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Serie A, De Siervo: “25% non è dogma, ci si può arrivare con step intermedi”

foto Fabrizio Andrea Bertani / Shutterstock.com

Due giorni fa il parere negativo del Comitato Tecnico Scientifico, questa mattina il pressing via radio dell’amministratore delegato della Lega Serie  A, Luigi De Siervo. La tematica della possibile riapertura degli stadi al pubblico sino ad almeno il 25% della capienza rimane di attualità, considerato che il CTS ha ben specificato che se ne sarebbe potuto riparlare dopo l’evidenza dei dati legati alla riapertura delle scuole e della pubblica amministrazione. In tal senso, questa settimana risulterà di rilievo.

Siamo tutti allineati su una ripresa attenta all’andamento dell’epidemia – ha sottolineato questa mattina a Radio Anch’io Sport l’ad della Lega Serie A, ripreso anche dal sito ufficiale – ma l’obiettivo resta quello di riportare, con gradualità, i tifosi nei nostri stadi. Il calcio non vuole un trattamento privilegiato rispetto ad altri settori, ma non possiamo neanche essere svantaggiati. Con buon senso, senza forzare i tempi, possiamo riaprire in modo graduale, il 25% non è un dogma, ci si può arrivare con step intermedi. Giovedì scorso mi sono recato a Budapest per vedere di persona la gestione dei flussi di tifosi, c’era un protocollo meno severo del nostro per cui sono convinto che si può fare, sempre con la massima attenzione per le regole“.

“Senza gli stadi non esistono i ricavi e non è possibile riportare al vertice il nostro calcio. La nostra speranza è che si possa investire non solo sui calciatori, ma anche sugli stadi. Il nostro Parlamento ha fatto di recente un piccolo passo avanti, bisogna sottolinearlo: la costruzione di nuovi stadi e la ristrutturazione degli impianti esistenti è fondamentale. Non possiamo bloccare tutto per questioni di principio: penso per esempio al presidente Commisso che sta facendo una battaglia affinché non venga fermata la sacrosanta ristrutturazione del Franchi. Sullo stesso piano abbiamo altre Società, penso all’Inter, al Milan, alla Roma e altre. Abbiamo bisogno di grandi impianti”.

Il danno stimato finora è superiore ai 500 milioni di euro – ha poi proseguito De Siervo, mettendo nero su bianco le cifre della crisi negli stadi e nel mondo del pallone – una cifra mostruosa non solo per il nostro campionato, ma per tutto il calcio italiano perché siamo il motore di un’industria che dà lavoro a migliaia di persone e le perdite si riversano fino al calcio di base. Il calcio va protetto, perchè il sistema è prossimo al collasso”.

Un ultimo passaggio, quindi, sui fondi di Private Equity che stanno discutendo il loro ingresso nel mondo del calcio italiano. “Sappiamo dove eravamo 10-15 anni fa, al vertice del calcio europeo e mondiale. Quella è un’era ormai passata e per tornare a brillare abbiamo bisogno di misure innovative. Se riuscissimo a introdurre capitali privati che possano aiutarci, con minimi garantiti, a sviluppare il brand, potremmo trovarci alla fine di questa crisi molto più vicini alla Premier League. La decisione se affrontare i prossimi anni con un partner privato o continuare come hanno fatto finora spetta ai venti Club. Per quanto riguarda la vendita dei diritti tv la situazione è complessa, abbiamo un interlocutore forte come Sky e poi DAZN che ha fatto un investimento importante, credo che avremo delle sorprese positive nonostante oggi non esista una concorrenza forte come ai tempi di Mediaset Premium, però c’è interesse da parte di nuovi operatori come Amazon e Netflix. Vogliamo che il calcio possa essere l’elemento attrattivo, il prodotto con cui le aziende cercando di portare nelle nostre case la proposta di contenuto più ricca”.


Serie A, CTS boccia proposta riapertura stadi al 25% del pubblico

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