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Genoa-Inter, sospetto contatto Hefti-Perisic. Manca un rosso al croato?

Inutile tornare a sottolineare il peso negativo che le direzioni di Chiffi, già solo nel computo di questa stagione, hanno sul Grifone. Non lo dicesse il campo, lo dicono i numeri: in 8 precedenti nessuna vittoria, 3 pareggi e 5 sconfitte. Nel curriculum di Chiffi col Genoa ci sono errori macroscopici e clamorosi, spesso passati troppo sito silenzio: il fallo di mano di Ferrari in Genoa-Sassuolo quest’anno; i due rigori non dati in un Benevento-Genoa di alcune stagioni fa dove ci si giocava poco al Vigorito; il clamoroso non richiamo dalla postazione VAR quando Florenzi spinse Pandev in area di rigore all’Olimpico negando un rigore solare ai rossoblu in uno scontro diretto salvezza datato dicembre 2018.

Al curriculum disastroso di Chiffi col Genoa si è aggiunto, da ieri, un altro errore. Questa volta va suddisviso col VAR Mazzoleni, perché in campo la posizione per valutare l’episodio non era delle migliori per il fischietto padovano. Chiffi, infatti, era lontano almeno 7/8 metri e coperto da Gudmundsson. L’occhio, però, era sull’azione e l’entrata di Perisic su Hefti è apparsa fin da subito molto negligente. Non a caso, Chiffi estrae il giallo e il croato si scusa subito col numero 36 rossoblu. Non mancano i giocatori rossoblu a fare capannello intorno all’arbitro.

A rivedere i replay se ne capisce il perché: i tacchetti sono dritti sulla coscia sinistra in un intervento molto pericoloso, quasi a gamba tesa, sebbene non volontario perché Perisic sta cercando di togliere la gamba (si è scritto “quasi a gamba tesa” proprio perché la gamba di Perisic è leggermente flessa nel tentativo di non colpire Hefti). Apprezzabile l’atteggiamento di Perisic, profusosi in questo gesto non certo volontariamente: tuttavia il calcio e i direttori di gara dovrebbero ragionare con freddezza e la non volontarietà non è un parametro per evitare un’espulsione. Negligenza e imperizia sono i due parametri di cui parla invece il Regolamento. A rivedere le immagini, in quell’intervento ci sono entrambi e con essi gli estremi per un cartellino rosso. Se ne sono visti di falli simili puniti, con on field review, dal cartellino rosso.

Del resto, però, è inutile continuare a stupirsi del mancato o errato utilizzo del VAR. Basta guardare a Milan-Udinese e al colossale errore di Marchetti, non certo aiutato dal VAR Guida, nel convalidare il gol di mano segnato da Udogie. Non ci si stupisca se poi cresce la crociata anti-VAR: ormai gli errori quasi pareggiano i giusti richiami. Urge sicuramente una riflessione sulla reale utilità di questo strumento, quantomeno in Serie A, dove già i tempi effettivi di gioco sono ai minimi storici penalizzando spettacolo, pathos e intensità delle gare.


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