Crepe inaspettate nella prima vera gara ufficiale giocata dal Genoa contro il Venezia. Crepe inaspettate dopo aver seguito e visto gli allenamenti (non solo atletici) durante la settimana che ha preceduto l’incontro.
Gli alibi nella partita giocata contro il Venezia non sono pretesti, alcuni sono verità come quello della rosa ristretta da infortuni e problemi familiari ai quali bisogna aggiungere anche lo “scazzo” procurato dal calciomercato ad altri calciatori. I carichi di lavoro pesanti non possono essere alibi contro una squadra che ha lo stesso periodo di preparazione a pochi chilometri da Moena.
La società e Gilardino hanno scelto di non giocare con il Roccapepe e riempirlo di gol come succede nelle cronache di altre partite. Si è deciso di giocare contro gli austriaci che parteciperanno da sabato prossimo al campionato maggiore e con il Venezia che si giocherà le sue chance per andare in A, perse sul filo dei playoff lo scorso anno dopo un girone di andata folle. Prossimamente i rossoblu se la vedranno col Monaco che giocherà nella Serie A francese; a seguire la Cremonese, altra squadra che si sta attrezzando per ritornare in A. Saranno test importanti per il Vecchio Balordo e probabilmente potrebbe essere il modo più facile per camuffare la finzione e renderla verità.
Gilardino in questa preparazione è stato bravo nel cercare il primo obiettivo, quello di trovare il modo di coordinare armonicamente le abilità e gli sforzi di ogni singolo calciatore al fine di fare risultato. Chi è di buone orecchie, oltre ad aver visto, ha anche sentito i consigli del tecnico.
Allenamenti che oltre curare la parte fisica comprendevano l’applicazione dei principi che regolano o dovrebbero regolare in campo il comportamento delle azioni in fase di possesso e non, applicando determinanti procedimenti tecnici e schemi di gioco. Con il Venezia invece sono venute a galla crepe inaspettate, in particolare nel cuore del gioco.
Il centrocampo nel gioco di Gilardino è uno dei punti nevralgici di tutto il collettivo, quello che può e deve determinare la vittoria (e quando è alienato la sconfitta). Contro il Venezia e il centrocampo a rombo dei lagunari è andato in crisi sul piano del gioco avendo difficoltà a livello fisico e di gamba ad agire come difensori quando il pallone era in possesso degli avversari e come attaccanti non appena fosse il Vecchio Balordo ad entrare in possesso. Attenzione: quando l’operazione riusciva in fase di possesso le occasioni da gol venivano create dal Grifo, e non poche, ma allo stesso tempo venivano sprecate dai soliti errori dei centravanti e di quelli a rimorchio. Oltretutto in fase di non possesso quando l’operazione non era fluida e ritardata gli errori sono costati reti.
A questo punto le crepe sono sotto gli occhi di tutti. Tra oggi e domani arriverà Retegui: lo ha dichiarato lo stesso calciatore ma da solo sarà difficile che risolva tutti i problemi del Genoa. Il club rossoblu ha gli stessi problemi di inizio stagione in Serie A: la corsia di destra e soprattutto rinforzare il centrocampo con giocatori “eclettici” di peso, di gamba, ricchi di fantasia e padroni di molteplici tecniche, sia quelle caratteristiche del gioco di attacco, sia di difesa, sia di centrocampo. Servono calciatori in grado di occupare efficacementecon la corsa e la necessaria e relativa disinvoltura qualsiasi zona del terreno di gioco. Operazione non facile in questo momento, almeno che non si voglia fare un investimento importante da parte della società.
Anche se le notizie arrivano da fuori, il Direttore sportivo e i suoi uomini avevano messo gli occhi – la notizia proveniva da Lens e Buoncalcioatutti non l’ha diramata per non invogliare altre società a scatenare l’asta – su un calciatore della nazionale del Camerum. Ieri, guardando le cronache di calciomercato, abbiamo vvisto che il calciatore Onana Jean, camerunense del 2000 di un metro e 89, è passato al Besiktas squadra turca per una cifra intorno ai 4 milioni. Non ci resta che dire peccato, poteva essere il profilo giusto per il centrocampo rossoblu a quarti.
A meno di un mese dall’inizio del campionato, piuttosto che creare alibi, il Genoa dovrà trovare alchimie per rinforzare la squadra e ridurre la rosa che ha partecipato alla preparazione in Val di Fassa. Alibi e alchimie esistono entrambi, i primi sono facili e richiedono poco impegno.
Oltre a Retegui occorre alla svelta un altro colpo nel cuore del gioco per permettere a Gilardino di lavorare e dare il meglio di se stesso come è successo nella preparazione estiva di Moena. Bravo Gilardino a ridare verve a Yeboah schierandolo sulla corsia di sinistra, la sua velocità potrebbe essere più utile che farlo giocare come nel passato centravanti.
Calma e gesso al grido di “stiamo bene e insieme” l’ultimo motto del Presidente Zangrillo che dovrà continuare ad essere presente in tutti i genoani. Peccato che la sua intervista a Moena sia stata solamente anticipata a venerdì. Le sue parole al sabato avrebbero potuto rincuorare il popolo genoano.
Ci ha pensato Gilardino dopo la gara con il Venezia: “Campanello d’allarme che può farci solamente bene”. Noi aggiungiamo non solo alla squadra e alla rosa, ma anche al calciomercato del Vecchio Balordo.