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Serie B, l’analisi del girone di andata del Genoa: parola a Sebastiano Vernazza (Gazzetta dello Sport)

Sesto appuntamento della rubrica di analisi del girone di andata del Genoa. Questa volta siamo tornati dal collega de La Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza, reduce dal Mondiale in Qatar.

Cosa ci ha detto il girone di andata di Serie B? Ci sono state sorprese rilevanti?

“Mi sembra la solita Serie B, dove più che i valori tecnici prevalgono quelli fisico-agonistici. Vincono le squadre che corrono, che ci mettono qualcosa in più a livello motivazionale. Se dovessi scegliere una partita emblematica del Genoa, scelgo quella di Reggio Calabria. La Reggina non mi ha impressionato per nulla né dal punto di vista tecnico né per il gioco, ma ha giocato da squadra di Serie B: ha corso e combattuto. E questa è la Serie B, dove si deve combattere e lottare. Mi pare che il campionato, in tal senso, sia sempre il solito. Anche il Frosinone gioca un ottimo calcio, ma non è una squadra fenomenale. Una squadra abbastanza “normale”, ma corre e vince: questa è la chiave”. 

Come si è calato il Genoa in questa parte nel girone di andata?

“Il Genoa sconta il peccato originale e l’equivoco Blessin. Non sono di quelli che lo bocciano a prescindere: per me qualcosa ha fatto vedere, soprattutto l’anno scorso. Il problema è stata questa contraddizione fra Blessin e la campagna acquisti fatta. Mi spiego. Se tu vuoi rifare il Lipsia, e mi pare di capire che Spors e Blessin volessero rifare una piccola copia del Lipsia, devi prendere giocatori da piccola Lipsia. Non puoi prendere giocatori bravi come Coda o Aramu e pretendere che giochino il calcio di Blessin perché non giocheranno mai il calcio di Blessin. Il Genoa ha scontato questa difformità tra quello che l’ex General Manager Spors e Blessin avevano in testa. Nel Genoa ci sono – o perlomeno c’erano – due anime, e adesso sta prevalendo quella italiana. Forse meglio nell’immediato perché se devi fare la rivoluzione copernicana come aveva in mente Spors, ti servono anni”. 

Cosa può mancare al Genoa in questo momento? Cosa può servire a livello tecnico dal mercato?

“Il grande enigma credo sia Coda. Bisogna capire che intenzioni ha la società rispetto al suo futuro, anche immediato. Perché se la scelta di Bari è una scelta temporanea, va bene. Ma se diventa non dico definitiva, ma anche solo nel futuro prossimo sì, penso che sia un grosso problema. Lì penso si debba intervenire. Resta? Non resta? E se non resta, come sostituirlo? Questa è la vera domanda. Per il resto, la squadra mi sembra abbastanza completa già così: una volta che è tornato Criscito, poi hai Sturaro e quelli che già c’erano, come Strootman. Parliamo di giocatori che per la B vanno strabene. Hanno un tale patrimonio d’esperienza per cui in B, se riesci a resistere da un punto di vista atletico, resti la squadra nettamente più forte. Ripeto: si tratta di capire cosa si vuole fare con Coda, perché se va via devi prendere un altro centravanti 10/15 gol”. 


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