Per proseguire nell’analisi del campionato di Serie A appena concluso abbiamo contattato telefonicamente Luigi De Canio, tecnico originario di Matera che vanta un passato rossoblu nelle stagioni 2003/2004, 2011/2012 e 2012/2013. Questo il suo punto di vista, anche sul Genoa e su mister Vieira.
Il campionato è appena finito, ma sabato l’Italia ha preso l’ennesima bastonata in Champions. Un’analisi sul campionato appena finito e tutto quello che sta succedendo su questo cambio di allenatori con Allegri al Milan, Sarri alla Lazio, Conte che rimane a Napoli, Cosa succede in questo campionato appena passato e in quello futuro?
“Per quello futuro bisogna avere la sfera di cristallo. Per quello passato si può dire che è stato un campionato molto incerto, in capo e in coda. Non di altissimo livello perché tante squadre hanno fallito i loro obiettivi. Sul piano del gioco e della classifica. Ne è venuto fuori un campionato interessante e avvincente per via del Napoli e dell’Inter in testa: sembrava che nessuno delle due volesse vincerlo. E poi in coda per questa incertezza che si è risolta solo alla fine. Ci sono poche note sul piano tecnico, un campionato che ha detto poco, non ha messo in mostra giocatori di prospettiva interessanti. Almeno non in maniera eclatante. E questo è un danno per la nostra nazionale. In campo europeo, tenendo conto che bisogna dare atto all’Inter di aver centrato la finale, di aver ottenuto un risultato importante la finale è stata una debacle assoluta. Che probabilmente certifica ancora la distanza tra il calcio italiano e quello europeo”.
L’Inter ha perso solamente perché il PSG correva di più oppure per altri errori da parte di Inzaghi? Per esempio i cambi che ha fatto entrare tutti i difensori pur essendo 2-0? O c’è qualcosa sotto?
“Guarda Lino, io sono allenatore e non posso da lontano sconfessare quello che è sempre stato il mio pensiero. Le valutazioni e i giudizi bisogna darli quando sei dentro e quando capisci e sai con certezza le motivazioni per cui sono stati fatti quei cambi. All’esterno possono sembrare sbagliati, poi bisogna capire la ragione per cui l’allenatore ha fatto delle scelte di quel genere. Detto in assoluto, come sappiamo noi di calcio, certamente ne sa molto più di noi anche Inzaghi, quindi se ha fatto quelle valutazioni avrà avuto le sue motivazioni”.
Ecco, l’altra domanda è: tutti vanno la ricerca di questo calcio collettivo. Addirittura Sacchi, finita la partita tra Inter e PSG, ha dichiarato che il gioco conta più che i giocatori. È vero?
“Il gioco lo fanno i giocatori, la qualità dei giocatori. Sacchi è una persona che ha fatto delle cose importanti nel calcio, quindi quello che dice è spunto comunque di riflessione. Poi anche qui bisogna capire bene che cosa lui voglia dire, che conta più il gioco che i calciatori. Sinceramente non capisco bene la sua dichiarazione: faccio solo questa considerazione. Il calcio è fatto dai calciatori, perché sono loro che vanno in campo, interpretano le idee, le situazioni che ai calciatori si presentano e, se hanno la qualità e l’intelligenza per risolverlo in quel momento in cui il problema si pone, allora risulta una scelta vincente, altrimenti no. Noi ci innamoriamo di quello che fanno i calciatori in campo, il calcio ci rimane impresso per le giocate dei campioni, quindi vedere il Paris Saint Germain riuscire ad approfittare dell’avversario in una serata negativa è sinonimo di grande intelligenza da parte dei calciatori. Certo che l’allenatore ha la sua rilevanza, ci mancherebbe altro, però sono poi i calciatori in campo che fanno la differenza. Io non ho mai visto un grande allenatore con una squadra mediocre vincere. Al contrario una squadra di grandi calciatori anche con un allenatore non proprio illuminato è capace di vincere”.
L’ultimo campionato ci ha detto cinque cambi e cambi modulo durante una partita hanno fatto la differenza. Potrà continuare così il futuro oppure bisognerà studiare qualcosa come studiano gli inglesi e gli spagnoli?
“Lino, quello che dicevo prima tu l’hai raccolto in questa essenza. Certamente nel livellamento generale poi l’allenatore ha la sua importanza nel sapere, a seconda della condizione dei giocatori a disposizione, dare degli indirizzi diversi alla gara. Questo da sempre fa parte del calcio, chiaramente aumentando come non era successo in passato il numero delle sostituzioni, l’allenatore ha una maggiore capacità di incidere nella partita. Ci vorrà alla luce di tutto questo sempre una maggiore attenzione, una maggiore partecipazione, una maggiore capacità di studio e di analisi da parte dell’allenatore prima della partita e poi durante la partita”.
Vieira ormai è sulla bocca di tutti i presidenti dopo solamente sei mesi al Genoa. Cosa ha fatto Vieira di così importante da essere già al centro delle cronache?
“Intanto Vieira è stato stato un grande calciatore nella mentalità dei presidenti, grande allenatore e poi anche possibilmente grande calciatore. Io sono stato favorevolmente impressionato dall’annata di Viera. Sono stato molto critico con la società nel momento in cui ha sostituito Gilardino, che non aveva assolutamente responsabilità per il momento che stava avendo il Genoa, avendo la società tolto a Gilardino due giocatori importantissimi come Retegli e Gudmundsson. Criticavo questa scelta e non ero certo che Vieira potesse fare bene. Quindi faccio mea culpa e con l’onestà intellettuale che mi appartiene faccio ammenda. Devo dire che lui ci ha sorpreso, almeno a me, perché ha fatto giocare bene la squadra e ha valorizzato anche molti giovani nella parte finale, dove ha dato spazio a parecchi ragazzi che hanno dimostrato di avere buona qualità”.
Mister, è agli onori delle cronache sportive oggi leggendo le rassegne stampa perché tanti allenatori che sono retrocessi (uno è Eusebio Di Francesco al Venezia) per cercare di riportare su il Venezia. Un articolo del Gazzettino dice che solamente uno ci è riuscito in carriera a fare questo, Gigi De Canio, quando era a Lecce…
“Porca miseria, devo andarlo a ritrovare questo signore per fargli un grande ringraziamento visto che si è ricordato del sottoscritto. Io, come tanti altri, sono innamorato del calcio, mi piace, lo studio e lo seguo. Mi sono costantemente aggiornato. Auguro a Di Francesco di ripetere quello che ho fatto io a Lecce, perché è vero che Di Francesco purtroppo nel suo palmares ha un certo numero di retrocessioni, però è anche vero che le sue squadre hanno sempre onorato il calcio, hanno sempre giocato bene, hanno dimostrato di avere idee. Certamente è un allenatore di qualità, per cui auguro a lui un in bocca al lupo a tutti, perché possa fare sempre meglio”.
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