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Luigi Ferraris, il ricordo del mondo Genoa a 110 dalla morte – FOTO

Questa mattina, all’interno della Tribuna dello stadio Luigi Ferraris, alla presenza della famiglia dell’ex calciatore e pioniere rossoblù, si è tenuta la commemorazione ufficiale a 110 anni dalla morte di Luigi Ferraris, il 23 agosto 1915.

Già lo scorso 20 luglio, sul Monte Maggio, un vero e proprio pellegrinaggio verso la cima del monte dove Luigi Ferraris morì, durante la Prima Guerra Mondiale, aveva dato un profondo significato alla data di oggi. Era stato un momento di grande genoanità che aveva coinvolto centinaia di tifosi oltre alla Fondazione Genoa e all’ACG, promotrici dell’iniziativa assieme al Gruppo Alpini di Laghi e Arsiero.

Oggi quella tappa sul Monte Maggio vedrà ricongiungersi una porzione di terra prelevata dalla cima della montagna, luogo di sepoltura del Ferraris per alcuni anni, con la terra del Ferraris. Gli orologi scandiranno le ore 18, mezz’ora prima del fischio d’inizio di Genoa-Lecce. A depositare questa terra, tra gli altri, una rappresentanza dell’Associazione Alpini di Arsiero guidata da Manuel Grotto, storiografo e volontario della medesima associazione. Un gesto tanto simbolico quanto forte, significativo, che sa di ritorno a casa, in quello stadio che gli è intitolato ufficialmente dal 1° gennaio 1933 e che conserva, da quasi un secolo, la medaglia d’argento al valor militare di Luigi Ferraris.

Alla commemorazione erano presenti Eugenio Segalerba, Reggente della Fondazione Genoa 1893 ETS; Giorgio Guerello, portavoce della Fondazione Genoa 1893 ETS; Paolo Caricci, Presidente dell’ACG assieme alla vicepresidente Daniela Benghi. Ma non solo: era presente tutta la famiglia di Luigi Ferraris, guidata dalla nipote Laura, presente già lo scorso 20 luglio sul Monte Maggio. Presenti, sempre in quota Fondazione Genoa, anche Giovanni Villani e Giovanna Liconti.

Ad aprire la commemorazione le parole di Ivano Mucchi, tifoso rossoblù che fa parte di un gruppo di appassionati che, grazie al prezioso supporto dello storico Massimo Prati, lavorano ogni giorno per scoprire nuovi tasselli dell’ultracentenaria storia del Grifone. “Siamo molto contenti di questa grande partecipazione, vuol dire che la sentiamo in tanti – ha esordito poco fuori dalla Tribuna dello stadio di fronte a centinaia di tifosi e tifose rossoblù – Per noi è un grande orgoglio avere qui i familiari di Luigi Ferraris: li abbiamo avuti il 20 luglio e li abbiamo oggi, 23 agosto, due date importanti per ricordare Ferraris. La Fondazione Genoa per noi è stata fondamentale, ci ha aiutato e sostenuto perché il lavoro che stiamo facendo ha avuto anche dei costi”. 

LE PAROLE DI GIANNI GUERELLO – “Siamo tantissimi, in agosto, per una cerimonia e per onorare Luigi Ferraris – ha esordito il portavoce della Fondazione Genoa – Oggi è un evento con la “E” maiuscola, a livello nazionale. È un evento che onora la storia, che riguarda la grande storia, e anche la storia del Genoa, di Luigi Ferraris, della tifoseria del Genoa, della famiglia Ferraris qui presente. È un momento di raccoglimento nel quale sono state fatte delle cose formali per onorare la memoria e il tifo. Questa cerimonia nasce dai valori del tifo e di questa tifoseria. Tutte le tifoserie amano la maglia, i calciatori, ma la nostra ha la peculiarità di non dimenticare niente e di sentirsi parte della storia, onorando la storia dei personaggi che hanno fatto grande il Genoa, siano essi calciatori, dirigenti, tifosi o capi tifosi. E oggi ne approfitto per dire che sono sicuro che un domani, in questa piramide di grandi eroi, ci sarà anche Sidio Corradi, che purtroppo è scomparso questa notte”.

“Questa mattina mi sono svegliato, ho guardato la mia nipotina e le ho detto: “Ferraris non ha mai potuto avere nipoti e figli perché è morto a 28 anni, nel pieno della vita. Non era un esaltato che a diciassette anni ha preso ed è partito, era nel pieno del lavoro e della carriera calcistica. Ha scelto di andare in guerra volontario: poteva imboscarsi, aveva tutte le conoscenze del mondo e Genova, in quegli anni, era città che forniva manovalanza per la guerra. Lo avrebbero piazzato sicuramente, ma è partito, è andato in guerra ed è morto. Non è l’unico: tantissimi ragazzi hanno avuto la stessa storia. Onoriamo anche loro. Noi, come Genoani, li onoriamo perché sono state persone grandi non solo del Genoa, ma anche della società”.

“In tal senso avemmo, vent’anni fa, l’idea di James Richardson Spensley qui a Genova: avevo scritto al console e all’ambasciatore, l’idea era piaciuta di metterlo al cimitero di Staglieno. Il ministro rispose che era una bella cosa, fatta molto bene, ma se avessero fatto un’eccezione – la salma era stata scoperta in un cimitero da tifosi del Genoa (nella Germania centrale, a Kassel-Niederzwehren, ndr), dagli storici e appassionati del Genoa – e lo avessero lasciato portare a Genova, avendo morti in tutto il Commonwealth, avrebbero creato un precedente e non ne sarebbero usciti più. È stato però un segnale. Spensley è stato anche un calciatore, ma uno dei fondatori del Genoa. I Genoani 130 anni dopo se ne sono ricordati. Tutto questo per dire che siamo ad onorare un eroe, la cui medaglia d’argento è stata sepolta nel nostro campo il giorno in cui gli è stato intitolato. Grande Ferraris, grande tutta la sua famiglia, grande tutta l’attività del Genoa che non dimentica niente e ricorda i propri eroi“. 

