Al termine della partita tra Genoa e Fiorentina, in conferenza stampa è intervenuto mister De Rossi a commentare la sfida. “Era la partita che avevo chiesto. Non mi sono messo a fare il fenomeno, a chiedere ai ragazzi cose che sarebbe stato irrealistico sperare di ottenere o cose che ci avrebbero messo più in difficoltà che altro. Dobbiamo ripartire dalla consapevolezza che si debba lavorare tanto, ma mi pare un gruppo di ragazzi disposto a farlo, che in partita ha lottato coi denti contro una squadra molto forte”.
Malinovskyi a fine partita lo abbiamo visto correre per non perdersi il suo discorso. Può essere il giocatore che vi darà la qualità che oggi a tratti non si è vista…
“Lui sicuramente è giocatore di qualità, forse quello ad averne più di tutti. Se giocheremo ancora come oggi sarà difficile accenderla e sfruttarla questa qualità perché non siamo stati puliti e fluidi. Probabilmente, però, la mia richiesta era un’altra: c’era anche una componete di blocchi come il non aver mai fatto gol in casa e aver chiuso l’ultima partita in casa qui on una sorta di contestazione. Nel calcio una squadra che è in difficoltà deve partire dalla lotta, dal cuore – spiega De Rossi, interrotto da un abbraccio di Dzeko, suo ex compagno alla Roma. “Pur non avendo demeritato nulla, spero non giocheremo sempre così, spero saremo un po’ più puliti. Contro una squadra come la Fiorentina non è neanche facile perché loro stanno lì per sbaglio: sono squadra nettamente superiore a quel livello di classifica”.
Negli ultimi tre campionati il Genoa mai ha segnato su rigore. Ne ha calciati quattro e sbagliati quattro. Sceglierà un rigorista?
“Ieri Colombo si è allenato Lorenzo e li tirava bene. Ci alleneremo anche su quello, anche se dovremmo allenarli con la Gradinata Nord che aspetta un gol. E lì entra in ballo un discorso non solo tecnico – che è relativamente importante – ma un discorso emotivo. Perché? Perché è un pallone che pesa. I ragazzi sono pagati per questo. Poi c’è, però, la componente umana, che un po’ ti blocca e raffredda le gambe. Può succedere. Rigori li abbiamo sbagliati tutti, io per primo. Spero non sia un blocco mentale, ma ne parleremo il giusto per non farlo diventare un problema più grosso di quello che è”.
Che effetto le ha fatto lo stadio?
“Stadio e atmosfera li conoscevo. La conferenza stampa pure…l’ultima volta non sono arrivato a giovedì, questa volta spero di sfangarla (sorride, ndr). A parte la battute, lo stadio mi ha emozionato. Ero teso, ero concentrato, non sono neanche uno che fa troppe smancerie e mi imbarazzo pure. Rispetto a tanti altri allenatori o calciatori, non è una consuetudine rappresentare un popolo che non sia la Roma perché nella mia vita non mi sono mai spostato da casa mia. Quella maglia addosso, come quella della Nazionale, sono una seconda pelle. Però l’ho già detto in conferenza: voglio vivermi questa esperienza non in maniera fredda, ma facendomi travolgere da questo amore a suon di punti, mica facendo altre cose“.
Guardando la partita, ha confermato il 3-5-2 di Reggio Emilia. Su cosa dovrà lavorare di più e cosa le è piaciuto di più?
“Abbiamo tanti trequartisti e giocatori offensivi che alzano la cifra tecnica e qualitativa della squadra. Questi giocatori hanno bisogno di una gestione del possesso palla differente, che non significa esser leziosi e lenti, ma fare girare la palla più velocemente e accendere questi giocatori. Oggi non era quella la mia richiesta. Oggi era una partita che volevo giocare più sulla profondità, che possiamo andare a cercare con tanti giocatori. Quella è la prima cosa su cui dobbiamo lavorare. Voglio, soprattutto, che i ragazzi capiscano quello che sto dicendo loro. Non chiederò loro cose folli o che non possono fare, ma un tipo di lettura che si allena e si allena. Io l’ho provato anche in altre esperienze e si può migliorare tantissimo: escono fuori tantissime cose in più sulla parte offensiva”.
Quanto le è piaciuta la reazione al secondo gol subito dopo meno di tre minuti E poi: secondo gol di fila su calcio piazzato da parte del Genoa, un aspetto che va in continuità con Reggio Emilia e sul quale il Genoa è pericoloso. Quanto ci lavorerete ancora?
“Molto, perché tante partite si decidono sui piazzati. Ci abbiamo lavorato anche ieri perché, al di là del gol fatto, il Genoa ha subito troppo sui calci d’angolo e oggi abbiamo commesso un rigore. È come se avessimo ripreso un gol, anche se in maniera casuale e non volontaria. Dobbiamo lavorare tanto sui dettagli. Fai gol, dopo un minuto ti pareggiano in quella maniera lì, poi rientri e sbagli il rigore, ti fanno gol e agisci di nuovo ad una mazzat che avrebbe ammazzato squadre con più esperienza e punti di noi. Abbiamo reagito dal Genoa, con lo spirito da Genoa che è un po’ nell’ideale collettivo dei Genoani. Si riparte da lì”.
