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Parte destra #4: a tu per tu con Claudio Testoni

Prosegue anche questa settimana la nostra rubrica “Parte Destra” incentrata sulla situazione delle dieci squadra dall’undicesimo posto in giù, quelle che troppo spesso spariscono dai radar nazionali. Parola a Claudio Testoni, che in casa Genoa non ha bisogno di grandi presentazioni.

“Il campionato in Italia sembra sempre formato da 3-4 squadre, ma se c’è l’élite vuol dire che c’è anche il movimento di base, dalla Serie B alla Lega Pro così come i Dilettanti. Come tutti gli anni ci saranno sorprese e conferme: al Genoa ci sono stati dei cambiamenti perfetti ed è inspiegabile il perché non siano stati fatti prima o perlomeno dall’inizio del campionato. Così si torna sempre al vecchio discorso, per cui se non si è genoani non si soffre. Sembra che ci sia questa alchimia, questa sofferenza. Una sofferenza che, se non c’è, non siamo tutti contenti”. 

Invischiate in fondo alla classifica, oggi ci sono squadre importanti come Torino, Cagliari e Parma

“Per gli acquisti e per il mercato, quella che mi ha stupito di più in negativo è il Cagliari. Con giocatori come Godin, Rugani e Nainggolan, vederlo in questa posizione è veramente difficile e mi preoccupa un po’. È vero che il Genoa ha 25 punti e ora come ora è abbastanza tranquillo, ma è anche vero che ha perso alcuni scontri diretti come quelli con Torino e Benevento, quindi in teoria – anche se ora abbiamo qualche punto in più – è un problema se arrivassimo a pari punti. Mi auguro che Ballardini possa proseguire su questa falsariga, perché ha dato compattezza. Ci sono anche le sorprese, come lo Spezia: non dimentichiamoci che la rinascita di Ballardini è partita proprio dalla partita contro di loro, e ora capiamo cosa volesse dire andare a vincere al Picco. Lo scorso weekend non capivo quale squadra fosse il Milan e quale lo Spezia. La capolista in difficoltà incredibile, la classifica di destra conferma un campionato italiano molto difficile, con sorprese e delusioni come ogni anno. Mi auguro che il Genoa non sia una di quelle. Dopo la vittoria contro il Cagliari ho mandato un messaggio a Ballardini dicendogli: ‘Oh, come ci si sveglia bene al mattino con tre punti in più’. Speriamo che anche il prosieguo del campionato sia questo”. 

Mancano 17 giornate ma Ballardini, Regno, Melandri e Beni stanno lavorando molto bene. Hanno assestato la difesa, mentre nelle altre squadre si continua a voler cercare il gioco e il palleggio da dietro

“In tante trasmissioni avevo detto che forse bisognava acquistare proprio un centrale di difesa, ma la mossa di spostare dietro Radovanovic è stata perfetta. Ha dato davvero importanza a tanti giocatori…anche Zajc è migliorato, ma come sono migliorati tutti. Grande merito a Ballardini, niente da dire. Oggi gli allenatori vogliono tutti far vedere, dimostrare, ma ai giocatori devi far fare quello che sanno fare. Se io sono bravo a marcare devo marcare, non devo impostare il gioco. Penso anche all’Inter, che ha pagato questo con Skriniar, che quando doveva marcare è stato il migliore nella partita contro la Lazio. Voler fare gioco rende la Serie A piena di errori, da parte di portieri e difensori, basti guardare l’Inter in Coppa Italia con Handanovic e quel ‘la prendi tu o la prendo io?’. Sono errori assurdi, che non si possono commettere, ma questo non vuol dire non saper giocare a calcio. Il centrocampo è l’equilibrio che ti permette di attaccare o di difendere. Ricordo un anno, quando avevamo Domini e Mauti in Serie B: in casa battevamo tutti e fuori le perdevamo tutte, ma eravamo sempre gli stessi. Il motivo? Avevamo un centrocampo molto propenso all’attacco e poco alla difesa. Spesso in trasferta gli attaccanti facevano fatica”.


 

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