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Como-Genoa | Gli episodi: dalla posizione di Morata al mancato secondo giallo per Valle

Il Genoa esce da Como con un punto e alcune decisioni arbitrali da rivedere. Almeno quattro, per la precisione. Andando con ordine, si parte dalla rete al 12′ di Nico Paz, nata da un errore a centrocampo di Colombo e una rapida verticalizzazione del Como, recapitata nei piedi dell’uomo più estroso della formazione lariana.

Nico Paz si libera per andare al tiro, col mancino, e sorprende Leali con un’ottima conclusione. Sin qui, tutto a posto. Il quadro cambia se si guarda la posizione di Morata, in fuorigioco e sulla traiettoria del tiro. Lo spagnolo si trova all’altezza del dischetto del rigore, quindi sulla linea degli undici metri. La revisione al VAR (Gariglio) è sull’episodio, che valuta la posizione di Morata non influente sulla visuale di Leali.

Sarebbe stato da annullare il gol del Como? Di sicuro, già in questo campionato, c’è un precedente che spiega come siano cambiate le linee di valutazione dell’AIA. Si deve tornare alla seconda giornata, a Parma-Atalanta, e al gol di Pasalic. Sulla traiettoria del tiro, esattamente davanti a Suzuki (portiere del Parma), si trova Sulemana. Il gol viene convalidato, anche qui dopo revisione al VAR. Come mai?

La risposta sta nella distanza del giocatore dal portiere e nella sua posizione, al di fuori dell’area piccola, quindi sui cinque metri e cinquanta. Morata era all’altezza del dischetto, come segnalato, e la sua posizione deve essere stata valutata come non influente per l’intervento di Leali. Ovviamente si tratta di un’interpretazione basata sul Regolamento, alla Regola 11, ed è già la seconda volta in questa Serie A che arbitri e VAR vanno nella medesima direzione decisionale.

Il secondo episodio è al 70′ quando Valle, già ammonito, interviene fallosamente su Masini. Il secondo giallo, al di là della direzione della palla che sarebbe andata in rimessa laterale, sarebbe stato sacrosanto. La valutazione di campo, tuttavia, opta per non sanzionare il laterale sinistro. Il VAR, come noto, non può intervenire per attribuire un secondo giallo e può farlo solo se un intervento da giallo sia punibile da rosso.

Non finisce qui. Andando al minuto 86′ di gioco, uscita molto rischiosa di Butez su Østigard. Il portiere spagnolo salta col ginocchio alto e colpisce alle costole il difensore rossoblù, che rimane a terra e lascerà il Genoa qualche secondo in dieci. Episodio decisamente opposto a quello in Fiorentina-Napoli del giorno prima: Milinkovic-Savic, portiere del Napoli, contende un pallone a Piccoli, centravanti della Fiorentina, ma con accortezza decide di sfruttare i centimetri in altezza e di non alzare il ginocchio al momento dell’uscita. Piccoli resta a terra, ma non c’è alcuna decisione di attribuire rigore. Il rischio corso da Butez è ben differente: basti pensare alle proteste sollevate dal Torino, due stagioni fa, quando l’allora rossoblù Martinez saltò su Zapata in una dinamica simile. Furono giorni di tam-tam mediatico, col portiere spagnolo che rischiò non poco.

Chiudiamo con l’episodio del rosso a Jacobo Ramon. Siamo all’89esimo. Intervento negligente e imprudente, a gamba alta: Piccinini sceglie in pochi secondi, con buonissimo tempismo, e prende la decisione corretta, Regolamento alla mano. Proteste del Como, ma il VAR conferma.


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