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Genoa, Faggiano: “Dobbiamo completare la squadra. E Criscito non si discute” – AUDIO

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Daniele Faggiano è intervenuto nel corso della trasmissione We Are Genoa, in onda su Telenord, per commentare le operazioni in entrata (Pein, Czyborra, Zajc, Goldaniga, Melegoni, Badelj e Asoro quelle già portate a conclusione), quelle in uscita e i prossimi obiettivi di mercato. “Cerco di lavorare per la mia squadra. Posso capire qualche tifoso o qualcuno di voi che possa aver pensato fossimo in una fase di stallo poiché questo mercato è un po’ particolare. Ci sono ancora 15 giorni dopo l’inizio del campionato: non è semplice, non volevo e non voglio sbagliare. Voglio sbagliare il meno possibile, sto aspettando di prendere i giocatori”. 

Ancora Faggiano: “Non è semplice, c’è tanta concorrenza perché il giocatore è uno e le squadre sono tante: convincere un giocatore non è mai cosa scontata, ma con l’aiuto anche del presidente, quando parla con qualche calciatore, ci siamo riusciti. Dobbiamo ancora completare la squadra. È normale che questo mercato non sia semplice, vedete che siamo ancora in tanti ad allenarci ma finché non parte qualcuno non posso farne partire qualcun altro. Dobbiamo prendere qualcun altro ma fare anche tante uscite per far lavorare meglio il mister e avere una rosa ristretta. Spero di fare un colpo che ci possa servire, non dico un colpo da novanta. Sono grande e grosso, i complimenti mi fanno piacere ma mi farebbero piacere a maggio, che tutta Genova sia contenta di quanto fatto. Preferisco riceverli dopo piuttosto che prima. Da tutta la Genova genoana, chiaramente”.

Sul perché abbia scelto di ripartire proprio da Genova: “Ho qualche valvola spostata forse (sorride, ndr). Mi ha convinto tutto, dall’entusiasmo del presidente alla città e alla piazza, la tifoseria e lo stadio. Per me sono uno stimolo importante. Ho lasciato l’incerto per l’incerto, ma per un incerto che vuol dire costruire. Non sono nato in posti tranquillissimi e non ci ho lavorato, quindi ci sono abituato”.

Da Spinelli a Valietti, tanti giocatori da piazzare: “Stiamo cercando di piazzarli, come detto prima ho aspettato perché prima dovevo prendere. Ho giocatori che ho già sistemato ma prima devono arrivare giocatori sostituti o titolari che ora non ho e per fare le coppie qualcuno me lo devo tenere. Ne abbiamo tanti ma ce la faremo: devo essere bravo perché possiamo comprare qualche giocatore ma altri devono uscire. Io penso sempre per il bene del Genoa, che non posso essere ipocrita ma è anche il mio. Fino a quando ci metto la faccia io devo lavorare con la mia testa”. 

Karsdorp e Juan Jesus sono vicini? “Non dico le percentuali, ma uno si e uno no. Di facile non c’è nulla, perché una cosa sembra chiusa da 3-4 giorni e invece sono qua a rompere le scatole alla Roma. La situazione penso sia che avendo venduto Florenzi stanno aspettando per il sostituto”. 

Criscito e Schone? “Sui giornali una mia frase forse è stata interpretata male o ho parlato male, ma io ho detto che tutti dobbiamo dare di più. Mimmo non si discute. Schöne ora con l’arrivo di Badelj? Sono giocatori importanti e fondamentali, poi ci sono situazioni di campo, società e procuratori: è più largo il discorso”.

Ljajic? “Può arrivare anche che ce lo propongano, ma non per forza devono esserci tutti i nomi che ci hanno proposto. È un nome che mi hanno proposto ma per ora no”.

Sugli attaccanti: Caicedo? Non penso. Pinamonti? Stiamo lavorando pure per lui, non è semplice ma si sta evolvendo la situazione. Cutrone nome scomparso? Forse non è mai comparso. Sanabria? Vedremo. Mi dovete capire, potete importunarmi fino a un certo punto. stiamo lavorando per poter dare al mister una squadra il più competitivo possibile”. 

Mister Maran ha richiesto dei tempi per avere la squadra al completo? “Onestamente è un problema. Noi l’unica situazione è che dobbiamo tenere duro in queste partite, perché poi c’è la sosta per lavorare tutti insieme. Il ritiro c’è stato ma è stato marginale. Difesa a 4? Noi stiamo cercando di prendere dei quinti”. Qual è il rapporto del direttore sportivo con Preziosi: “Il presidente è passionale, ci tiene a far bene ed è il primo. Io lavoro con lui: combattiamo per fare una squadra competitiva”.


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