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Serie A in mano a DAZN: cosa è destinato a cambiare

Paolo Bona / Shutterstock.com

Il triennio 2021-2024 è destinato a cambiare il volto del calcio italiano? È presto per dirlo. Quel che è noto è che la Lega Serie A ha raggiunto ieri il quorum necessario per assegnare il pacchetto maggioritario di partite a DAZN, che dopo tre anni di “apprendistato” si prende la fetta maggiore della torta sui diritti tv del calcio italiano per una cifra annuale intorno agli 860 milioni di euro. Ancora da assegnare le tre partite in co-esclusiva del secondo pacchetto. Alle spalle l’ombra di TIM Vision, che già da diverse stagioni è partner del campionato italiano.

Cosa cambierà? Potenzialmente molto. Si va verso un calcio smart, fatto di partite viste su smartphone e computer, anche se esistono piattaforme come TIMVision che già da tempo offrivano spazio a Netflix, Amazon Prime e DAZN e risultavano facilmente accessibili e visibili sui normali televisori. Potrebbe essere proprio questa dimensione multicanale l’alternativa a Sky nei prossimi tre anni per vedere il calcio di Serie A e Serie B. Con l’acquisto di una box ci si possono aggiudicare assieme film e sport (da un paio d’anni, fra l’altro, TIM Vision trasmette tutta la Serie A Femminile condividendo con Sky la gara dell’ora di pranzo). La migrazione è chiara: il calcio europeo e internazionale in mano a Sky, mentre il calcio italiano di prima e seconda fascia su DAZN. Le coppe nazionali, poi, in diretta sulla RAI.

Nei fatti, dopo l’accordo di ieri in Lega Serie A, è però ancora tutto da capire. DAZN finora aveva offerto tre partite su dieci in finestre ben definite di orario. Per i clienti Sky, dopo qualche mese di strade separate, era fra l’altro stato possibile (se già clienti DAZN) avere un canale dedicato per vedere sul proprio decoder le gare di DAZN. Insomma, era stato tutto uniformato su digitale terrestre e tutto ben visibile sulla televisione. Sapeva di problema risolto e in quel caso era stato sufficiente “spostare” lo streaming sul digitale terrestre. Operazione ripetibile anche adesso, con DAZN che ha il coltello dalla parte del manico? È questa la vera domanda da porsi. Quel che sappiamo oggi è che le parti si sono invertite e che da giugno il canale 209 sembra destinato a spegnersi.

Che accadrà lo dirà il tempo, ma soprattutto lo diranno gli eventuali accordi che le due piattaforme potrebbero trovare fra di loro. Ad oggi bisognerà iniziare a ponderare cosa si modificherà per DAZN, che dovrà fornire un servizio su più vasta scala e consolidato a livello di prestazioni. Aumenteranno presumibilmente gli abbonamenti mensili (oggi 9,99 euro al mese, ma lo scatto potrebbe essere sui 30/35), ma non cambierà la frammentazione delle partite su più giorni e orari. È un andamento “spezzatino” che ha preso piede da ormai troppo tempo in Italia, più in generale nel mondo, attirando sia investitori sia emittenti estere (è il caso dell’accordo stipulato con CBS per i diritti negli Stati Uniti della Serie A, ndr) che spesso devono fare i conti col fuso orario.

Ma diventerà rilevante  soprattutto un aspetto: la visione pulita delle gare sarà strettamente legata alle prestazioni della rete Internet e la stabilità assicurata dal segnale satellitare diventerà un aspetto di secondo piano. Questo sarà il vero nodo da sciogliere, spesso legato alle singole forniture di rete casalinghe. Spezzo si dice che il calcio entra nelle case degli italiani: bisognerà vedere a quali condizioni.

Quando entrò nel 2018 nel mondo del calcio italiano, DAZN consigliava una banda minima di 2,0 Mbps (Megabite per secondo) per poter vedere adeguatamente una partita in formato standard su telefoni e tablet, mentre ne richiedeva una minima di 3,5 Mbps per assistervi da computer. Su qualsiasi dispositivo, per vederle in alta definizione, ne servono almeno 8,0 Mbps. La situazione in Italia, per quanto riguarda le connessioni Internet, racconta che (vedere partite in chiaro del campionato è stata un’utopia in tempo di pandemia, figuriamoci ora che si vede una luce in fondo al tunnel!) la fibra ottica e le case cablate aumentano (assieme alla velocità di connessione corroborata dal lockdown), anche se la situazione è ancora molto frammentaria nello Stivale, come testimonia anche il portale del Ministero dello Sviluppo Economico sui cantieri ancora aperti per installare sul territorio nazionale la banda ultra-larga (la Liguria, stando agli ultimi dati 2019, era tra le venti province con maggiore copertura di fibra ottica con un dato del 40%, terza per copertura VHCN ad alt velocità).

Ma resta ancora tutti da chiarire, considerato che l’offerta di Sky per le tre gare in co-esclusiva non è ancora stata ufficialmente accettata (e non si escludono contestazione all’aggiudicazione di DAZN).

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