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Salvezza

Un punto di vantaggio, il calendario non conta più per nessuno giocando ogni tre giorni, la condizione fisica non conta più ugualmente, prossimamente conteranno solo quei palloni che non si possono prendere a calci.

Adesso guai ad avere il morale sotto i tacchi: bisogna avere dentro la voglia di vincere più che la paura di perdere o pareggiare lo scontro diretto di domenica sera, concentrandosi  che qualche volta anche le loro partite potrebbero essere senza errori a minare tutto.

Non ci sono incontri facili all’orizzonte: il Lecce, il derby che è partita che lascia sempre il segno, poi l’Inter. La medicina è sempre la stessa: intensità e voglia di fare la partita. Se funzionano testa e cuore, girano le gambe. Le certezze tattiche incominciano ad essere poche, anche eventuali varianti se non collegate al cervello, perché si è sempre alla ricerca di equilibri (e guai ad essere passivi e non presenti nella partita!).

Oltre alla capacità di saper soffrire per poi colpire, bisogna essere tonici in fase offensiva riempiendo l’area e creando numerosi sbocchi al portatore di pallone, che i salentini non gradiscono, pronto per il passaggio propizio.

Il Genoa ha a disposizione calciatori capaci di risolvere la partita più con una giocata che con un dribbling, un colpo vincente in solitario e nel campionato che a cinque giornate dalla fine si è visto poco, eccezion fatta per Pandev. Perciò anche nelle  prossime gare conterà  costruire la propria forza sull’amalgama e sulla voglia dei calciatori.

Tutti nelle gare post Covid hanno fatto imprese e il Grifone, l’unico rimasto al palo del risultato inaspettato. Perché? Nelle prossime tre gare ne ha l’occasione.

Anche per i calciatori rossoblu a quarti deve essere tempo di impresa senza dimenticarsi che la Serie A è una vetrina dove le ultime gare sono le più importanti. Giocatori antichi ed esperti, nello spogliatoio di una volta, raccontavano che le gare impresse negli occhi non solo della gente non sono le prime, ma le ultime.

I calciatori devono tenere fermi gli aspetti fondamentali della loro professione e devono giocare sempre al meglio dimenticandosi psicologia e fobie, giocare con orgoglio anche per la loro carriera e non solo per la maglia che indossano.

Chi non se la sente, chi non pensa di essere a posto (inutile fare passerelle) lo comunichi al Mister: Lecce e Sampdoria, anche se dopo loro cambieranno casacca, devono entrare nella storia del Genoa in positivo e non in negativo: la salvezza dipenderà dall’uomo che entrerà sul prato del Ferraris dal suo cervello e dalla tecnica  e non più dalla tattica.  

Il Lecce fatto viola mercoledì sera arriva al Ferraris per dare filo da torcere in fase offensiva  coi tiri da fuori area. Il Genoa dovrà puntare i suoi punti di debolezza, il film visto contro la Fiorentina condito dalla fatica di giocare ogni tre giorni, i pregi visti quando scriviamo dei salentini: la velocità ridotta del reparto di difesa, in difficoltà quando devono o vogliono costruire dal basso se pressati, e le corsie laterali presidiate male che hanno permesso agli avversari, oltre che crossare con facilità, di andare al tiro.

La squadra di Liverani continuerà a provare dopo 34 giornate di campionato a conservare la propria identità e il proprio gioco che ha dato fastidio non solo nella zona salvezza. Qualcosa di diverso coi calciatori che si sono inseriti in un meccanismo sulla carta ambizioso, innovativo per le squadre che hanno sempre lottato per la retrocessione, basate storicamente sulle barricate.

Il dopo Covid Liverani lo doveva gestire, può darsi, in maniera diversa  Non gli poteva essere possibile giocare alla garibaldina ogni tre giorni e sempre o quasi con gli stessi undici al massimo 14.

Ai calciatori piace la filosofia di Liverani di essere lasciati liberi di provare una giocata o un’altra modellando un sistema di gioco poco rigido in fase offensiva e lo sviluppo dell’azione con la loro fantasia e dribbling.

Liverani continua a trasmettere i suoi principi di gioco contro qualsiasi avversario, gioco votato al possesso pallone e alla ricerca del dominio tecnico. Operazione non facile già nel campionato regolare di Serie A, immaginarsi ogni tre giorni in campo.

Quando gli è riuscito di fare il topo con il gatto avversario con una circolazione di pallone paziente allo scopo di attirare gli avversari negli spazi o mezzi spazi davanti alle proprie difese per fare diventare l’attacco più diretto ha fatto danni anche alle big del campionato.

Giocando ogni tre giorni difficile mettere in campo estro e freschezza, essere veloci nel rinculare in ogni zona del campo e recuperare anche dagli errori nel cuore del gioco e sulle corsie laterali. Il modulo di base della squadra è il 4-3-1-2 solamente con le squadre che si giocano l’Europa Liverani ha proposto il 5-3-2.

La fase di possesso è una costante di Liverani, il pressing alto rispetto alla serie B  non è stato attuato prima del Covid, difficile farlo apparire dopo la ripresa: la squadra salentina preferisce rimanere compatta e corta e aspettare gli avversari nella propria metà campo,  non avendo giocatori veloci nella fase difensiva.

I salentini usano il contropiede con parsimonia non avendo calciatori in grado di attaccare la profondità. In fase di possesso preferiscono attaccare con più uomini, attacco organizzato anche con 6/7 calciatori. Quando perdono il possesso pallone solitamente non aggrediscono immediatamente gli avversari preferendo abbassarsi a copertura della linea difensiva.

Per Liverani serve soltanto riempire l’area avversaria e giocarsi tutto anche negli ultimi metri. Non è una eccezione, ma qualcosa di già visto nelle sei giornate passate sulla panchina del Genoa sei anni fa.

La speranza del Lecce, viste le scalature in difesa e gli spazi che non si chiudono nella propria metà campo, è quella di restare sopra la linea di galleggiamento ed è legata, quindi, alla fase offensiva. Liverani domani sera al Ferraris cercherà la sua filosofia di gioco non cambiando la propria mentalità di gioco offensivo e anche d’incoscienza.

Le formazioni da Fantacalcio annunciarle 30 ore prima dell’inizio della partita.

Si avvicina la sfida che può decidere la stagione del Genoa, al Ferraris, contro il Lecce e pochi minuti fa è stato comunicato l’arbitro che dirigerà la gara. Si tratta di Daniele Doveri della sezione di Roma, coadiuvato dagli assistenti di linea Paganessi (Bergamo) e Mondin (Treviso). Quarto uomo Pairetto (Nichelino), VAR Irrati della sezione arbitrale di Pistoia. Chiude il quadro la designazione dell’AVAR, che sarà Passeri (Gubbio). In questa stagione, Doveri ha già arbitrato due volte il Grifone (Genoa-Sampdoria e Milan-Genoa prima del lockdown). In carriera sarà la direzione numero 21 coi rossoblu.

Diffidati Genoa: Cassata, Pandev, Zapata, Ghiglione, Goldaniga, Masiello Favilli. Diffidati Lecce: Rispoli, Petriccione, Gabriel.

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