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Genoa, Gilardino: “Bisogna festeggiare, e anche tanto. Fatto qualcosa di straordinario”

L’allenatore del Genoa, Alberto Gilardino, si è presentato nella sala stampa del Ferraris per commentare la partita contro l’Ascoli (clicca QUI per leggere la cronaca). “Bisogna festeggiare,  e anche tanto. Sono state una giornata e una cavalcata incredibili. Merito dei ragazzi, dello staff, di chi ha lavorato dietro le quinte, dallo staff medico ai dottori, dai magazziniere ai giardinieri. Chiunque abbia contribuito a questa impresa. Una menzione di merito particolare al nostro popolo, che anche oggi è stato indescrivibile. Oggi è stato qualcosa di incredibile”.

Una settimana fa scherzosamente parlavo di Frosinone-Genoa come una gita. Hai sorriso, ma dentro di te cos’hai pensato?

“Erano tre notti che non dormivo e alle quattro e mezza guardavo il cellulare. I miei pensieri erano tanti, rivolti a squadra e ragazzi, alle responsabilità che avevamo in primis con noi stessi, ma anche con la nostra gente. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario perché sei mesi fa, quando ho preso in mano la squadra, non era così scontato che si potesse arrivare a due giornate dalla fine e vincere un campionato. È stata una grandissima cavalcata”. 

C’è un grazie particolare che vuoi fare?

Sì. Un grazie a mia moglie, alle mie figlie e ai miei genitori che oggi erano in tribuna. Una dedica speciale a loro e una a mia nonna, che quest’anno mi ha lasciato ed era una seconda madre per me: sono sicuro che oggi ha contribuito anche lei a questo traguardo”. 

Che emozione hai provato vedendo la partita dallo sky box?

“Uno spettacolo incredibile, anche se non è stato semplice viverlo dall’alto. La partita si vede molto bene e, parlando a livello tecnico-tattico, non è stata una partita semplice ma siamo stati bravi a farla diventare come volevamo. Abbiamo affrontato una squadra che ha gamba e corsa e sta bene fisicamente in questo momento. Non era così scontato ottenere un risultato come oggi, pur avendo avuto occasioni per arrotondare il risultato”. Sulle condizioni di Sturaro: “Ha avuto un problema all’adduttore, è stata precauzionale l’entrata di Jagiello”. 

Oggi doppia promozione: anche la Primavera promossa. Quest’anno sul mondo Genoa hai avuto la bacchetta magica, oltre che il violino…

“Sono felice per i ragazzi della Primavera, per Taldo, per mister Agostini e tutti quelli che hanno contribuito a questa cavalcata anche in Primavera. So quanto ci tengano, so il lavoro che c’è dietro. Conosco la dedizione di tutti, dal team manager ai magazzinieri. È un traguardo importantissimo anche per loro e sono contento di aver fatto una piccola parte. Quindi complimenti a mister Agostini e a tutti i ragazzi”. 

Ad un certo punto Badelj ha parlato con Caridi con questione tattiche da risolvere e si sono risolte. Sul finire della partita Strootman ha preso Ekuban e gli ha detto di restare dalla bandierina. Vogliamo ah giocato con una fasciatura. Un vero spirito da Genoa, lo spirito della vittoria…

“Sono d’accordo. Ho avuto la fortuna di avere degli allenatori in campo, dei ragazzi e dei giocatori intelligenti, e la bravura di avere avuto spirito di squadra e di averlo creato quotidianamente. È stato indispensabile per raggiungere questo traguardo. I ragazzi sono stati bravi ad assimigliare tutte le questioni tecnico-tattiche che venivano date loro in settimana. Soprattutto è stata importante la formazione mentale che hanno avuto questi ragazzi”. 

Qual è stato il tocco magico che lei ha avuto? Adesso Frosinone-Genoa diventa una scampagnata, coi rossoblu a quattro punti dai ciociari…

“Anzitutto colgo l’occasione per fare i complimenti a Fabio Grosso e al Frosinone che hanno fatto qualcosa di incredibile: hanno avut0 la forza di mantenere una struttura rispetto all’anno scorso, con l’allenatore, proseguendo il lavoro fatto l’anno scorso. Credo che, oltre agli aspetti tattici per cui uno può avere idee differenti rispetto ad un altro, abbiamo dato fiducia ai ragazzi, consapevolezza. Siamo riusciti a creare un DNA forte con giocatori che mentalmente erano preparati, anche tatticamente, per giocare certi tipi di partite. Giocatori d’esperienza che servono in questa categoria per gestire tante situazioni. Poi abbiamo abbinato qualche giovane a questi giocatori ed è nata una magia”. 

Blazquez ha detto: “Ripartiamo da Gilardino in Serie A”. Che sensazione le dà?

“Mi fa piacere che Blazquez dica queste cose e lo ringrazio. Mancano due gare di campionato, festeggiamo ma vogliamo finire il campionato nel migliore dei modi. Avremo poi tempo di parlare e programmare”. 

C’è un momento in cui hai pensato è dura oppure un altro dove hai detto “è fatta”?

“Ce ne sono stati vari momenti. Le vittorie con Frosinone e Reggina in casa, oppure vittorie fuori casa importanti come quella di Bari che ha dato un segnale, quello che c’eravamo, che questa squadra aveva margini di miglioramento per arrivare sino in fondo. La maggiore difficoltà avuta? Le difficoltà sono normali, pur avendo avuto una breve carriera da allenatore visto che ho allenato in Serie D, Lega Pro e qualche mese in Primavera. È stato un cambiamento radicale, chiaramente, ma il mio modo di vedere calcio è rimasto tale. E tale è rimasto l’atteggiamento avuto coi miei ragazzi. Il dialogo, il dirsi le cose, il parlarsi quotidianamente e coinvolgerli nella vita quotidiana è stato determinante e fondamentale”. 


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