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Allenatori

Il campionato è finito da otto giorni, pochi sono stati i resoconti su quello che è successo  nel bene e nel male, per capire quello che è successo e come si sono comportate società, giocatori e allenatori, cosa c’è stato di positivo da sottolineare e continuare e cosa di negativo da non ripetere nella prossima stagione.

Non c’è stato tempo – non per colpa del calciomercato – ed è accaduto qualcosa come mai successo in Serie A. Cambiano tante panchine, almeno una dozzina di club. Tutto questo è successo perché le due stagioni attaccate al post pandemia estiva hanno accorciato i campionati?

Le società i Presidenti che volevano cambiare ci hanno rinunciato per mancanza di tempi tecnici e quelli che lo hanno fatto hanno fatto un buco nell’acqua clamoroso. I Patron si  stanno rifacendo nove mesi dopo per crisi di astinenza da licenziamento tecnici partorendo altre panchine, seppur con poco di nuovo. Andrà peggio, andrà meglio: al campo il duro esame.

Il caso clamoroso è Conte, che dopo aver vinto lo scudetto è uscito dall’Inter. Sarebbe interessante saper le giuste motivazioni, che non ci saranno perché dai cinesi incasserà – o ha già incassato – sette milioni di euro di buona uscita. La succosa novità è che Simone Inzaghi andrà a sostituire Conte. La speranza che non sia solamente perché gioca con il 3-5-2.

Giorno 27 maggio Inzaghi Jr usciva da Formello sede laziale annunciando che aveva rinnovato per altri due anni coi biancocelesti. Il giorno dopo ha firmato con l’Inter. Blitz di Marotta, anche se il volta panchina di Inzaghi Jr non ha dimostrato nulla, se non che che i professionisti del pallone devono stare zitti: inutile proclamare il senso di appartenenza da parte di calciatori e allenatori. Le bandiere sono finite da tempo.

Le firme degli allenatori e calciatori sono come il calcio nel sedere delle giostre. Questa volta il calcio  l’ha preso Lotito  con la tattica di attesa e di sconti  in compagnia di tanti altri colleghi, una tattica che non paga più. Inzaghi all’Inter ha firmato un biennale da 4 milioni (9 meno di Conte) ed è la soluzione che piace a cinesi.

Allegri torna alla Juventus, ma non si può essere maghi: pagherà il suo ritorno?  Per adesso solo una grande rivincita del livornese la cacciata di Paratici dalla Juventus, il direttore sportivo che l’aveva fatto esonerare perché con Nedved e Andrea Agnelli volevano un calcio nuovo per continuare a vincere. Allegri è altro allenatore che ha lasciato Florentino Perez, presidente del Real Madrid, con il telefono in mano. Lo ha aspettato per tanto ma alzare il telefono e dire al Real che il tempo era decaduto,sarà stata la seconda gioia di Allegri. Se Paratici voleva vincere con altro gioco, Allegri vuole dimostrare che vuole vincere senza CR7.

Torna in panchina anche Spalletti dopo due anni pagati dal cinese Zhang, finanziariamente in bolletta. De Laurentis aspetta il tecnico tosano che dovrà stare attento alla sua filosofia con il Presidente cineasta pronto a girare un altro “Allenatore nel pallone”, dopo aver affogato nel mare di Posillipo già altri allenatori.

Anche le squadre  liguri sono in balia delle panchine. Italiano appetito da molti, Ranieri ha salutato Ferrero, Ballardini ad Alassio non ha confermato ma detto che sarà nuovamente al timone del Vecchio Balordo. Nessuna conferma arriva dalla società, alle prese la scorsa settimana con l’influenza .

I tifosi – non solo quelli che amano il pallone – non guardano chi si  siede in panchina, ma sperano solamente di vedere  bel gioco, personalità, voglia di andare oltre i limiti, fare calcio con idee, avere un allenatore preparato e giocatori che hanno fame e società organizzata.

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