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Cellino: “In Serie B ci vado a testa alta e senza fare ricorso. Ripartire a settembre, rispetto per Brescia”

È un Massimo Cellino vulcanico, per sua stessa ammissione, quello intervenuto questo pomeriggio ai microfoni di Radio24 confermando a chiare lettere di essere intenzionato a ritirare il suo Brescia dal campionato in caso di ripresa della stagione. “Di andare in Serie B non me ne frega niente, ci vado domattina. Dicono che parlo così solo perché sono ultimo in classifica? Dico pubblicamente, e lo firmo qui, che se serve che il Brescia retroceda per salvare il calcio io accetto la retrocessione, non faccio causa a nessuno e ci vado a testa alta. Di fronte a tutti i morti che ci sono stati, non permetto che mi si accusi di una cosa del genere”. 

Cellino non risparmia attacchi diretti a Governo e FIGC: “La FIFA dice finiamola qui, così come il CONI. La Federcalcio mi ricorda il Governo, che crea un sacco di commissioni, medici e specialisti. Il calcio è la confindustria dello sport e devono farlo società e calciatori: tutto il resto è politica. Questa è una tragedia sulla quale stiamo scherzando un po’ troppo: non vi auguro di vivere quello che stiamo vivendo a Brescia. La Sardegna è un paradiso felice, in altre regioni non ti rendi conto di cosa sia questa malattia e disgrazia. In questo momento come si può pensare che qualche presidente pensi: ‘Io mi capisco di virus e posso decidere’. Ma stiamo scherzando? Il mondo del calcio ha problemi come tutti, ma a differenza delle altre è l’unica azienda in tutto il sistema in grado di potersi risollevare, gestirsi e ripartire in autonomia senza chiedere aiuto al governo o pesare sull’economia. Spero e mi auguro che si possa ripartire con il prossimo campionato da settembre o agosto, me lo auguro e sono realista, perché vedo gente patetica. Vedo Claudio (Lotito, ndr) a Roma in giacca e cravatta e lo invidio, perché vuol dire che sta vivendo da uomo: io ho paura a uscire persino in giardino. Ci complichiamo la vita. Quando nel 90% delle società di calcio i conti economici sono negativi e vengono colmati con le sopravvenienze sulle cessioni dei calciatori, si capisce che paghiamo di stipendi più di quello che incassiamo di conto economico e le saturiamo con le cessioni e si legge cosa sia il calcio. In questo momento, in cui per causa di forza maggiore anche le televisioni hanno bisogno di più visibilità, ne abbiamo interesse?”

Sugli stipendi dei giocatori: “I calciatori vanno pagati per giocare non per allenarsi. Se stiamo fermi ne rinunceranno e le tv faranno uno sforzo, si prenderà da una parte e si toglierà dall’altra ripartendo da bravi l’anno prossimo. Stanno scherzando col fuoco, come si può giocare a luglio con gli stipendi dei giocatori che scadono il 30 giugno? Come si fa a ricominciare il prossimo campionato senza mandarli in vacanza? Poi fanno due allenamenti e sono tutti in fisioterapia? Sono professionisti, come macchine di Formula Uno hanno bisogno di controlli esasperati. Stare fermi 2 mesi è un’esperienza mai vissuta prima e che nemmeno noi abbiamo mai provato. Se non si gioca saranno decurtati gli stipendi, perché non si è disputato il campionato, e loro sono i primi a mettersi le mani in tasca di fronte a questo. Ve lo dico io, Massimo Cellino, ma bisogna non dirgli una cosa un giorno e un’altra cosa il giorno dopo. C’è qualche presidente che vuol trarre vantaggio da questa situazione e anche qualche giocatore. I giocatori sono persone perbene, i miei e il 90% degli altri, ma non puoi dirgli di ridurselo di un quarto, poi di un sesto, poi rigiochiamo. Bisogna dirgli che si ricomincia l’anno prossimo e che si rifarà il campionato. Per prima cosa, dirgli cosa succederà e poi spiegare che se giochiamo gli spetta il 100% degli stipendi, che è diritto e non ipocrisia. Se non si gioca per cause di forza maggiore, saranno invece decurtati e loro sono i primi a mettersi mani in tasca. Ma bisogna garantirgli che si giochi e che restino calciatori”.

