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Genoa-Parma, le statistiche: baricentro altissimo. D’Aversa letale con soli 7′ nell’altra metà campo

La partita casalinga col maggior numero di tiri in porta (13). Quella col maggior dato percentuale sul possesso palla a favore (57%). Quella con la più alta percentuale di passaggi riusciti (84%). La gara del gol numero 2200 in Serie A da parte del GenoaA livello statistico e storico, è così che si deve fotografare la gara tra Genoa e Parma. A livello di risultato, sappiamo bene che Ballardini si è invece dovuto arrendere al Parma di mister D’Aversa, tutto coprirsi e andare in contropiede. E farlo anche molto bene, senza presunzione e con grande concretezza. Ai gialloblu sono stati sufficienti e letali 7′ nella metà campo rossoblu, in tutta la gara, per trafiggere tre volte al cuore il Genoa. Percentuale di realizzazione ben superiore al 50% per gli uomini di D’Aversa, dei quali colpisce e preoccupa la frequenza nel poter andare al tiro all’interno dell’area di rigore, come testimoniato dalla grafica precedente. Immagini che fotografano una partita in cui, per la seconda volta da inizio stagione, il Genoa va in vantaggio e sembra in controllo prima di cadere sotto i colpi degli avversari concedendo loro il fianco con estrema facilità.

DIFESA DA RIVEDERE – In media, in questo inizio stagione, il Grifone subisce almeno 8 tiri a partita al “Ferraris” (quasi 3 a partita dall’interno dell’area, ndr). Estendendo il dato anche alle gare in trasferta, il dato sale pericolosamente a 11 conclusioni a gara. “Avevamo una certezza l’anno scorso ed era la difesa: oggi abbiamo otto difensori e non riusciamo ad avere una difesa quadrata aveva chiosato Preziosi a fine gara. Effettivamente, il fardello che il Genoa si porterà dietro per tutta la pausa sarà quello di terza peggiore difesa del campionato (14 gol subiti) dopo i fanalini di coda Frosinone e Chievo. Con l’aggravante di aver compromesso il buon andamento casalingo, con una delle migliori partenze degli ultimi anni e una delle migliori tenute difensive di fronte al proprio pubblico. Compenserà l’attacco, dove Piatek si è confermato come migliore centravanti europeo in queste prime otto giornate. Rifletteranno il centrocampo e la difesa, reparti i cui elementi ancora non hanno trovato la via del gol.

SFORTUNA, SVISTE E POSSESSO STERILE – Sfortuna il palo colpito, sfortuna il VAR che pesca in fuorigioco Criscito per il virtuale 2-3.  Negligenza senza spiegazioni (specialmente dopo aver visto la gara di Frosinone e il rigore concesso a Perica) il non assegnare all’85esimo un penalty solare, su colpo da karatè di Bastoni ai danni di Mazzitelli, colpito all’innesto dell’anca dai tacchetti dell’avversario. “Non siamo qui a cercare scuse” aveva comunque spiegato il capitano Criscito, con tutte le ragioni del mondo accorso in zona mista per cercare di mettere in evidenza le lacune evidenti della fase difensiva. Parola data non solo a chi ricopriva il ruolo di capitano, ma anche di calciatore rossoblu ad aver toccato il maggior numero di palloni (100), a testimonianza di una squadra che nel palleggio sta cercando di migliorare e che nel giro palla ha cercato anche ieri la via per scardinare un Parma chiuso in trenta metri, senza riuscirci e risultando sterile a tal punto da poter gioire un quarto d’ora e poi doversene rammaricare. Rammaricare perché a rivedere alcuni dati si scoprirebbe che Sandro ieri, per novanta minuti in campo, per quanto apparso ancora lontano dalla sua condizione ottimale, aveva l’88% di passaggi riusciti, percentuale più alta da inizio stagione per un giocatore rossoblu.

BARICENTRO ALTO COME NON MAI – Da rammaricarsene, di questa inconcludenza, perché i crociati mai hanno avuto il predominio territoriale, ad eccezione del primo quarto di secondo tempo, e hanno sfruttato la velocità delle ripartenze battendo la lingua dove il dente doleva. Il Genoa, infatti, aveva superato per la prima volta il dato di un baricentro alto oltre 60 metri (62,68 metri) non riuscendo a reggere questa proiezione offensiva e mostrandosi più attaccabile specialmente a destra, dove si è sviluppato il 58% della manovra offensiva del Parma. Oggetto di riflessione, poi, dovrà essere anche l’azione del primo gol rossoblu. I quattro passaggi che mandano in porta il Genoa al 5′ di gioco sono da manuale e si sarebbero potuti ripetere, in velocità e con maggiore attenzione, anche per il resto della gara.

UN GOL DA MANUALE PER RIPARTIRE – Biraschi, che poco prima ha battagliato per conquistare rimessa laterale, ha la linea di passaggio in verticale libera all’altezza del centrocampo e serve Kouamè. L’ivoriano protegge il pallone, si gira e serve centralmente Sandro, accorso vicino al compagno per ricevere. Stop di sinistro, sventagliata di destro a cercare Lazovic tutto libero sulla sinistra e già autore di una serie di pericolose progressioni (a fine partita sarà il terzo rossoblu ad aver corso di più con quasi un chilometro in sprint, ndr). Attacco alla profondità del laterale serbo, Iacoponi lasciato sul posto e cross di sinistro per l’implacabile Piatek. Tempi di gioco e movimenti giusti, azzeccati al millimetro come il palo che fa ricadere in porta la girata del centravanti polacco. Poi un altro blackout difficile da spiegare. Si attende una risposta dal campo alla ripresa del campionato, dove all’implacabile fame realizzativa di Piatek (e ci si augura dei compagni) si affiancherà il vorticoso programma offerto dal calendario rossoblu.


I NUMERI DEL GENOA 2018/2019 (aggiornati alla 8° giornata della stagione 2018/19)

*una gara da recuperare (Milan-Genoa, 31 ottobre 2018)

I NUMERI DI BALLARDINI DA TECNICO DEL GENOA IN CAMPIONATO (aggiornati alla 8° giornata della stagione 2018/19)

*considerando anche le partite di Coppa Italia

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