A Milano più che discutere si cerca di ragionare sul cambio di proprietà, al Pio Signorini, ancora ieri in Piscina, sul come sconfiggere la sfiga e il Bologna, un bivio importante per il cammino del Genoa considerato che dopo il pit stop per la nazionale – prima dell’altro di novembre – il Vecchio Balordo dovrà giocare in 15 giorni quattro gare con Cagliari e Milan in trasferta, Napoli al Ferraris in infrasettimanale e derby al sabato successivo.

Potrebbe essere visto anche positivamente questo tour de force considerato che la squadra, avendo poche eccelse qualità per rendere al meglio, deve stare sempre sotto pressione. Il settembre nero da infermeria con la ripresa del 15 ottobre si dovrebbe accantonare del rientro di Izzo e di qualche recupero dall’infermeria, oltre al fatto che la pausa potrà dare altra carica “duracell” a coloro che secondo il tecnico avevano le pile scariche.

Anche se il fiato rappresenta le fondamenta su cui costruire, poi servono anche un pizzico di tecnica e tattica per fare la differenza: tutti sono capaci di correre. Juric dovrà essere  bravo quando sarà il momento di capire come mettere in campo i calciatori. Per giocare e vedere muovere la squadra in spazi strettissimi in compattezza, dopo 6 giornate, avrà memorizzato chi sono coloro che possono aiutarlo. Le lezioni a porte aperte continuano al Pio Signorini davanti alla lavagna del prato verde.

Genoa-Bologna sarà una partita a poker che Juric non giocherà alla Teresina, bensì a Genoa scoperto. Juric dovrà diventare pragmatico, concedere poche occasioni ai felsinei e crearne di più.

Il Genoa, il suo allenatore, i calciatori e il Ferraris si dovranno imporre, anche senza il dominio del gioco, e privare l’avversario dell’entusiasmo degli ultimi risultati: una sudditanza a priori da parte di rossoblu emiliani dovrà esserci fin dal riscaldamento. Per un sabato del Tempio, i Grifoni dovranno favorire al meglio la precisione nei passaggi e così facendo non perdere il possesso.

Anche senza Lapadula, i centravanti ci sono. Il Grifone ottiene sempre il massimo dagli attaccanti quando non li lascia soli in balia degli stopper. Tutto riesce quando mette in campo un’esasperazione dei ritmi della manovra cercando di non perdere efficacia e non sbagliare facili transizioni nel cuore del gioco.

Il Genoa di Juric funziona bene quando corrono tutti in relazione agli spazi piuttosto che correre tanto ma a vuoto, concedendo poco agli avversari. Queste le ricette che Juric sta preparando tra acqua e campo.

Contro il Bologna, il Vecchio Balordo dovrà essere un pianoforte: la mitragliatrice del risultato.