La soluzione proposta da Galliani, ovvero di concludere il campionato corrente entro il 2020 per poi rimodulare il prossimo nell’anno solare, è comprensibile ma non viene condivisa da Cellino: “Lui e il Milan mi hanno insegnato tantissimo, sono state la prima azienda che ha fatto calcio. Lui ha 20 punti di vantaggio, mi metto al posto suo: ha comprato il Monza e non vede l’ora di venire in Serie B. Cosa gli posso dire? Se vuoi venire tu su ci vado io giù al posto tuo, ma non siamo più ai tempi in cui si facevano 24 squadre in B e 20 in A. Non si manda più la Juventus su dandogli 30 punti di penalizzazione nascondendo le marachelle fatte in passato. Sono orgoglioso di non essere stato coinvolto, nemmeno per sbaglio, perché se vuoi avere la parte della ragione devi avere le carte in regola. Galliani è il più grande e lo capisco, partirà con 20 punti di bonus come Vigorito del Benevento. Anche per lui è una tragedia, ma cosa facciamo causa al Coronavirus? La colpa è sua, mica nostra. Vorrei essere secondo in classifica e parlare lo stesso così, ve lo giuro. Io li capisco, sarei incazzato nero al posto loro ma in Serie A se non ricomincia il campionato ci sono società che sono penalizzate. Lotito lo sarebbe e lo sarebbe ingiustamente, perché se si riparte con la griglia di partenza dell’anno scorso e si resetta tutto lui riparte dall’Europa League e non in Champions League da secondo. In B c’è Vigorito che è primo da solo, in C Monza e Vicenza hanno molto vantaggio e forse c’è anche la Reggina, ma le altre sono tutte ben felici di ricominciare. Ci sono 100 squadre per le quali andrebbe bene, mentre l’ingiustizia sportiva sarebbe fatta a Lazio, Benevento, Monza e Vicenza. Per queste 4 squadre o si trova una soluzione per cui due retrocedono volontariamente o gli si danno 20 punti a testa nel prossimo campionato, per non rovinare questo e il prossimo, cosa che capiterà se andiamo avanti così. Parlando da persona pratica, o si azzera tutto o si legalizza che il campionato e le partite sono sospese con tre che retrocedono e tre che vengono promosse, ma in questa maniera – se si consolida il campionato – bisogna deve pagare gli stipendi e i premi ai giocatori. Diritto civile, non cazzate. È una soluzione, ma ad esempio i miei giocatori avrebbero lo stipendio dimezzato in caso di retrocessione. I miei giocatori sono d’accordo a retrocedere senza giocare le ultime partite di campionato?”.

Cellino dalla parte dei tifosi e dei calciatori: meglio non giocare che farlo a porte chiuse. “Bisognerà rimborsare gli spettatori, perché una soluzione bisognerà trovarla. I calciatori sono altamente disponibili, ma l’importante è andare a dirgli le cose come stanno: non puoi andare a dirgli di levarsi due mesi di stipendio e poi dirgli di fare tutte le partite in due mesi perché bisogna recuperare tutto: così è una truffa. La soluzione unica l’abbiamo già vista ed è quella che hanno fatto per le Olimpiadi e gli Europei. Visto cosa hanno fatto per le Olimpiadi? Visto cosa ha fatto la UEFA? Spostato tutto di un anno. Ma secondo voi, se non fosse stata l’ultima soluzione possibile, si sarebbero sacrificati così ? Giocare a porte chiuse poi è la bestemmia del calcio. Evidentemente non siete mai stati in Inghilterra. Laggiù mai si potrebbe giocare a porte chiuse. Ma come: il calcio ha lottato e ha fatto salti mortali investendo negli stadi, vogliamo lo gente allo stadio e ora non se ne sbatte più nessuno? La prima componente è lo spettatore allo stadio. Abbiamo snaturato e stiamo rovinando lo sport più bello del mondo con VAR e tante altre cose, tutto questo perché mancano dirigenti di calcio. Se a me non mi pagano i soldi della televisione sono ancora più contento: ne prendiamo di meno e ci divertiamo di più. Sempre più mi confronto con colleghi che sono ottimi dirigenti ma non sono dirigenti di calcio, sono 30 anni che faccio questo mestiere e lo dico con sincera verità”.

