Nel dopogara della sfida tra Roma e Genoa (clicca QUI per leggere la cronaca) è intervenuto mister De Rossi dalla sala stampa. Ecco le sue dichiarazioni. “Gli errori si fanno. Li abbiamo fatti con l’Atalanta, con l’Inter, col Cagliari, ma è come reagisci agli errori che fa la differenza su quanto stati dentro la partita. E noi ci siamo stati poco. Nel secondo tempo sì, siamo rientrati, ma era anche abbastanza direzionata”.
“Mi avete visto dopo l’Atalanta e l’Inter in conferenza, eravate lì, e il mio approccio alla conferenza era diverso perché c’era stata un’altra prestazione – prosegue De Rossi – E anche lì c’erano stati errori e avevamo regalato un pochino di cose, ma oggi non abbiamo reagito molto e ci siamo ammosciati. Contro una squadra come la Roma non ti è permesso perché vengono fuori, nei duelli, e non siamo riusciti ad andare a prenderli alle spalle, in verticale come avevamo preparato. È uscita fuori la differenza tecnica. Se giochiamo al cento per cento tutte le partite, la differenza tecnica che può esserci la colmiamo. Se giochiamo al novantanove per cento, dipende. Se giochi contro squadre più piccole te la cavi, se giochi contro la Roma prende le imbarcate. Se giochiamo come con l’Atalanta, ne vinceremo tante di partite. Se giochiamo come oggi, diventa difficile”.
Passaggio di interesse quello legato alle spiegazioni che avrebbe ricevuto in merito alla non assegnazione del rigore per l’uscita di Svilar su Østigard. “Le spiegazioni dell’arbitro non le ripeto perché non farebbe una bella figura. C’era qualcuno che doveva guardarla dal monitor, per me non c’erano altre valutazioni. Non abbiamo perso per quell’episodio, magari però cambiava subito il parziale. Io ho visto solo lui uscire col sangue, con l’occhio gonfio. Dopo l’ho rivisto e lascia poco spazio alle interpretazioni… Il problema sono le spiegazioni che danno, la linea che danno. Non cambiava nulla, magari avremmo perso lo stesso. Sono stato il primo ad essere stato contento del VAR, però se è uno strumento importante per dirci che non sbagli mai, allora non c’è più credibilità. Un cazzotto in faccia è un cazzotto in faccia. Poi si parla di forza, di impatto, di un braccio lungo o corto, ma sono supercazzole”.
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