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Genoa, un girone di andata da incubo. I numeri da cui ripartire per invertire rotta

Foto TanoPress

Lo si è già scritto e detto più volte: il Genoa, oggi, paga gli errori della precedente gestione e, nello specifico, dell’ultimo calciomercato estivo che ha portato cattive valutazioni su cattive valutazioni, innesti incolore su innesti incolore, generando più che una crescita qualitativa una rosa pletorica di calciatori, ingestibile sotto vari punti di vista, non solamente tecnici. Nel mezzo c’è stato il cambio di proprietà, con un già esteso cambio della guardia in molti ruoli apicali dell’organigramma, e oggi vi è l’avvicinarsi del mercato di gennaio. Un mercato al quale ci si è avviati con una sequela di risultati tutt’altro che invidiabile per il Grifone, mai così male negli ultimi anni.

A fine girone di andata, i numeri che fotografano il percorso del Genoa sono estremamente negativi. Non aver mai centrato una vittoria in casa, specialmente ora che il tifo rossoblu è tornato e non ha mai mancato di dare il proprio supporto con spettacoli che molti avevamo “dimenticato” in quel silenzio forzato dal lockdown, è sicuramente il dato peggiore. Non era infatti mai successo nella storia del Genoa in Serie A che i rossoblu chiudessero il girone di andata senza far gioire per il Ferraris, peraltro girando con una media punti di 0.4 a partita e segnando solo 8 gol tra le mura domestiche. Peggio ha fatto solamente la Salernitana con cinque.

Una rotta che andrà invertita presto assieme a diversi altri dati. Per esempio il dato sulle vittorie, una sola in diciannove gare. Un dato che accresce intanto il dato sulle sconfitte, che sono state 10, ossia il 53,2% di tutte quelle giocate nel girone di andata. Più di una gara su due. Poi quello sui pareggi, frutto spesso di rimonte o di gare rimesse in equilibrio da situazione di svantaggio (o doppio svantaggio): i segni X sono stati 8, tanti quanti quelli centrati dall’Udinese. Rossoblu e friulani sono le formazioni di Serie A ad aver pareggiato di più. Un dato che non è necessariamente negativo, se ben abbinato ad almeno 6/7 successi da trovare inevitabilmente nel girone di ritorno, senza fare calcoli su una quota salvezza che pare, in ogni caso, destinata ad abbassarsi ulteriormente.

Il Genoa, malgrado le ultime stagioni si siano sempre contraddistinte negativamente per avere la squadra vicinissima alla zona rossa al giro di boa, non chiudeva il girone di andata al terzultimo posto dalla stagione 2019-20. All’epoca aveva 14 punti, tre più di oggi, ma inferiore era il distacco dal quartultimo posto, oggi lontano 5 punti. Peraltro non si trova mai il Genoa con così pochi punti in classifica nell’era dei tre punti in Serie A. Insomma, la squadra rossoblu ha fatto incetta di record negativi nel suo girone di andata.

Difficile trovare anche lati positivi? È la realtà, ma bisogna provarci. Non sempre, infatti, un terzultimo posto a diciannove gare dalla fine è coinciso con una retrocessione. Si pensi, nel recente passato, al Bologna della stagione 2018/19: terzultimo a -3 dal quartultimo posto, mise in piedi a gennaio una formazione capace di fare 31 punti nel girone di ritorno prelevando Soriano, Sansone e Lyanco.

Anche oggi la cartina al tornasole di già che vedremo da qui a maggio 2022 sarà nuovamente il mercato. La proprietà rossoblu in una recente intervista ai colleghi di RMC Sport è stata realistica: a gennaio è un mercato complesso che spesso privilegia prestiti e accordi a tempo.

Per guardare ad un bicchiere mezzo pieno ci sono da guardare anche le prime tre partite del girone di ritorno, di cui due al Ferraris. Subito la trasferta di Sassuolo, poi Spezia e Udinese intervallate dall’ottavo di finale di Coppa Italia col Milan. Tre appuntamenti chiave, quelli di campionato, che potrebbero dare una sterzata anche al mercato migliorando la classifica del Grifone. Il tutto sperando che a Reggio Emilia la squadra rossoblu possa già disporre di almeno 2/3 nuovi elementi.

Tra le note positive da cui ripartire, poi, vi è anche l’ottima prestazione difensiva sfoderata contro l’Atalanta. Il Genoa risulta oggi la quarta peggiore difesa del campionato con 37 gol subiti, ma dall’avvento di Shevchenko una partita su tre la ha chiusa senza subire gol. A pesare, in tal senso, è la penuria di reti all’attivo ben fotografata dal dato dei 19 gol segnati nel girone di andata da Destro, capocannoniere, e compagni. Si viaggia alla media esatta di una rete a partita, stesso trend di una squadra come lo Spezia che ha la grande pecca di creare tantissimo e concretizzare pochissimo (Spezia-Genoa docet).

Va detto che, confrontando questi diciannove gol coi cinque maggiori campionati europei, non si parla di una media da “retrocessione” in termini di gol fatti perché è attestata in squadre che vanno da metà classifica in giù. Anzi, tra le squadre in zona rossa nessuna ha segnato come il Genoa, sin qui trascinato da Destro (7 gol) e Criscito (5 centri dal dischetto). Semmai, considerando sempre le differenze intrinseche di ciascun campionato rispetto agli altri, il Genoa dovrà essere bravo a valorizzare maggiormente  i gol che segna, evitando e arginando exploit negativi in termini di reti concesse, che sin qui hanno spianato vere e proprie autostrade alle formazioni avversarie e depauperato la classifica rossoblu.


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