Cellino parla anche di bilanci e scadenze: “Sono un vulcano: sapete che il 30 giugno chiudono i bilanci e la campagna trasferimenti inizia a livello mondiale. Come si fa con i giocatori che sono in prestito, in prestito con obbligo di riscatto, con i trasferimenti o con i bilanci a ipotizzare che il campionato si possa giocare dopo il 30 giugno? Chi è stato in prestito, cosa fa? Per chi gioca? Sapete che 700 milioni di euro sono di esposizione finanziaria come sistema calcio in Serie A, garantito dal sistema? Obblighi di riscatto da esercitare a luglio per 270 milioni di euro, anticipi di diritti tv che probabilmente non arriveranno, c’è gente che ha avuto addirittura l’anticipo del paracadute. Se si genera questo effetto domino salta il banco. Sono un imprenditore, quando parlo così la gente mi prende male ma sto parlando del sistema calcio: io ho inventato il paracadute e non ne ho mai preso uno. Sono pronto a retrocedere, mi prendo le mie responsabilità e me ne vado meritatamente giù anche perché ho fatto c***** e ho commesso degli errori. Se servisse quello per mettere le cose a posto lo faccio: è l’unico modo per salvare il calcio. Io dopo il 30 giugno ho contratti in scadenza, e non mi dicano con decreti o commissioni che spostano di 30 giorni i bilanci. Di cosa stanno parlando? Mettere il sole al posto della luna? Il 30 giugno bisogna garantire 700 milioni: cosa diciamo alle banche? Aspettiamo 30 giorni? È una vergogna! Mi prendo la responsabilità e voglio dire le cose come stanno: i conti economici delle società vanno guardati. Non c’è una società che chiude un conto economico in attivo: sono tutti coriandoli. Come si fa ad avere bilanci così e parlare? Approfittiamo di questo virus per mettere a posto le società. Parlo da imprenditore: abbiamo la perdita di 1/3 per ingaggi, sponsor, televisioni, spettatori. 1/3 che dobbiamo rimborsare alle tv, ma anche agli spettatori e agli abbonati. Purtroppo noi incassiamo soldi per pagare gli stipendi. Se i soldi non li incassiamo, i giocatori anche se si prendono una Lamborghini in meno non cambia nulla. L’importante è andare dai giocatori a dire le cose come stanno”.

Sul betting e la proposta di donare una percentuale al sistema calcio per aiutarlo nella ripresa: “Come si fa ad andare da un ministro che non c’entra niente con lo sport, che non ha mai giocato a calcio e chiedergli di far venire due extracomunitari in più o di darci le scommesse del betting e lui risponde che è una questione di principio? A politici incoerenti io non posso dirlo, ma di elemosina non abbiamo bisogno. Se possiamo dobbiamo aiutarli noi. In Italia? In Italia è sbagliato che non si possa scommettere, perché in Inghilterra si vive di betting: il 90% delle sponsorizzazioni arrivano da loro, che fanno pubblicità al calcio restituendogli qualcosa. In Francia danno il 3% mentre in Italia non solo non fanno incassare soldi sul betting ma non danno nemmeno una percentuale sulle scommesse. Parliamo di cose serie e non facciamoci ridere dietro”.


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