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Serie A, Spadafora: “Fossi nei presidenti, mi organizzerei per ripartire dal prossimo campionato”

Il ministro dello sport Vincenzo Spadafora è intervenuto di prima mattina nel corso della trasmissione Omnibus, in onda su La 7, definendo la strada verso una sospensione del campionato di Serie A fino a settembre come “sempre più stretta” e definita. Nell’assemblea straordinaria convocata per il prossimo 1 maggio, i presidenti potrebbero chiedere in maggioranza di fermarsi per poter “ricominciare in sicurezza il prossimo campionato”. Di seguito le dichiarazioni del ministro Spadafora:

“Ci sono contatti tra la FIGC ed il comitato tecnico-scientifico, che ha ritenuto il protocollo non sufficiente. Oggi dovrebbero esserci una serie di audizioni presso il comitato. Io ho sempre detto che la ripresa degli allenamenti non significa una ripresa del campionato. Se non si vuole l’incertezza, ci si può fermare come hanno fatto in Olanda e in Francia. Vedo il sentiero per la ripresa del campionato sempre più stretto, gli allenamenti sarebbero importanti per i calciatori che sono fermi da settimane: se fossi nei presidenti, mi organizzerei per ripartire in sicurezza in vista del prossimo campionato a fine agosto. Il sentiero è molto stretto, le decisioni degli altri paesi potrebbero indurre l’Italia a seguire una linea che potrebbe diventare europea.

Nelle parole di Lotito spero ci fosse un pizzico d’ironia, noi non potevamo riaprire lo sport per tutti: ora parliamo di calcio, ma lo sport non è soltanto il calcio o la Serie A. Avevamo una indicazione precisa dal comitato tecnico-scientifico, ovvero contingentare i numeri: nello sport individuale le cifre sono minori, siamo ripartiti da poche migliaia di persone. Il protocollo presentato dal calcio non è stato ritenuto sufficiente, non potevamo far allenare squadre con un protocollo non validato. Comincio a percepire una cosa: nei prossimi giorni, può esserci una sorpresa. La maggioranza dei presidenti di Serie A potrebbe chiederci di sospendere il campionato per preparare il prossimo a settembre. Ho visto che ci sarà un’assemblea di Lega convocata nei prossimi giorni (il prossimo 1 maggio, ndr)”.

“Non cerco il rischio zero perché non possiamo cercarlo come Italia, come paese. Ho semplicemente chiesto che il comitato tecnico-scientifico si esprimesse sul protocollo FIGC e sul fatto che fosse attuabile. Siamo sicuri che i tamponi richiesti per i calciatori sia possibile farli? Nel comitato alcuni membri ci hanno parlato di avere già loro stessi dei problemi. Il protocollo è applicabile anche per la Serie B, Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti? Non ci sono le risorse. Il cts ha consigliato che il dpcm fosse a scadenza ravvicinata perché le due settimane dal 4 al 18 servano a verificare le percentuali di contagi e decessi: la valutazione sarà anche su questi dati. Ce ne rendiamo conto noi e non ancora 3 o 4 presidenti di Serie A. Al massimo entro questa settimana il comitato ci dirà se il protocollo sia attuabile o meno: questo ci consentirà di dire alla Lega entro 3 giorni se sia possibile riprendere gli allenamenti. Ma è inutile fare pressioni sul Governo e sul presidente Conte, possono scrivere a chi vogliono ma decideremo insieme non appena avremo disponibili le curve dei dati. Un invito che faccio alla Lega e alla FIGC: pensate a un piano B, perché le soluzioni possono essere tante”.

Sarei un folle a demonizzare il calcio, perché paga allo stato tasse che alimentano altri sport e senza il calcio non ci sarebbero le risorse per finanziare gli altri, ma dobbiamo fare tutti dei passi avanti. Avere fretta sulle date è impossibile: non posso dire se a metà giugno si potrà riprendere. In Inghilterra si pensa a dei piani B, per esempio il Governo ha proposto le partite in chiaro in caso di ripartenza: quando ci ho provato io, con leghe e televsioni ho ricevuto il no. Siamo disponibili anche a discutere di questo? Da parte di alcuni si pensa solo a salvare società in difficoltà, cosa che è anche nel mio interesse ma se ciò non avverrà in sicurezza il campionato di Serie A dovrà fermarsi. Il fatto che si giocherebbe a porte chiuse sarebbe sicuro al 100%, ma in una squadra di calcio ci sono decine e centinaia di persone impegnate in ogni partita. Gli allenamenti si terrebbero nei centri sportivi, con le partite entrerebbero in gioco stadi, alberghi e trasporti. Vediamo cosa succede, quando non si sono voluti fermare poi diverse squadre sono andate in quarantena: se riprendiamo e c’è un nuovo positivo cosa facciamo?”


 

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