LE PAROLE DI PAOLO CARICCI – Dopo aver consegnato a Laura, nipote di Luigi Ferraris, un ulteriore ricordo della giornata (una tavola di legno con sopra impressa l’immagine dell’atto di fondazione del Genoa, il 7 settembre 1893, firmata ACG), il Presidente dell’Associazione Club Genoani, Paolo Caricci, ha ricordato che quella odierna è la prima volta, per la signora Laura, allo stadio intitolato allo zio “Luigi Ferraris”. “Parlando del fatto che non fosse mai stata al Ferraris, le ho detto: “dobbiamo subito colmare questa lacuna. Alla prima partita in casa del Genoa dovresti esserci”. Il destino o la fortuna ha fatto succedere che oggi, oltre all’esordio in campionato, sia anche il giorno in cui Luigi Ferraris ha perso la vita”. Conti alla mano, risalendo alla data di fondazione del club rossoblù, Luigi Ferraris aveva sei anni, suo fratello (il padre della signora Laura) ne aveva tre. Storie che si sommano ad altre storie.

LE PAROLE DI EUGENIO SEGALERBA – “Mentre venivo al campo, ho pensato a questo ragazzo, ingegnere, che nel fiore degli anni ha lasciato tutto per andare in guerra e non nelle retrovie, ma nel reparto di prima linea dove si sapeva che il rischio di perdere la vita era altissimo – ha dichiarato Segalerba – Lui parte, con alti valori, e purtroppo non ritorna a casa. Sia grazie al lavoro degli storici della Fondazione Genoa, la gamba culturale del Genoa, che fa un lavoro magnifico, sia grazie agli storici dell’ACG (Associazione Club Genoani) in questi giorni sono stati diffusi tantissimi ricordi dei Genoani di quell’epoca. Mi piace ricordare il valore che traspare dalle parole di uno dei grandi giocatori di quell’epoca, che era Grant. “Vincente o perdente, la mia squadra giocherà sempre lealmente”. Questo è un qualcosa a cui il mondo Genoa deve sempre guardare. La nostra diversità deve essere quella e la figura di Luigi Ferraris, con la sua vita così piena di realizzazioni e valori e onori, ci indica la via. Per questo dopo più di cent’anni è ancora qua”. Seguirà la consegna di una targa commemorativa alla nipote Laura con scritto:

Alla famiglia Ferraris, in memoria di Luigi Ferraris. Ingegnere, calciatore, atleta, ufficiale, eroe, simbolo indelebile di coraggio, passione e lealtà. Il suo nome vive sempre nello stadio che lo onora. Nell’anima del Genoa e nel cuore della gente. Con gratitudine e commozione, il Genoa Cricket and Football Club e la Fondazione Genoa ne onorano la memoria nella ricorrenza del 110° anniversario della morte sul Monte Maggio“. 

Quando è avvenuta la morte di Luigi Ferraris, non ci si rende conto di quanto distante fosse la comunicazione – conclude Ivano Mucchi – Tra le varie cose lette, morì il 23 agosto ma venne comunicato solo il 28 settembre. Tempi lunghissimi che fanno capire come fosse un’altra epoca”. Quest’altra epoca, però, per il gruppo degli storici e appassionati di Genoa che hanno permesso queste iniziative è stata un serbatoio di ricorrenze da evidenziare. Sono molte le scadenze che il 2025 proporrà: si parte da Fawcus passando dai fondatori, dall’importanza di Ferraris e di Spensley, che a sua volta farà 110 anni dalla morte quest’anno, come venti ne farà il Professor Scoglio. Al termine della commemorazione, lo storico del calcio Massimo Prati ha reso pubbliche alcune foto che, in 115 anni, non erano mai uscite.

Si tratta di una quindicina di foto che vanno dal 1903 al 1915, con due aggiunte finali che risalgono all’1 gennaio 1933, giorno dell’intitolazione dello stadio a Luigi Ferraris. Spunta la foto del fondatore del Losanna, Étienne Bugnion, già calciatore del Genoa. Una foto (qui sotto in bianco e nero) che ritrae Bugnion, in tenuta bianca sulla destra, con alle spalle un quattordicenne Luigi Ferraris, in tenuta scura. E spunta anche uno scatto di Luigi Ferraris, risalente al 1908, in un derby con l’Andrea Doria. Ferraris era già titolare nel Genoa.

Nel corso della commemorazione, infine, non sono potute mancare le parole di Laura, nipote di Luigi Ferraris, figlia del fratello di Luigi. “Mi ha commosso moltissimo tutto – ha raccontato, con la voce rotta dall’emozione  È uno spirito, quello che il Genoa ha, che forse avranno anche altre squadre, però qui è sentitissimo. Come ha detto qualcuno, qui non si dimentica niente. Quest’uomo, a 27 anni, ha lasciato tutto e tutti, giovanissimo, per andare in guerra. Vi siamo grati e siamo tutti onoratissimi di essere qua oggi“. Qui sotto le parole rilasciate alla nostra redazione.

 


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