d’insieme. La parità psicologica Ballardini la cerca in ogni allenamento semplicemente con qualche iniziativa, una di queste: spostare le porte da una parte all’altra del campo da parte di tutti. Un modo per dire non ci sono favoriti o primi della classe.

Eclettismo, mobilità, adattabilità, scambi di ruoli. Tutto in velocità, la formula per provare a fare risultato domani pomeriggio. Tutto potrà succedere se in difesa si marcherà a zona, a centrocampo a uomo con il pressing, il pallone dato da un giocatore in movimento ad un altro in movimento, al centro del gioco prima l’uomo e dopo il pallone.

Ballardini chiederà alla squadra di giocare una partita attenta nella fase di costruzione del gioco perché le transizioni veloci giallorosse potrebbero essere letali in situazioni di difesa rossoblu alta. Balla chiederà alla mezzala preposta a marcare Nainggolan, la speranza che sia in panchina,  di reggere e leggere il dinamismo del belga non solo calcisticamente ma anche mentalmente.

Ballardini avrà studiato come limitare il gioco e i movimenti di Perotti, la chiave del gioco di Di Francesco, al di là dei numeri tattici. Limitando l’ex rossoblu si priva la creatività dei giallorossi, pronti a sfruttare la superiorità creata dall’argentino. Penserà anche a chi far giocare in attacco. Se giocherà Lapadula essendo la linea della Roma sempre alta c’è il rischio di lasciarlo isolato tra i centrali avversari.

Provaci BallaGenoa, già una volta lo scherzo è riuscito e la situazione era come quella di domani. Il Tempio sarà un vulcano. Dentro l’inferno è arrivato il momento di fare risultato. La formazione: già ieri sera abbiamo detto “squadra che vince non si tocca”. Meglio aspettare la conferenza stampa di oggi pomeriggio e notizie sul turnover dei giallorossi.

ROMA – La Roma di Di Francesco, dopo un inizio traballante, ha incominciato ad assorbire il gioco dell’ex tecnico del Sassuolo. Nella prima parte di campionato è stato difficile per De Rossi e compagnia allontanarsi dal gioco di Spalletti che alternava giochi di posizione, possesso del pallone e manovra in verticale. Dzeko è quello che ha sofferto di più. Anche Di Francesco è apparso in crisi perché una cosa è allenare il Sassuolo, un’altra la Roma.  L’inizio non è stato semplice, ma le ultime 5 vittorie consecutive in campionato stanno a dimostrare che i giallorossi hanno metabolizzato il cambiamento.

Il calcio di Di Francesco e della Roma attuale è un calcio non di posizione ma svolto tutto in verticale. La Roma utilizza poco il possesso in chiave difensiva, costruisce poco dal basso velocizzando subito l’azione, non sempre però riuscendo ad occupare tutte le zone del campo e non soffrendo gli avversari.

Il giro pallone della Lupa è finalizzato a non esporsi alle transizione immediate degli avversari e nel cercare la ricezione della sfera tra le linee delle sue mezzali: Nainggolan in particolare. Lavoro con un solo scopo: la riconquista del pallone sulla trequarti avversaria. Recuperare il pallone nella trequarti avversaria è un lavoro fatto con convinzione e organizzazione con un unico fine, quello di indurre i difensori avversari all’errore. Le chiavi degli ultimi successi giallorossi sono state queste oltre a Dzeko, Nainggolan e Perotti.

Il bosniaco tiene bassi i centrali avversari, gioca da pivot. Il suo gioco è leggibile solo che Dzeko è forte anche fisicamente. Nainggolan non è più trequartista fisso e ha meno libertà di movimento: è una mezzala sempre nel vivo del gioco. Perotti, gara dopo gara, sta dimostrando che anche se il calcio è un gioco di squadra dove regna il feticismo tattico sono i i duelli individuali vinti a far vincere le partite. Proprio Perotti, come ai primi tempi con il Grifo, è il fiammifero che accende il gioco verticale giallorosso. Riceve pallone, crea superiorità numerica piuttosto che servirla.

La Roma gioca con il 4-3-3 che non è simile agli altri 4 3 3 giocati in Italia. Si rifugia in 4-1-4-1 quando deve difendere un risultato o in caso di necessità.

La formazione della Roma? Eusebio Di Francesco ha dato dimostrazione di poter vincere usando molto il turnover quindi con il Genoa potrebbe lanciare Schick dopo i soli 15’ giocati con l’Hellas. Dal primo minuto al posto di Dzeko che ha giocato quanto il portiere Allison più di 1500 minuti di gioco o in corso di gara?

Rientra Florenzi in difesa, De Rossi e Strootman a centrocampo. Dubbi su chi giocherà tra Fazio e Juan Jesus centrali in difesa e anche Nainggolan potrebbe partire dalla panchina con Pellegrini nel tridente di centrocampo. Le ultimissime da Roma danno in dubbio anche Diego Perotti, di cui si è scritto prima, con Defrel pronto a sostituirlo.

Genoa-Roma diretta da Giacomelli di Trieste, ristoratore di 39 anni, laureato in scienze della comunicazione arbitro dall’età di 15 anni. Dal 2010 alla Can B. Debutto in Serie A maggio 2011 in Genoa-Cagliari. Giacomelli arrivò alla Can A in pianta stabile quando l’Aia decise di rimpolpare l’organico decidendo di utilizzare agli addizionali dietro le porte.

91 gare dirette in serie A, 25 rigori e 20 rossi. In stagione 6 gare tra cui Milan-Genoa (0–0) e Atalanta-Roma (0 -1) alla prima di campionato.

1° assistente: Lo Cicero di Brescia, 2° assistente: Fiore di Barletta, IV uomo: Guida di Torre Annunziata, VAR: Mazzoleni di Bergamo, AVAR: Tonolini di Milano.

Diffidati Genoa: Rossettini, Veloso

Diffidati Roma: nessuno.

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