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Calciomercato ed economia

Fra cinque giorni riparte la Serie A, senza sogni di mezza estate. La prossima Serie A si è rifatta poco il trucco: ci hanno provato i media a imbellettare riempiendo pagine solo per le prime cinque della classifica, dimenticandosi delle altre quindici squadre che saranno solamente di contorno, come sempre e secondo le previsioni.
Il calciomercato fa spallucce alla crisi e non si è accorto che stiamo andando verso un sistema che oltre difendersi dal Covid dovrà farlo anche dall’economia. Il calcio professionistico ha paura e cerca di mascherare tutto dietro l’inizio di una stagione difficile perché sarà faticoso recuperare quello che si è perso.
La UEFA gestisce 50 Nazioni con le Coppe europee giocate al caldo estivo e ha perso tutta la capacità di raccolto e di gestione. E in futuro anch’essa sarà in difficoltà se non avrà risorse dagli spettatori e non potrà fare grandi tornei o qualificazioni alla Champions e Europa League visti gli stadi vuoti o cartonati.
La UEFA e il calcio rischiano di andare a fondo perché hanno fatto prevalere il punto  di vista economico su quello sportivo. Per questi e altri motivi il calciomercato estivo 2020 si è ridotto a scambi continuando a fare l’errore di fare contratti lunghi senza dare obiettivi, facendo imbufalire i tifosi per gli stipendi che diventano immorali senza risultati, con obiettivi minimi preventivati e rispettati ad inizio stagione in termini di classifica, di punti di gol fatti e incassati complessivamente e singolarmente.

 

Il calcio è in difficoltà, non solo le piccole o medie società: basta guardare i bilanci della Juventus cosa hanno prodotto nella stagione finita da più di un mese. Nessuno dice niente, solo a chiacchiere si abbassano la spesa degli ingaggi. Nessuna società civile può mantenere il 90% del costo del personale rispetto al bilancio.

Il calciomercato 2020 tra Covid e economia è dipeso ad oggi – e dipenderà fino al 5 ottobre – dalle cessioni. Prima vendere e poi comprare. I direttori sportivi di tutte le società dovranno fare gli straordinari.

Le rose di quasi tutte le squadre sono folte, troppo, e se non si vende non si può comprare. Un lavoro enorme per i direttori sportivi, diventato complesso, capillare, pieno di intrecci che non possono neanche più approfittare delle formule degli scorsi calciomercato come prestiti onerosi o prestiti con riscatti obbligatori e forzati imposti da chi vuole vendere quasi al buio e non ha la certezza del risultato sportivo del giocatore ingaggiato. Finanza quasi creativa che avrà ripercussioni sul futuro se non arrivano i risultati.

Prima di sapere di essere stati colpiti mercoledì scorso dal “cluster” da Virus Lega Calcio per colpa di De Laurentis, i Presidenti e gli amministratori delegati, una delle rare volte della vita della Lega Serie A, quasi all’unanimità avevano aperto ai fondi e media company per diritti TV e commerciali. Una svolta epocale con un futuro che è andato subito in balia delle onde per l’intromissione di Adriano Galliani, ad del Monza, che ha tuonato come quella decisione fosse truccata e dicendosi pronto a dare battaglia in ogni sede con l’aiuto della Lega Serie B. Per Galliani “la Serie A è una Lega aperta e si comporta come se fosse chiusa all’americana. La Lega Serie A non può dividersi i soldi dei fondi con il meccanismo delle retrocessioni e promozioni cambiando ogni stagione il 15% dei soci”.

Tutti contro Galliani, i Presidenti delle società di calcio facevano già i conti su come dividersi gli acconti proposti dai private equity. Del miliardo e 625 milioni di euro offerti da Cvc-Advent-Fsi, 530 milioni sarebbero arrivati nelle casse della Lega ad inizio 2021 alla firma del closing, 340 milioni ad agosto 2021, 365 ad agosto 2022, 390 ad agosto 2023.

Bean-Neuberger Berman, altra cordata di fondi, offre invece 1 miliardo e 350 milioni di euro: 810 milioni a inizio 2021 al closing , 270 milioni dopo 12 mesi dal closing, altri 270 milioni a 24 mesi del closing inizio 2023.

La presa di posizione di Galliani, se sarà supportato dalla Serie B, è stata mal digerita dai Presidenti in quarantena che avevano già fatto i conti per sistemare i bilanci 2021 a giugno.

Ancora una ventina di giornate di calciomercato in cui si continueranno a fare solo scambi per le plusvalenze, qualche medio-grande operazione ci sarà, dalla parte sinistra della classifica in alto.

Calciomercato Genoa. Dopo aver raggiunto due salvezze sul filo di lana, col suo arrivo Faggiano aveva la priorità di voler disputare un campionato perlomeno tranquillo, ma ad oggi e dopo le tre amichevoli difficile essere positivi. Anche contro i ducali ieri nel caldo di Collecchio quanti tiri in porta ci sono stati? Continuano gli esperimenti di Maran con calciatori fuori ruolo e domenica arriva il Crotone.

Faggiano è partito lancia in resta lavorando su più fronti: voleva subito risolvere la fase d’attacco, il buco più ampio della scorsa stagione considerati i gol realizzati. L’operazione è stata subito difficile perché nelle trattative che contano mancavano i sette zeri nell’acquisire cartellino e ingaggio. A questo punto Faggiano aspetterà il giro di centravanti degli ultimi giorni di calciomercato per inserirsi sfogliando la margherita (già scritto) e decidendo se rilanciare Pinamonti  e Favilli, lasciando a Maran il compito di farli diventare centravanti. L’Inter che non ha effettuato la “recompra” di Pinamonti per 21 milioni ha scombussolato i piani del direttore sportivo.

Faggiano in queste tre settimane di calciomercato dovrà fare i conti anche con la rosa folta  e ogni giorno che passa, come per i suoi colleghi, diventa sempre più difficile comprare se non si vende. La rosa del Genoa in questo momento è composta da 35 calciatori di cui 4 portieri, 7 difensori, 15 centrocampisti con Radovanovic, 9 attaccanti ai quali bisogna aggiungere i 4 /5 nomi che secondo i media sono pronti ad arrivare a Pegli.

Buon Lavoro Direttore: sabato arriva la prima sfoltita e si dovrà presentare la distinta dei 25 calciatori che riguarda la regolamentazione delle rose delle formazioni partecipanti  al campionato di Serie A. Dopo la fine del mercato potrebbe essere stravolta.

Ad oggi l’unica certezza del calcio in generale è solamente una: senza pubblico sarà un altro campionato da tristezza infinita. Subbuteo o calcio balilla.

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