L’ex direttore generale del Genoa, Giorgio Perinetti, ha nella sua lunga carriera un legame molto stretto con la famiglia De Rossi, essendo stato tra gli scopritori del papà, Alberto, quando giocava nell’Ostiamare prima di diventare un grande allenatore delle squadre del settore giovanile della Roma. Ci siamo fatti presentare da lui il nuovo tecnico rossoblù Daniele De Rossi.
“La famiglia De Rossi è una famiglia tutta votata al calcio e il papà è stato un mio giocatore. Io ero giovanissimo e lui era un ragazzo della Primavera, credo l’avessimo preso proprio dall’Ostiamare che, guarda caso, oggi è di proprietà del figlio di Daniele, che credo ne sia il presidente. Era un giocatore, il papà, molto serio, una persona per bene, un ragazzo molto concreto anche nel suo gioco. Lui giocava da libero e una delle sue caratteristiche era quella di avere qualità ai calci piazzati. Eseguiva molto bene le punizioni e faceva spesso gol. Aveva carattere ed era serio ed equilibrato.
Queste caratteristiche le ha sempre mantenute, anche crescendo, quando poi ha cominciato a girare in Italia per fare calciatore. Poi è rientrato a Roma e credo che sia stato uno dei più longevi allenatori. È stato uno di quelli che ha avuto per più tempo in mano la Primavera e comunque le giovanili giallorosse. In questa scia è cresciuto Daniele. Ha le qualità del papà. In più ha avuto le possibilità di avere un grande fisico che l’ha aiutato a formarsi nel calcio di oggi, nel calcio moderno. È stato un giocatore eccezionale e questa proiezione la sta portando nella sua nuova figura di allenatore. Credo che lui farà molto bene perché ha competenza, passione, entusiasmo e soprattutto grande professionalità e grande serietà”.
Qualche giorno fa, a Genova, abbiamo intervistato dei tifosi e hanno detto che se la squadra prende un quarto dalla grinta di De Rossi, siamo a posto. Lei cosa dice?
“Sì, perché lui fa tutto con trasporto, con grande passione, sentimento. Lo vedevamo in campo. Forse era un giocatore anche portato allo scontro fisico, con molti falli, molte ammonizioni, ma proprio perché non si risparmiava mai. Sempre molto corretto, però anche molto determinato. L’ho avuto da avversario tante volte e ho sempre avuto l’impressione e la certezza di trovarmi di fronte ad un avversario forte, determinato, che voleva sempre vincere, trascinatore dei compagni. Queste caratteristiche penso che le porterà nella squadra che allena. Adesso ho la possibilità di allenare il Genoa, che è una delle società italiane, uno dei club italiani, dove queste caratteristiche di coinvolgimento, di essere da traino anche per la tifoseria, sono fondamentali. Grande tifoseria a Genova, grande carattere in panchina, la squadra non potrà che essere coinvolta da questa situazione“.
Direttore, io l’ho ascoltato in due conferenze stampa, prima e dopo la partita con la Fiorentina. Ha anche una bella parlantina, perché ha parlato di tutto senza nascondere niente. Un’altra delle sue caratteristiche è dare pane al pane e il vino al vino…
“È sempre schietto, ha proprietà di linguaggio, è molto esplicito nel parlare, quindi si fa capire. Non si nasconde dietro un dito, non si nasconde dietro a termini particolarmente complicati. Lui vuole essere molto diretto e penso che questo sia alla fine una dote. Ripeto, per me farà bene. Ha avuto un’esperienza negativa alla SPAL, ma non era stato messo assolutamente in condizioni di lavorare. Adesso che ha comunque una società, una città che ama il calcio, sente la passione della gente e lui può trasmettere questa passione, io credo che De Rossi farà un bel lavoro”.
Tra l’altro è stato ben accettato, perché nei Distinti, durante la partita con la Fiorentina è uscito un’istruzione di benvenuto da parte dell’Associazione Club Genoani. Addirittura qualche giorno fa, alla ripresa degli allenamenti, dopo questa settimana di sosta per la nazionale, ne è uscito un altro dei gruppi ultras dei tifosi della Nord. Vuol dire che la gente ci crede che Daniele De Rossi possa salvare il Genoa…
“Credo che faccia bene investire sulla persona ancora prima che sull’allenatore. La gente non potrà che fidarsi di un allenatore che è anche una persona per bene, un grande professionista con idee calcistiche importanti. Credo che queste componenti convinceranno del tutto i tifosi del Genoa a stargli vicino e a sostenerlo”.
Una caratteristica tra SPAL e Roma è stata che De Rossi è uno a cui piace il bel gioco, ma deve avere però anche i giocatori per avere il bel gioco, probabilmente. Alla SPAL è stato difficile, perché fare il bel gioco in Serie B è difficile. Col Genoa sarà più facile?
“De Rossi era stata scelto alla SPAL direttamente da Tacopina. Questo probabilmente non piacque neanche ai dirigenti dell’epoca. Da Tacopina ebbe promesse di intervento sul mercato che poi non sono state rispettate, quindi è stato messo il difficoltà. Alla Roma ancora qualcuno non riesce a spiegarsi il perché di quel cambio, quindi lasciamo stare. È una cosa che veramente non si è capita. Lui si è accollato l’eredità di Mourinho, scusate se è poco. Forse era uno dei pochi che potesse ricevere un’eredità così pesante, e poi è stato abbandonato. Non si capisce neanche il perché, perché sinceramente i risultati erano difficili. Non vedo per quale motivo non si potesse dare fiducia a De Rossi per qualche partita ancora e capire cosa sarebbe successo”.
Under 15 | Pareggio a suon di gol tra Genoa e Reggiana. Risultato e marcatori

