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Primo Maggio, day zero

La politica e il calcio sono come in teatro. Il problema che non ci sono autori che scrivono le opere da recitarsi e non appaiono sul palco, ma ci sono gli attori che le recitano ogni giorno, ogni momento ciarlando.  

Oggi Primo maggio Festa dei lavoratori o di quelli senza più un lavoro?  I conti, i numeri per il Turismo, la ristorazione, i bar, le pasticcerie, i parrucchieri, i mercati all’aperto, i centri estetici, le palestre, i centri sportivi chiusi come tante altre attività che non apriranno o rischieranno di aprire mettono i brividi.

Oggi Primo maggio vorremmo il conforto della scienza, ma troppo spesso i virologi sono in contrasto tra di loro. C’è troppo fumo nelle teorie e psicologicamente si fa sempre più dura. La pandemia non può più essere comicità involontaria.

Oggi Primo maggio dopo più di due mesi di Coronavirus che si conosceva già prima del contagio zero, non si sono presi provvedimenti in tempo e dopo 60 giorni di segregazione non si cono capite le modalità del contagio, le possibili terapie, i vaccini, i tempi di gestazione del Virus, quanto tempo infetta, se la colpa è dello smog, se il caldo gli farà bene. Tutte queste risposte dalla scienza, anche se è in prima fila nella comunicazione televisiva e radiofonica, non arrivano e le indicazioni più che informazioni sono confuse e anche contraddittorie, mettendosi al riparo finché non c’è il vaccino. Non ci sono dubbi: se si fossero controllati meglio ospedali e RSA, in particolare al Nord, non sarebbe tutto finito, ma si sarebbe più vicini alla fase 3 e 4.

L’unica certezza di tutti che il Covid-19 è un virus respiratorio e quindi si dovrebbe trasmettere con il respiro, il colpo di tosse, lo starnuto e gli unici rimedi sono stati il distanziamento sociale e neanche più le mascherine: servono o no?

A questo punto bisognerebbe capire se la fase 2 è pronta in Italia per tenere il Virus sotto controllo, se il picco è stato superato e se sono pronti a controllare i numeri dei contagi. Importante almeno intuire se le strutture sanitarie sono in grado di identificare e isolare i nuovi casi di Covid 19; se i luoghi a rischio come ospedali, pronti soccorso, RSA sono stati messi in sicurezza; se il Sistema Sanitario Nazionale è in grado di gestire possibili casi di ritorno.

Le genti hanno capito e dato dimostrazione che, quando sono informati correttamente, sono consapevoli delle misure da adottare: monitoraggio della febbre, distanziamento sociale, lavaggio corretto frequente delle mani e clausura domestica. Da oggi Primo Maggio deve mettersi in atto una comunicazione istituzionale che non deve più lasciare spazio a dubbi: chiara, univoca e soprattutto di facile comprensione .

Chi parla in tutti gli show-Covid 19 da parte e per conto dei Ministeri e della Scienza deve essere autorizzato: la commedia sul Virus ormai è stupida, ma per le angosce di un individuo chiuso nella prigione casalinga è violenta, acuta. Oggi Primo Maggio  sarà  lo “zero day” per il calcio italiano, se ripartire o no?

I club e la Lega devono interrogarsi non solo sui bilanci, sulla pressione economica alta oppure sui diritti TV, ma anche sulle dichiarazioni quotidiane del Ministro dello Sport, ogni ora una diversa, in merito alla domanda se si può ripartire.

La Lega Calcio e le società devono misurarsi con la realtà se non vogliono diventare capri espiatori. È il momento di prendersi responsabilità, invece siamo sempre alla rissa politica spicciola nei saloni della Lega che nei discorsi complessivi si trovano solamente d’accordo sugli interessi economici, non pensando alle responsabilità.

Ormai è una ossessione, si gioca o non si gioca. Gli organi del pallone e la FIGC sembrano contare poco al di là delle parole da fiume Piave del Presidente Gravina: non possono più vivere in un altro pianeta.

Non aver rabbrividito una sola volta di fronte al fiume di bare, ordinate ma sconosciute in  fila in questa guerra neanche combattuta ma persa, continuando a masturbarsi coi campionati e salvarsi con le ipotesi e sotto ipotesi di date e ripartenza fa passare il calcio senza cuore come una stoffa che si sta lacerando, difficile da rammendare al più presto non farà  bene a tutto il movimento.

Il calcio italiano è alla prova della verità. Non è più tempo di liti e confusione. Oltre il ritorno della stagione 2019/2020 avranno mai calcolato i tamponamenti a catena se dovessero sorgere contatti repressi di Covid-19 nei calciatori e gli altri in quarantena calcistica. Cosa succederebbe e quali sarebbero i provvedimenti e le contromisure?

I tamponi ripetuti per tutti perché c’è denaro da proteggere, mentre sono morti sanitari e operatori socio-sanitari per cercare di proteggere e garantire la salute di tutti, non sarà digerita dal mondo del calcio che si siede in Gradinata e nelle curve.

L’operazione sospensione del calcio in Italia è difficile, come in tutte le cose del Bel Paese che non hanno avuto riferimenti nel passato: l’unica sospensione rimane al 1948 per la  tragedia del Grande Torino. Il Coronavirus ha presentato il conto molto salato al calcio e le sue miserie non possono più tenersi strette non avendo più il tesoretto (se c’era). Un tesoretto da gestire che potrebbe andare ancor di più in fumo al 30 giugno con contratti, prestiti e rinnovi, stipendi cui rinunciare, da dirigere, amministrare e ancora non governati.

Pagherà essere disposti a giocare senza pubblico, chissà per quanto non solo per le 12 partite che mancano per aver avuto troppa premura? Questa dovrebbe essere la domanda principale alla quale dovrebbero sottoporsi e rispondere la Lega e i Presidenti delle società di calcio oggi nella riunione da zero day programmata urgentemente.

È il momento di ragionare, anche senza chiedere euro allo Stato, pretendendo di fare leggi e riforme subito per garantire un futuro al pallone. L’idea, passata in cavalleria, di un altro Totocalcio a favore di tutto lo Sport potrebbe essere la carta vincente per risolvere qualcosa.

Troppa zona buia sulla ripartenza della stagione con le frasi non più incomprensibili del Ministro Spadafora. “Strada sempre più stretta, penserei ad alternativa, ad un piano B per ripartire” oppure “senza accordo sul protocollo FIGC il Governo chiuderà il campionato” non possono lasciare il tempo che trovano ai vertici del calcio.

Ministri, Dirigenti di calcio nelle stanze del potere, associazioni di calciatori, allenatori, procuratori e agenti avete rotto i “palloni” giocando a scarica barile, alle tre tavolette alla  Ponzio Pilato in un momento tragico della nazione.

Il Mondo del calcio, quello che va allo stadio, che paga gli abbonamenti e gli abbonamenti TV vuole essere nei prossimi giorni come Didimo, come San Tommaso, e darci di naso una volta per tutte sulle decisioni. Non solo sul campionato 2019/2020 da finire, ma soprattutto su quello futuro, da nessuno ad oggi monitorato  e programmato.

Non si può continuare come nel favole, anche se il calcio appartiene di diritto alla fiaba nei cuori dei tifosi, con la filastrocca che finiva i racconti: “stretta la soglia (foglia), larga la via , dite la vostra che ho detto la mia”.

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