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Serie A, il commento al girone di andata con Sebastiano Vernazza (Gazzetta dello Sport)

A commentare l’andamento del girone di andata, che da sabato lascerà il posto al girone di ritorno, abbiamo raggiunto telefonicamente Sebastiano Vernazza, firma de La Gazzetta dello Sport.

La tua analisi del girone di andata, in cima e in fondo alla classifica?

“Più o meno i pronostici sono stati rispettati. L’Inter capolista più o meno ce la aspettavamo perché era la squadra più forte e lo aveva dimostrato in Champions arrivando in finale contro il Manchester City. Era abbastanza pronosticatile un calo del Napoli, seppur non con queste dimensioni. Non si può più parlare di calo, ma di un’autodistruzione e di un disfacimento. Sorprendente la Juventus seconda per tutti i problemi che avuto, extracampo ma anche in campo. Ha perso giocatori importanti come Fagioli per scommesse e Pogba per doping. Allegri, a parte il giocare un gioco non bello, per usare un eufemismo, è riuscito comunque a mantenere competitiva una squadra che, per me, non è all’altezza dell’Inter. Il Milan è stata una mezza delusione perché aveva preso giocatori interessanti, ma probabilmente è stato un trauma il 5-1 subito nel derby di andata. La squadra piano piano si sta riprendendo, ma credo sia fuori dalla corsa scudetto. La sorpresa vera è il Bologna, che credo pochi si aspettassero ad un livello così alto, mentre la Fiorentina quarta, in piena zona Champions, era prevedibile e lo si poteva prevedere”.

Secondo te quest’anno qual è la soglia salvezza? In fondo alla classifica come la vedi?

“Quaranta punti no, ma per stare tranquillo devi farne 36/37. Meno è rischioso. Quindi credo che al Genoa ne manchino 15/16, diciamo 17 per stare tranquillissimo. È un punteggio assolutamente alla portata dopo i 21 punti racimolati all’andata. È un ottimo risultato che sarebbe potuto essere ancora migliore se la squadra, inspiegabilmente, non avesse perso punti contro formazioni decisamente inferiori. Penso alla sconfitta col Cagliari, che sta dietro al Genoa, ma anche alla sconfitta di Frosinone. È una buona squadra, ma forse non è così forte, soprattutto in difesa, come è stata dipinta nella prima parte di campionato. Poi ci sono squadre che il Genoa ha battuto, come Salernitana e Verona, decisamente inferiori al Genoa. Il Genoa non credo rischi la retrocessione, credo che possa salvarsi con una relativa tranquillità, ma ti anticipo la domanda: credo che sia una scelta strategica sbagliata la cessione di Dragusin. Dragusin, assieme a Gudmundsson, ha garantito il 60% dei punti del Genoa: trenta per cento Dragusin, trenta per cento Gudmundsson. Il primo ne ha evitati tanti, il secondo ha segnato otto reti fondamentali. Perciò cederlo adesso e non a giugno non dico sia un azzardo, perché 21 punti sono comunque una buona garanzia, però qualcosa rischi”. 

Domina il calcio speculativo, ma ti chiedo: chi deciderà il campionato nel girone di ritorno? Il calciomercato o il VAR?

“Voglio sperare che lo scudetto lo decida il campo, magari il mercato anche se non credo Juventus e Inter faranno grandi colpi o tali da sovvertire l’andazzo che più o meno ha preso forma sinora. Quanto al VAR, resto dell’idea che indietro non si possa tornare. E invito tutti a non confondere il VAR con gli uomini VAR. Il VAR è la tecnologia, i varristi sono uomini che interpretano quel che la tecnologia offre. Ed essendo uomini, sbagliano: non sono infallibili. Se dobbiamo cambiare qualcosa, cambiamo i varristi. Diffido molto da quelli che fanno i nostalgici degli arbitraggi vecchia maniera perché non ricordano quanti errori, molti di più di oggi, venivano commessi prima che ci fosse la tecnologia. Perché è vero che ci sono stati errori anche quest’anno, soprattutto quest’anno, ma sono errori di interpretazione delle immagini. E ne sono comunque stati evitati molti più di quanti se ne sono commessi. Il VAR deve restare e, anzi, deve essere implementata”. 


Serie A, il commento al girone di andata con Bruno Bartolozzi (Corriere dello Sport)

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