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EURO 2020: alla scoperta dell’Inghilterra

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In questo giorno di Festa della Repubblica apriamo la rassegna delle nazionali che parteciperanno al prossimo Europeo con una delle rappresentative più interessanti e intriganti: l’Inghilterra del ct Southgate. Nel pomeriggio l’analisi di Croazia e Ucraina.

IL PERCORSO – Non fu propriamente un girone di ferro quello affrontato per qualificarsi dall’Inghilterra, con la sola Repubblica Ceca a tenere testa alla nazionale inglese, ma fu un banco di prova interessante per i ragazzi di Southgate, che vinsero il raggruppamento con sette vittorie e un solo KO. Nel mezzo le tappe fondamentali della Nations League e delle prime gare di qualificazione al Mondiale in Qatar, tappe utili per rimodellare assetti tattici e schieramenti inserendo tutti quei nuovi profili che la Premier League e il calcio inglese hanno sfornato in questa stagione 2020/2021, condizionata dal Covid, ma estremamente utile per lanciare nella mischia giovani a dir poco promettenti, alcuni già vincitori di Champions League (Mount) o vice-campioni (Foden) e probabili protagonisti della passerella inglese all’Europeo.

COME GIOCA – Anzitutto vanno evidenziati in questo paragrafo due aspetti. Il primo che la nazionale inglese convocata all’Europeo ha soli tre giocatori prelevati fuori dal Regno Unito (Trippier, Sancho e Bellingham), mentre i restanti ventitré militano in Premier League. Un secondo dettaglio non da poco è che undici dei ventisei convocati hanno giocato le ultime finali di Champions ed Europa League. Il ct Southgate in questi due anni ha potuto coltivare una nazionale estremamente giovane, con un’età media di 25 anni e soli tre giocatori sopra i trent’anni (Kyle Walker, Kieran Trippier e Jordan Henderson), e ha avuto la possibilità di testare più di un modulo. Le qualificazioni all’Europeo, che fanno comunque riferimento a due anni fa, vennero affrontate quasi interamente col 4-3-3. Di quella nazionale, molti hanno pagato dazio nella lunga parentesi Covid e sono stati esclusi: all’Europeo non ci saranno infatti i vari Rose, Winks, Dier, Hudson-Odoi, Barkley, Alli, Oxlade-Chamberlain. Esclusi all’ultimo anche Greenwood e Lingard. Praticamente un’intera squadra che Southgate si è potuto permettere di tenere fuori.

Se la scelta sarà quella vincente, lo diranno le prossime settimane. Che qualcosa nella testa del commissario tecnico inglese stesse cambiando si era capito fin dalla Nations League dell’autunno 2020, quando la difesa a quattro iniziava poco a poco a lasciare il posto allo schieramento a tre. Non una scelta tranciante, ma un’alternativa. Non è casuale che in quel periodo stessero iniziando ad esplodere molti calciatori in Premier League, dal mediano del Leeds Phillips al centrocampista del Chelsea Mason Mount passando per il pupillo di Guardiola, Phil Foden, e quel Bukayo Saka, 19enne scuola Arsenal, che ha stregato Arteta.

Il ct Southgate osservava l’incremento esponenziale, persino un po’ spregiudicato, delle possibili scelte per la nazionale maggiore e iniziava senza paura a introdurre volti nuovi nel giro della nazionale maggiore e alternarli ai titolari. Per esempio a centrocampo, con sempre maggiore frequenza, sarebbe comparso il 22enne Declan Rice, rivelazione del West Ham che ha solo sfiorato la Champions League, e avrebbe affiancato nel reparto arretrato alle due certezze Maguire e Walker un po’ Dier (Tottenham), un po’ Coady (Wolverhampton) e qualche volta pure Joe Gomez (Liverpool), altro grande escluso nella lista dei ventisei.

Talenti esplodevano anche fuori dall’Inghilterra, come il 17enne Bellingham con la maglia del Borussia Dortmund, e altri come Sancho consolidavano soltanto le buonissime referenze degli anni passati. In Spagna, con l’Atletico Madrid, l’ex Tottenham Trippier vinceva intanto il campionato sotto la guida del Cholo Simeone. Tutte dinamiche che fanno sì che il ct Southgate si ritrovi tra le mani una squadra senza dubbio giovane, ma già consapevole della propria forza, capace di alternare il 4-3-3 al 3-4-3 o al 3-4-2-1, con molta spinta sulle corsie laterali, diversi centrocampisti offensivi e una vasta sequela di seconde punte rapide e capaci di supportare i due centravanti, Kane e Calvert-Lewin, 39 gol in due nell’ultima Premier League.

IL TECNICO – Gareth “Gary” Southgate, 50 anni, ex giocatore di Crystal Palace, Aston Villa e Middlesbrough, allena la nazionale inglese dal 2016 dopo aver guidato l’Under 21 dei Tre Leoni. L’Europeo è la seconda competizione che lo vedrà alla guida dell’Inghilterra, già quarta a Russia 2018 e terza classificata nella prima edizione della Nations League. Guiderà presumibilmente una delle nazionali più quotate per arrivare in fondo alla competizione.

DA TENERE D’OCCHIO – Davvero molto complicato dire chi, tra i molti prospetti del calcio continentale e mondiale dei prossimi 15/20 anni, potrà giocare un Europeo da protagonista.  Sarebbe facile dire Harry Kane, che a 27 anni e con già 221 gol segnati in Premier League, prepara una competizione da protagonista per mettersi in mostra in ottica calciomercato. Sarebbe altrettanto semplice fare i nomi di Jordan Henderson, capitano del Liverpool, o Jordan Pickford, che da qualche anno ha messo finalmente una pezza al ruolo di portiere (affidabile) della nazionale inglese.

Fra tutti i profili estraiamo quello di Declan Rice, 22 anni, mediano del West Ham di piede destro con già 144 presenze in Premier League. Lanciato quando ancora aveva diciotto anni da mister Pellegrini, quest’anno ha giocato venti partite con la fascia di capitano al braccio, formando con Souçek (avversario nei gironi di qualificazioni all’Europeo con la Repubblica Ceca, compagno agli Hammers) una mediana di sicuro affidamento per Moyes, tecnico di quel West Ham andato a due punti da una storica qualificazione in Champions League. Giocatore non solo di temperamento e grande personalità e fisicità, ma anche rigorista quando al West Ham veniva a mancare Lingard.


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