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C’ero anch’io

C’ero anch’io.

Quante volte nel nuovo millennio, con le stesse parole, sono state chiamate a raccolta dentro il Ferraris le genti genoane. Il 50% dei presenti al Ferraris, non solo la Nord esaurita dopo 3 ore di prelazione, dovranno essere protagonisti e spingere il pallone in rete, facendo capire all’arbitro che se Sabatini (il direttore sportivo della Salernitana) ha detto che non sono il “brutto anatroccolo” del campionato, il Genoa è sempre Grifone senza piangere, in qualsiasi parte della classifica, e vuole solo rispetto e applicazione uniforme del Regolamento del gioco calcio.

Ieri sera alle ore 19.30 alla chiusura dello Store i biglietti venduti erano 12.414 compresi salernitani nella gabbia e fuori. Mancano all’appello ancora 2500 genoani. Domani alle ore 15 non si può parlare di fine della corsa con Blessin e Spors.  Gli hanno fatto ritrovare i binari, la pista, la via troppo mancata nelle altre 22 gare. Ballardini tra infortuni, Covid e rosa non all’altezza ha fatto fatica, ma lo aveva anche segnalato più volte già dal ritiro di Luglio a Neustift; Sheva per non aver capito che in gioco c’era la salvezza e difendendo ad oltranza contro chiunque non sarebbe andato da nessuna parte. Bisogna ancora crederci in questa salvezza e il risultato alle 17 dovrà essere il volano per le altre gare in calendario. Bisogna crederci finché non sarà la matematica a condannare il Vecchio Balordo.

Blessin il possibile lo sta facendo, l’impossibile anche. Per adesso, per i miracoli non ha avuto il tempo di organizzarsi. Trasmetterà la sua calma, il suo sorriso non solo a coloro che giocheranno e tutto dovrà essere incanalato dai 16 che giocheranno. Il Vecchio Balordo in campo sorretto da tutto il Tempio ci metterà l’anima. L’anima dei calciatori deve mettere in atto tutto quello fatto nelle ultime tre settimane con Blessin: integrare tutto con  una strategia difensiva funzionale con quella offensiva, una sintesi difficile con la crisi del gol anche se tante azioni hanno impensierito le difese avversarie. Saranno le situazioni di vantaggio numerico in qualsiasi zona del campo, il raddoppio sistematico sul portatore di pallone avversario facendo pressione da parte di tutti gli undici in campo facendogli commettere errori, la chiave per fare la partita.

Dovranno stare attenti alla new Salernitana, solo alla ricerca di falli dal limite dell’area genoana, come successo contro lo Spezia lunedì scorso, e dello sfruttamento dei calci d’angolo per la forza fisica e l’altezza di Djuric, come successe all’andata in quella sconfitta che ha pesato molto sul cammino nel girone di andata. La formazione che andrà in campo sarà scelta da Blessin tra coloro che staranno meglio fisicamente sul piano della corsa. Il Genoa anche nelle gare ufficiali appare gobbo con il GPS sulle spalle di tutti i calciatori. Blessin e Spors nel fare la squadra di gennaio erano consapevoli che un Genoa come gli altri sarebbe stato un Genoa perdente. Per Blessin e Spors, il calcio è adattamento ragionato, pilotato, organizzato, mai subito. Costringere gli altri al tuo modo di essere. Il calcio di Blessin è quasi impossibile da realizzare nel campionato italiano perché richiede troppe cose che non dipendono solo da chi gioca ma anche da chi lo arbitra. Contro la Salernitana occorrerà anche l’aiuto di Eupalla la dea del calcio.

Dai Grifoni in campo, sicuri ci saranno. Al Ferraris domani pomeriggio arriva la Salernitana non di Colantuono ma di Sabatini, il direttore sportivo che l’ha ribaltata come un calzino nell’ultimo calciomercato di riparazione: 11 ingaggi in 17 giorni dal suo arrivo in Campania. Operazione da supermercato 3X2 dove non è stato controllato lo stato di efficienza, pronta per cercare di giocare la Serie A. La prima prova si è vista con lo Spezia lunedì sera. Fazio arrivato dalla Roma e Dragusin dalla Samp al centro della difesa si sono capiti con difficoltà così come gli altri schierati nel nuovo 4 3 2 1. Tra i nuovi ha reso solamente Verdi, arrivato dal Toro, con  due calci di punizioni pennellati dai 20/22 metri nel sette destro del portiere spezzino.

