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Biraghi salva l’Italia dalla retrocessione. Mancini: “Serve tempo, non ci sono maghi”

Se serviva una partita a rimettere a nudo il problema della mancanza di un attaccante che, in azzurro, riesca a concretizzare la mole di gioco creata, la gara di questa sera nella polacca Chorzów è stata esemplare. In parte, comunque, c’è lo zampino di un attaccante sul gol della ritrovata vittoria ed è quello di Kevin Lasagna, undicesimo esordiente della conduzione tecnica di Roberto Mancini, bravo nella torsione di testa che ha servito l’assist al 92′ per Biraghi. 

LA CRONACA – Riconfermata in toto l’Italia vista contro l’Ucraina, con la sola differenza di Verratti mezzala sinistra e Barella a destra, Mancini sa di non potersi permettere una sconfitta dal momento che coinciderebbe con la retrocessione nella seconda fascia della Nations League. Stessa sorte toccherebbe alla Polonia, reduce dal KO col Portogallo capolista. 

Mancini sembra aver battezzato questo undici come titolare e lo conferma il fatto che ancora sullo 0-0, il primo cambio arrivi solo all’80esimo con Lasagna che rileva Bernardeschi, reo confesso – pur avendo disputato una gara di personalità – di aver sbagliato un paio di occasioni clamorose per portare in vantaggio gli Azzurri. 

Lo seguono a ruota, nella sfortuna e nel poco cinismo, Jorginho e Insigne. Entrambi colpiranno nel primo tempo due traverse che avevano fatto gridare precedentemente al gol. La Polonia, dal canto suo, è temibile più che altro nel secondo tempo e ben poche volte dalle parti di Donnarumma, autore di due parate decisive. Lo è quando trova l’Italia schierata male per contenere le ripartenze avversarie e quando Biraghi è impreciso in copertura su Milik o rischia di combinare il pasticcio in società con Donnarumma.

Il destino vorrà che proprio Biraghi, un po’ impreciso in precedenza, risulti decisivo per l’uno a zero finale sulla Polonia, maturato al secondo minuto di recupero su palla inattiva. Su assist di Lasagna e tap-in vincente da due passi dell’esterno basso viola. Non certo un goleador, ma senza dubbio uomo riconoscente (“ho dedicato ad Astori il mio gol perché se sono qui lo devo a lui“) e salvatore della patria calcistica, avendo evitato all’Italia il baratro della retrocessione. Peraltro regalandole la possibilità di giocarsi, a metà novembre, il primo posto del Girone.

Piatek e Criscito in panchina per novanta minuti. I fischi dello stadio colorato di biancorosso fanno intendere che forse, là davanti, l’ingresso del centravanti rossoblu sarebbe stato quantomeno gradito. Lewandowski prosegue nel suo momento negativo in nazionale, apertosi col Mondiale russo. Lo stesso Milik palesa più di una difficoltà nel suddividersi il reparto offensivo col bomber del Bayern Monaco. Sorride l’Italia, che torna a vincere in una gara ufficiale dopo oltre un anno (9 ottobre 2017, Albania-Italia 0-1, qualificazioni Mondiali 2018). E che a novembre l’Italia potrà giocarsi il primo posto col Portogallo. 

LE PAROLE DI MANCINI“Partita dominata dove dovevamo segnare prima. Era ingiusto finisse 0-0. Tutti i ragazzi stanno facendo il massimo sapendo che serve tempo. Ci vuole tempo, ma hanno fatto benissimo stasera. Il calcio è anche questo: all’ultimo fai un gol che meritavi di fare prima. Abbiamo cambiato per mettere dentro qualcuno di fresco. Lasagna era fresco come Ciro Immobile, più bravo di testa. Una nuova storia è iniziata già, ma nel calcio serve tempo: non esistono maghi”. 


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