Abbiamo visto una squadra più verticale, che ci ha provato fino all’ultimo, anche a fare la partita schiacciando la Fiorentina per molti minuti…
“Onestamente tutto questo predominio e questo aver schiacciato la Fiorentina io non l’ho visto. È stata una partita abbastanza equilibrata, con momenti in cui ci hanno schiacciato e momenti in cui li abbiamo schiacciati noi, soprattutto facendolo con le seconde palle e le palle verticali, molto poco con possesso palla ed entrare palla a terra. Se aggiungeremo questa capacità di entrare palla a terra per accendere i nostri giocatori offensivi potremo fare partite importanti anche con squadre forti come la Fiorentina”.
Tornando su Colombo, vero che ha sbagliato il rigore, ma dall’esultanza al gol si è visto quanto ci tenesse. Si vede che è un ragazzo che ci tiene…
“Ci tiene tanto, ma ci tengono anche gli altri. Oggi Ekhator è venuto in panchina con un problema al piede, forse da qualche settimana. Sicuramente lo ha da tre giorni. Ha una fascite plantare pesante, è un ragazzo ma è voluto essere lì, soprattutto perché Ekuban ha avuto un risentimento. Eravamo un po’ strettiti lì davanti come centravanti. Lorenzo ha fatto una bella partita ed è lo spirito che rivedo anche in altri giocatori. Sono fiducioso. Il gol per un attaccante è un po’ una pillola magica, dà un po’ di serenità in più. Finire questa partita con quel rigore sbagliato, sotto la Gradinata, avrebbe potuto affossarlo in queste settimane. Si è invece ripreso, ha fatto una gol da Gialappa’s, una fagiolata. A volte, però, si riparte da queste situazioni un po’ meno belle. Per chi ama questo genere di situazioni, sono belle altrettanto”.
Oggi ha capito che qui, comunque vada, non si annoierà. Continuerà a vivere emozioni forti…
“Sì, speriamo che magari presto sdaranno un po’ più da parte nostra gli episodi. Non abbiamo dominato la Fiorentina, il pari è giusto, ma negli episodi siamo stati un po’ meno fortunati”.
Ora c’è la pausa. Questo punto quanto è importante per lavorare in queste settimane di stop?
“È un punto importante per la classifica, ma anche in ottica pausa, per lavorare in queste due settimane. Lavorare con una sconfitta, che credo sarebbe stata rocambolesca e immeritata, si sarebbe sentito sul groppone e non ci sarebbe stata la migliore atmosfera per lavorare. L’avremmo fatto comunque, perché nel calcio si vince e si perde, ma siamo felici di poter lavorare con un minimo di positività in più. Un minimo, perché tanto poi lì sotto stiamo”.
Come concilierà in futuro il 3-5-2 con la batteria di trequartisti?
“Bella domanda. Abbiamo attaccanti che giocano bene in coppia, che si aiutano, ma abbiamo anche tanti giocatori con tanta qualità, sulla trequarti e sugli esterni. Alcuni di loro possono diventare dei quinti interessanti perché hanno gamba, organizzando la squadra in modo tale che li supporti nella fase difensiva dalla loro parte. Nulla vieta di giocare anche anche 3-4-2-1. I ragazzi sono delle spugne. Siamo tantissimi ed è faticoso lavorare, perché ogni tanto devi lasciare 3/4 fuori ogni esercitazione ed è brutto. Mi stanno però dando tanta disponibilità. Oggi, avendo tanti giocatori lì davanti, abbiamo avuto giocatori che hanno giocato nonostante avessimo due o tre giocatori o squalificati o infortunati. A volte una rosa più numerosa può aiutare. Alla lunga, certo, un numero più ristretto di giocatori sarebbe meglio per lavorare meglio settimanalmente”.
Con Vanoli c’è stato un lungo abbraccio. Cosa vi siete detti? Magari avete scherzato anche sul fatto che per un po’ di tempo questa partita avreste potuto giocarla a panchine invertite…
“Gliel’ho detto. Non vedevo l’ora che qualcuno ti prendesse così, in teoria, sarei rimasto io (sorride, ndr). Ci sono tanti allenatori che sarebbero potuti essere qui al mio posto con una carriera e un’esperienza più grandi della mia. Con Vanoli ci lega l’esperienza in Nazionale, come vice di Ventura. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, ci incontrammo a Venezia con la Spal. È stato bello rivederci. I nostri nomi si sono un po’ intrecciati negli ultimi giorni e nelle ultime settimane. Lo ricordo con affetto, da quando abbiamo lavorato insieme, e lo vedo diventare un allenatore sempre più bravo. Cerco di prendere spunto anche da lui per quanto fa in questo lavoro”.
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