Dei vecchi calciatori della Salernitana in campo solo Ranieri, Kastanos, Ribery e Coulibaly poi altri sette nuovi di zecca: Sepe  portiere dal Parma, Mazzocchi terzino dal Venezia, Dragusin difensore centrale dalla Samp, Fazio dalla Roma, Ederson centrale dal Corinthians Paulista, Radovanovic ex Genoa, Verdi fantasista del Torino, Mikael  punta centrale dal Recife,  Mousset prima punta dallo Sheffield, Perotti svincolato ex Genoa e Roma, Bohinen centrocampista centrale norvegese in arrivo dallo Spartak Mosca. Tutti mandati in campo contro lo Spezia.

Colantuono in stagione quando è subentrato a Castori a metà ottobre ha vinto 2 gare, perse  11 e pareggiate 2, incassando 44 reti e realizzandone  10. Colantuono ha cambiato vari moduli contro lo Spezia. Ha rimesso in campo la difesa a quattro con il 4 3 2 1. Radovanovic ha preso il ruolo di play con i pregi e difetti conosciuti sotto la Lanterna, la qualità di Ribery e Verdi non si discute. Tanta fatica a creare gioco e disturbare l’area spezzina. Nel secondo tempo contro Motta e compagnia saltarono tutti gli schemi, quindi dentro gli altri nuovi, compreso Perotti, con una tattica ibrida con un solo scopo: cercare il cross dalle linee laterali per la testa di Djuricic.

Nella conferenza stampa di Sabatini il nuovo D.S. durante il calciomercato disse: “Conto di chiudere la campagna di riparazione in 8 giorni”. Vista la partita con lo Spezia non è stato come il nostro Signore, considerato che gli ultimi arrivati si sono rivelati poco utili alla causa della salvezza simultanea non per il pedigree ottimo del passato ma per la condizione fisica da partita. Le ruggini della inattività dovute ad infortuni, fuori rosa, delle gare non  giocate si sono viste lunedì sera tanto che Ribery, 38 anni ha corso più di tanti altri.

Dopo la gara con lo Spezia, Sabatini ha alzato il livello di attenzione sul team campano per i due rigori  assegnati allo Spezia, ampiamente verificati e accertati dal VAR. Il compito di Sabatini, ottimo dirigente di lungo corso, è fare pressione sulla giustizia sportiva per le due gare mancanti  nel calendario per problemi di pandemia. Quella con l’Udinese è già stata giudicata dal Giudice Sportivo con perdita per mancata presenza sul campo del Friuli e un punto di penalizzazione in classifica, subito ricorso al Collegio di Garanzia del CONI per ottenere il risultato e per rifare la partita, come successe lo scorso anno per Juventus-Napoli e Lazio-Torino. L’altra partita è Salernitana-Venezia: importante ci sia subito un giudizio per non ripetere Lazio-Torino dello scorso campionato, prima programmata il 2 di marzo e poi rinviata al 18 maggio, dopo due mesi e mezzo, con entrambe le squadre che si giocavano il proprio obiettivo coinvolgendone anche parecchie altre.

La formazione di Colantuono in questo momento ha dei ballottaggi. Al Ferraris si gioca la panchina. La difesa dovrebbe essere confermata quella che ha giocato contro lo Spezia, dubbi a centrocampo in cui l’unico sicuro del posto è Radovanovic, in attacco dentro Djuricic con alle spalle Verdi e staffetta tra Perotti e Ribery. Tutto questo è successo fino all’allenamento di giovedì dopo che Colantuono all’ultima spiaggia ha provato il “4 2 4 fantasia” brasiliano, non tenendo conto che in quel modo di giocare la differenza la facevano i carioca  e non il modulo.

Arbitra Di Bello di Brindisi. Il giudizio alle 17 di domani. La speranza che sia più  fortunato dopo le prestazioni dirette contro il Genoa,  documentate nel pezzo di Giovedì da Alessio Semino. Le parole di Sabatini, repetita iuvant in modo non positivo, hanno avuto subito effetto. Il bancario, arbitro di Brindisi, permise alla Salernitana di vincere una gara in trasferta a Venezia con un cartellino rosso ad Amadu al 67’ per fallo da ultimo uomo, fallo contestato anche dal VAR ma che Di Bello dopo aver consultato il video confermò. I campani vinsero per 2 a 1 con un gol 95’. 1° assistente Galetto di Rovigo, 2° assistente Mondin di Treviso, 4° uomo Pezzuto di Lecce. VAR  Banti di Livorno, AVAR Peretti di Verona. Nessun diffidato Genoa. Nella Salernitana Obi e Bonazzoli.


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