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EURO 2020: alla scoperta dell’Italia

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Il primo appuntamento della nostra rubrica che vi accompagnerà da qui al prossimo 10 giugno, vigilia dell’esordio agli Europei itineranti, è dedicato all’Italia. Analizzeremo tutte e 24 le formazioni, girone per girone, per cercare di presentarvele nel miglior modo possibile.

IL PERCORSO – Gli Azzurri del ct Roberto Mancini hanno intrapreso un girone di qualificazione netto in termini di punti e prestazioni: 10 vittorie in 10 partite, imbattuti dall’ottobre 2018. In mezzo la parentesi Covid che ha rimandato di un anno l’Europeo, ma la volontà rimane la stessa: dimostrare che l’Italia, dopo il fallimento coinciso con la mancata qualificazione all’ultima Coppa del Mondo, è sulla strada giusta per tornare fra le migliori nazionali del panorama non solo europeo, ma mondiale.

COME GIOCA – Così come il filotto di risultati, chiaro e senza soluzione di continuità è stato l’approccio tattico alle partite. Il ct Mancini ha da subito optato per un 4-3-3 con poche modifiche allo spartito. Tra i pali troviamo Donnarumma. Quando disponibili, Chiellini e Bonucci sono i due centrali difensivi, con Spinazzola e Florenzi terzini. In mezzo al campo Jorginho a fare da regista affiancato da Barella e Verratti. Nel reparto offensivo uno tra Belotti e Immobile fa solitamente da punta centrale con Insigne e Chiesa i più gettonati per spingere sugli esterni e creare superiorità numerica o, accentrandosi, calciare da fuori. Squadra che palleggia quando non trova spazi per attaccare in verticale e in profondità l’avversaria, evitando un gioco frenetico e nervoso ma praticandone uno intelligente, talvolta attendista, per colpire quando serve anche in ripartenza. Molto utilizzate le corsie laterali, con l’avanzamento e le sovrapposizioni dei terzini, quando gli spazi centrali scarseggiano e si può sfruttare con cross e traversoni la buona fisicità di una punta centrale come Belotti.

IL TECNICO – Roberto Mancini, 56 anni, è nato a Jesi e ha scritto pagine importanti del calcio italiano, non solo come giocatore, ma anche come tecnico. Tre scudetti e due Supercoppe italiane alla guida dell’Inter, ma anche quattro Coppe Italia suddivise tra Inter (2), Lazio e Fiorentina. Tra i successi che più hanno rilanciato l’immagine di Mancini come tecnico di primo piano c’è sicuramente la vittoria della Premier League nel 2011/12 col Manchester City, successo preceduto dalla conquista della Coppa d’Inghilterra nella stagione precedente. Nel 2012/13 sarebbe arrivata anche una Supercoppa d’Inghilterra, mentre nel 2013/14 avrebbe sollevato la Coppa di Turchia da allenatore del Galatasaray. Nessun trofeo in bacheca, invece, da allenatore dello Zenit San Pietroburgo nel 2017/18. Ha all’attivo 758 panchine fra nazionali e squadre di club.

DA TENERE D’OCCHIO – Difficile parlare di talenti da scoprire per la prima volta in questa nazionale italiana, fatta prevalentemente di calciatori già affermati in Serie A e in Europa così come di elementi in rampa di lancio. L’allargamento della rosa da 23 a 26 giocatori ha permesso al ct Mancini di convocare per ora il profilo non pronosticato di Raspadori, ma bisognerà aspettare le convocazioni definitive, successive alle prime gare amichevoli in Sardegna, per dire di più. Scamacca e Zappacosta, due rossoblu che abbiamo imparato a conoscere bene questa stagione, meriterebbero un posto entrambi all’Europeo. Sarà il tempo a dire se così sarà.

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