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Genoa, è la partenza peggiore nell’era dei tre punti: mai 20 gol incassati nelle prime otto giornate

Negli ultimi novant’anni, dall’introduzione del campionato a girone unico e senza considerare gli anni della Seconda Guerra Mondiale che impedirono la disputa di due campionati, il Genoa ha disputato 53 campionati di Serie A. Precisamente, 13 nell’era dei tre punti, 40 nell’era in cui le vittorie venivano premiate con due punti.

Focalizzandosi su questi numeri e sui dati a disposizione, emerge un dato molto significativo della caduta libera di questo Genoa 2019/2020. Dal punto di vista statistico, questa partenza del Genoa è tra le peggiori in assoluto degli ultimi novant’anni. Sicuramente la peggiore nell’era dei tre punti, dal 1994 ad oggi.

Quella attuale eguaglia soltanto l’incipit stagionale del campionato 2017/18: in quel caso nelle prime otto giornate i punti conquistati furono 5, ma la differenza reti di quest’anno è fortemente in ribasso (-11) rispetto all’annata con Juric al timone.

Con venti reti subite, peraltro, quello attuale è il primo Genoa della storia ad aver incassato venti gol nei primi otto turni. Mai era successo, in Serie A, che il Grifone si trovasse condannato a viaggiare ad una media di 2,5 gol subiti a partita all’inizio di una stagione sportiva. Una media che, tra l’altro, rispolvera il dato sulle occasioni create e non concretizzate: la media gol a partita è infatti di 1,1 e non tiene il passo di quella relativa ai gol incassati.

Per ritrovare una stagione peggiore, in termini di punti, dobbiamo andare indietro all’era dei due punti. La stagione 1976/77 coi suoi 4 punti è la più recente in ordine di tempo, mentre la meno recente è l’annata 1940/41. In mezzo ve ne sono altre sei, di cui due propongono nuovamente quota 5 punti (stagione 1949/50 e 1950/51).

I numeri proposti hanno ulteriormente peggiorato il quadro stagionale del Genoa, ieri pomeriggio sconfitto pesantemente dal Parma e divenuto peggiore difesa del campionato. Della gara del “Tardini” si è parlato diffusamente nell’editoriale di questa mattina, analizzando errori e aspetti che non hanno funzionato (clicca QUI per saperne di più).

Non ci ripetiamo sui medesimi concetti, ma proponiamo solamente alcune riflessioni. Perché il Genoa in partita ci è rimasto 37′ e in quel lasso di tempo non aveva neppure fatto così male. Aveva talvolta traballato, graziato soprattutto da Cornelius a due passi dalla porta, ma aveva anche creato un paio di occasioni con Pandev e Goldaniga e mantenuto per quasi tutta la partita il vantaggio nel possesso pallone, mai stata una caratteristica peculiare del Parma.

La statistica su uno dei problemi di maggiore entità di questo Genoa, quello della concretizzazione sotto porta, è testimoniato proprio da questa grafica: undici conclusioni, di cui sei indirizzate verso la porta, ma una sola rete segnata da Pinamonti nel secondo tempo, una delle pochissimee note positive della sfida del Tardini.

Il Genoa ha dovuto tirare sei volte per segnare un gol, al Parma sono bastate sette conclusioni per segnare cinque gol. Il tutto senza dimenticare i regali messi sul piatto dai giocatori rossoblu che hanno largamente incentivato il dilagare della squadra di D’Aversa. E non passi in secondo piano il dato sui recuperi del pallone: il Genoa è praticamente doppiato dal Parma (36 recuperi contro 72), che in quel frangente ha messo qualcosa in più rilanciando in contropiedi in almeno due dei cinque gol segnati.


I PUNTI DOPO OTTO GIORNATE DI CAMPIONATO

stagione nell’era dei tre punti

stagione nell’era dei due punti


PARGEN

LE STATISTICHE DEI CALCIATORI ROSSOBLU 


I NUMERI DEL GENOA 2019/2020 (aggiornati alla 8° giornata)

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